Operazione Achse: differenze tra le versioni
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Il piano, la cui esecuzione fu affidata al ''[[Feldmaresciallo|Generalfeldmarschall]]'' [[Erwin Rommel]], prevedeva una defezione dell'Italia dalla guerra e quindi la necessità di rendere innocue le forze armate italiane, di impadronirsi dei loro equipaggiamenti, e, se fosse stato necessario, di distruggerle o catturarle in quanto nemiche del [[Terzo Reich]].
L'[[8 settembre]] [[1943]], Radio Roma diffuse l'annuncio di un [[Armistizio di Cassibile|armistizio]] fra il [[Regno d'Italia]] e gli [[Alleati]], e alle 07.50 venne lanciata l'Operazione Achse per evitare che le forze italiane attaccassero quelle tedesche: furono innanzitutto disarmate e tradotte in [[Germania]] le truppe italiane che si trovavano sotto il controllo tedesco, mentre altre formazioni italiane si disciolsero autonomamente. Solo le navi della [[Regia Marina]], ad eccezione della [[nave da battaglia]] ''[[Roma (nave da battaglia 1940)|Roma]]'' affondata dai tedeschi, riuscirono a sottrarsi alle mire tedesche e a consegnarsi agli [[Alleati]] nell'isola di [[Malta]]. Le truppe tedesche, già infiltratesi in Italia in base alle direttive dell'[[Operazione Alarico]], dilagarono nel paese occupando in pochi giorni tutta la penisola, dalle [[Alpi]] a [[Napoli]], che non era ancora stata presa dagli [[Alleati]]. Solo in [[Sardegna]], [[Corsica]], [[Calabria]] e nelle province di [[Bari]], [[Taranto]], [[Brindisi]] e [[Lecce]] le truppe italiane restarono in armi fino all'arrivo delle
Il [[19 settembre]], secondo i resoconti del [[Gruppo d'armate B]], a cui era stata affidata l'esecuzione dell'occupazione, 82 generali italiani, circa 13.000 ufficiali e 402.600 soldati erano stati di fatto disarmati, e di questi 183.300 erano già stati tradotti in [[Germania]] come [[Internati Militari Italiani]] (IMI).
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