Discussione:Farmaco: differenze tra le versioni

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definizione e farmaco != medicinale
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=Definizione=
Ritengo che sarebbe più corretto riportare in apertura la definizione universalmente accettata di medicinale: "Si definisce 'medicinale':
* ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative o profilattiche delle malattie umane;
* ogni sostanza o associazione di sostanze che possa essere utilizzata sull'uomo o somministrata all'uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un'azione farmacologica, immunologica o metabolica, ovvero di stabilire una diagnosi medica.
 
Da [http://ec.europa.eu/health/files/eudralex/vol-1/dir_2001_83_cons/dir2001_83_cons_20081230_it.pdf 2001/83/CE] recepita in Italia con [http://gazzette.comune.jesi.an.it/2006/142/5.htm Dlvo 219 24/4/06] e riportata sul testo di riferimento per la legislazione farmaceutica in Italia, il Minghetti Marchetti oltre che sul sito del [http://www.salute.gov.it/medicinaliSostanze/paginaInternaMedicinaliSostanze.jsp?id=10&menu=med Ministero della Salute].
 
=Farmaco e medicinale sono concetti distinti=
 
Discutibile quindi il redirect di medicinale a farmaco.
Con medicinale si intende il prodotto finito (es. aspirina compresse 500mg) mentre il farmaco è il principio attivo. Ne segue che un medicinale può contenere associazioni di più farmaci. L'attuale paragrafo 4 sulle fasi cliniche di sviluppo si riferisce al farmaco, le forme farmaceutiche fanno riferimento ai medicinali.
 
Andrebbe chiarita tale differenza e conseguentemente corretta la voce, ad esempio nel passaggio sulla bioequivalenza "deve raggiungere le stesse concentrazioni ematiche rispetto al farmaco di marca". E' sbagliato: la bioequivalenza è un principio che si applica ai medicinali (alle forme farmaceutiche finite!) non ai farmaci. Non è un dettaglio, è l'essenza stessa di bioequivalenza che è un parametro tecnico e dipende in maniera preponderante dalla caratteristiche degli eccipienti, più che del farmaco stesso (rispetto al quale, al più, si possono avere solo forme allo stato solido diverse).
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