Video musicale: differenze tra le versioni
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Tra gli altri precursori del videoclip contemporaneo si possono elencare i ''soundie'' (cortometraggi abbinati a brani musicali trasmessi da un rudimentale videojuke-box detto "''panorama soundie''" nei primi anni cinquanta negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]), gli ''[[scopitone]]'' (corrispettivi francesi dei ''soundie'' girati in [[technicolor]] e lanciati sul mercato nel [[1964]]) e le performance che sopperivano all'assenza delle band in studio in alcuni celebri show televisivi degli [[anni 1960|anni sessanta]] come ''Ready Steady Go!'' (trasmesso dalla [[BBC]]) o l'''Ed Sullivan Show''.
Il primo vero successo del videoclip avviene in Italia nel 1965 con la proiezione nelle sale cinematografiche dei tre film del regista e produttore [[Tullio Piacentini]]: ''[[008 Operazione ritmo]]'', ''[[Viale della canzone]]'' e ''[[Questi pazzi, pazzi italiani]]''. Questi film a colori, realizzati in funzione ad un accordo avvenuto agli inizi degli anni '60 tra il produttore stesso e la RCA che prevedeva la realizzazione di almeno 200 'filmati musicali',
Altre forme vicine al videoclip contemporaneo vengono realizzate da registi di fama dalla fine degli anni sessanta: i [[The Beatles]] per fronteggiare la continua richiesta delle loro apparizioni in giro per il mondo per promuovere i nuovi singoli, realizzarono dei video, col tempo sempre più particolari e fantasiosi, che venivano trasmessi dalle Tv o dai programmi televisivi, una sorta di proto-[[MTV]] ''ante litteram'', idea seguita anche da [[Bob Dylan]] con il video di ''Subterranean Homesick Blues'' girato dal documentarista [[D. A. Pennebaker]] e inserito in apertura del film del [[1967]] ''[[Dont Look Back]], che si avvale della presenza del poeta [[Allen Ginsberg]] come "figurante speciale".
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