Giovanni Tritemio: differenze tra le versioni
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Uomo dotto, conosceva lingue orientali come l'[[ebraico]], il [[lingua caldea|caldeo]] e il [[lingua tatara|tartaro]] ed era in contatto con [[cabala|cabalisti]], [[teologia|teologi]] e [[alchimia|alchimisti]]. Fu in relazione con il famoso [[occultismo|occultista]] [[Enrico Cornelio Agrippa]]. Questi interessi esoterici lo condussero ad aderire alla società segreta chiamata [[Confraternita Celta]]<ref>Fernando Baez, ''op.cit.'', p. 152</</ref>.
L'opera che gli diede la fama fu il trattato esoterico ''[[Steganografia|Steganographia]]'', che si proponeva di poter inviare messaggi tramite l'uso di [[linguaggio|linguaggi]] magici, sistemi di apprendimento accelerato e senza l'utilizzo di [[simbolo|simboli]] o messaggeri, tale trattato fu una delle fonti del ''de magia mathematica'' di [[Giordano Bruno]]<ref>
Lo scritto circolò sotto forma di appunti anche dopo che l'autore cercò di distruggerne gran parte e di impedirne la pubblicazione per timore delle rivelazioni in esse contenute<ref>Alcuni ritengono che la distruzione fosse ordinata dal re di Spagna [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] (Fernando Baez, ''op. cit.'', p. 152)</ref>. Il trattato fu comunque pubblicato nel [[1606]], molti anni dopo la sua morte. Nel [[1609]] l'opera fu inserita nell'[[Indice dei libri proibiti]]<ref>{{cita web|autore=Graziella Montemarani|url=http://www.dia.uniroma3.it/~dispense/merola/critto/tesine/stega/stega2.pdf|titolo=Steganografia - L’arte della scrittura nascosta|accesso=17/08/2011|formato=pdf|editore=[[Università degli Studi Roma Tre]] - Dipartimento di Informatica e Automazione |pagina=16|data=5 giugno 2005}}</ref>.
A lui si deve la ''[[Tabula recta]]'', descritta nella sua opera ''Polygraphiae libri sex'' composta nel [[1508]] e pubblicata postuma nel [[1518]].
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