Operazione Urano: differenze tra le versioni
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Nella testa di ponte di Kletskaja la 21ª Armata del generale Cistyakov alle ore 12.00 portò avanti, nel settore della 76ª e 293ª Divisione fucilieri, le sue forze mobili: il [[5º Corpo corazzato della Guardia (Armata Rossa)|4° Corpo corazzato]] del generale A.G. Kravčenko avanzò in due colonne che sbaragliarono rapidamente la 13ª Divisione fanteria rumena e marciarono subito in profondità. La colonna di sinistra avanzò di oltre 30 km e quella di destra di 10 km, subito seguita dai reparti mobili del 3° Corpo di cavalleria della Guardia del generale I.Pliev<ref>{{Cita|Scotoni2007| pp. 175-176|Scotoni 2007 |harv=s}}</ref>. Alla fine del 19 novembre quindi i corpi corazzati sovietici del generale Vatutin avevano superato le difese organizzate rumene sia a Serafimovič che a Kletskaja e avevano aperto ampie brecce dopo aver distrutto tre divisioni nemiche. Durante la notte queste formazioni corazzate, sollecitati dai loro comandanti a non fermarsi e a proseguire, continuarono ad avanzare a fari accesi in profondità, senza curarsi della scarsa visibilità, del clima e delle pericolose insidie del terreno solcato dalle profonde e invisibili ''balkas''<ref> Sulla frenetica marcia delle colonne corazzate sovietiche : {{Cita|Erickson2002| pp. 464-465|Erickson 2002 |harv=s}}; {{Cita|Beevor1998| pp. 274-275|Beevor 1998 |harv=s}}; {{Cita|Samsonov1964| pp. 308-310|Samsonov 1964 |harv=s}}</ref>. Nonostante alcuni incidenti, i carristi sovietici mostrarono grande slancio e nella mattinata del [[20 novembre]] sia le unità meccanizzate della 5ª Armata corazzata (1° e 26° Corpo corazzato e 8° Corpo di cavalleria) sia quelle della 21ª Armata (4° Corpo corazzato e 3° Corpo di cavalleria della Guardia) stavano ormai dilagando in modo compatto, travolgendo le retrovie tedesco-rumene e seminando il panico nei comandi e negli improvvisati reparti di blocco affrettatamente costituiti dai tedeschi<ref>{{Cita|Erickson2002| pp. 465-466|Erickson 2002 |harv=s}}</ref>.
=== Fallimento dei contrattacchi tedeschi e crollo dei rumeni===
Le prime notizie dell'inizio dell'offensiva sovietica sul Don vennero inizialmente sottovalutate dal comando della 6ª Armata che infatti non interruppe i suoi costosi attacchi nelle rovine di Stalingrado, mentre allarmarono subito, anche per le
Tuttavia il 48º ''Panzerkorps'' del generale Heim, su cui Hitler aveva puntato tutte le sue speranze di arrestare l'offensiva sovietica, effettuando questo cambio di direzione, si disgregò durante la notte del 19 novembre nell'oscurità per carenza di collegamenti e comunicazioni e il suo elemento corazzato di punta (il Panzer-
I reparti corazzati sovietici, senza lasciarsi agganciare e arrestare dai pochi carri armati tedeschi o rumeni disponibili (la 14. Panzer-Division entrò in combattimento a [[Verkhne Buzinovka]] con 36 carri, la 22. Panzer-Division impegnò a Petcjanij 38 carri armati<ref>{{Cita|Oxford2001| p. 1108|Oxford 2001 |harv=s}}</ref><ref> È ben nota la disavventura della 22. Panzer-Division i cui carri sarebbero stati danneggiati da topi penetrati nelle strutture interne delle macchine, rovinando i circuiti elettrici, in {{Cita|Carell2000| pp. 689-690|Carell 2000 |harv=s}}</ref>), affrontarono con solo una parte delle loro forze le riserve nemiche, mentre altre colonne le superarono e aggirarono, minacciando le loro comunicazioni<ref>{{Cita|Ziemke2003| pp. 56-57|Ziemke 2003 |harv=s}}</ref>.
La caratteristica fondamentale dell'attacco fu quindi la
Durante la giornata del [[20 novembre]] crollarono definitivamente le difese tedesco-rumene sul Don: la 7ª Divisione di cavalleria rumena che tentava di contrattaccare a nord di Pronin, venne sorpresa dalle colonne corazzate sovietiche e dovette battere in ritirata insieme alla 9ª e 11ª Divisione fanteria, mentre tre divisioni rumene (5ª, 6ª e 15ª Divisione fanteria) ed i resti di altre due (12ª e 14ª Divisione fanteria) vennero accerchiate nella sacca di [[Raspopinskiaja]] dalla manovra a tenaglia completata dalle 119ª e 124ª Divisione fucilieri della 5ª Armata corazzata e dalla 293ª e 76ª Divisione fucilieri della 21ª Armata<ref>{{Cita|Görlitz/Paulus2010| pp. 235-236|Görlitz/Paulus 2010 |harv=s}}; {{Cita|Scotoni2007| pp. 189-190|Scotoni 2007 |harv=s}} </ref>. Le forze rumene accerchiate, al comando dell'energico generale [[Mihail Laskar]], organizzarono la resistenza e si batterono con ostinazione respingendo i primi attacchi nemici, ma la loro situazione era senza speranza in mancanza di aiuti dall'esterno<ref>{{Cita|Görlitz/Paulus2010| p. 236|Görlitz/Paulus 2010 |harv=s}}</ref>.
Nel frattempo anche le forze della 1ª Armata della Guardia del generale Leljušenko entrarono in azione, coprendo efficacemente il fianco destro delle forze mobili della 5ª Armata corazzata che nel corso della giornata proseguirono con pieno successo la loro marcia in profondità. Il 26° Corpo corazzato del generale Rodin sbucò di sorpresa a Perelazovskij, travolse completamente il quartier generale del 4° e del 5° Corpo d'armata rumeni e quindì avanzò ancora verso Ostrov, a pochi chilometri dal Don, mentre il 4° Corpo corazzato del generale Kravčenko, dopo aver conquistato Manojlin, ebbe alcuni grossi scontri contro le riserve tedesche ma riuscì ugualmente a conquistare, in cooperazione con il 3° Corpo di cavalleria della Guardia del generale Pliev, Verkhne Buzinovka<ref name="Erickson, p. 468">{{Cita|Erickson2002| p. 468|Erickson 2002 |harv=s}}</ref>.
=== Avanzata sovietica verso Kalač===
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