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Il nome "Gaeta" ha cominciato ad essere usato solo verso la fine del XVII secolo, ma ci sono delle prove per cui si ritiene che questa imbarcazione fosse costruita già agli inizi del secolo precedente. In realtà le origini della Gaeta si perdono nella notte dei tempi ed il suo progetto attuale non è che l'evoluzione ultima di una lunga serie di scafi costruiti dai tempi degli [[Illiri]] in poi.
 
La Gaeta veniva costruita un tempo lungo tutto l'Adriatico, da Venezia fino a [[Cattaro]], con parecchie varianti. Alcune di loro erano famose per la loro bellezza, come quelle dell'isola di [[Morter]] o quelle di [[Curzola]]. Quella che ebbe più successo fu però la ''Gaeta falcata'' (Gajeta falkuša)<ref>Lunga intorno ai 9 metri e larga 2,90, aveva cinque uomini di equipaggio, quattro remi e un albero abbattibile di altezza pari alla lunghezza dello scafo con 120 metri quadrati fra vela latina e fiocco.</ref> di [[Comisa]] - una località sull'[[isola di Lissa]] - così denominata per una particolare [[falca|falchetta]] staccabile. L'uso principale - se non esclusivo - della Gaeta falcata era la pesca. Dato che le zone principali di pesca dei comisani erano le acque di [[Pelagosa]] (40 miglia a sudovest di Lissa) e dato che la posizione era fondamentale per la buona riuscita della pesca, ogni anno i comisani organizzavano una sorta di [[regata]]: i primi arrivati avrebbero goduto dei posti migliori. In alcuni anni ci furono più di 100 partecipanti, e l'ultima regata ebbe luogo nel 1936. Non esiste più nessuna barca di quei tempi, poiché i comisani seguivano l'antichissima tradizione - già pagana - di bruciare il giorno di [[san Nicola]] le vecchie barche, per ottenere la protezione del santo sulle nuove.
 
==Disegno e tecnica costruttiva==