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Il complesso era formato da un corpo di guardia principale(ora demolito)posto sulla strada proviciale di Naz-Sciaves da cui si dipana una stradina 200 m. ,all'epoca chiusa da una sbarra,che porta ad un cancello di una prima recinzione. Superato il cancello si troava la sbarra e la garitta n°5 (ora demolita) a sinistra dopo un campo con porte da calcio era posto il deposito "italiano" chiamato polveriera nazionale composto da un corpo di guardia con 4 garitte messe agli angoli di una doppia rete di recinzione a quadrato,di fronte una riservetta munizioni per la forza di guardia mentre a destra la parte "americana"chiamata polvriera NATO,in doppia rete di recinzione con 4 garitte(ora demolite)dove oltre ad un cancello vi era anche un [[tornello]].
L'intera zona comprendeva un paio di capannoni, due [[bunker]] detti igloo denominati Indio e Juliette, alcune palazzine, più rampe missilistiche a corta e lunga gittata che potevano servire, ad esempio, al crollo del [[Ponte Europa]] nei pressi di [[Innsbruck]] in [[Tirolo]], nel caso di un'offensiva del [[Patto di Varsavia]]. I missili custoditi erano di tipo [[MGR-1 "Honest John"]], ovvero un [[missile balistico tattico]], che può alloggiare armi di tipo convenzionale ma anche di tipo nucleare, di massa compresa tra i 2040 e i 2720&nbsp;kg e gittata tra i 7 e i 48&nbsp;km.<ref name=segreti>Paolo Cagnan, "I segreti dell'ex base Nato di Sciaves", sul Altoadige, il 7 agosto 2011</ref>
 
La base è stata aperta agli inizi degli anni sesanta, e il 31 luglio 1983 gli americani decidero di andarsene, portandosi via il loro materiale utilizzando molteplici viaggi di elicotteri. La base chiuse definitivamente verso la fine degli anni ottanta, ma gli alpini venivano saltuariamente a controllare l'areale fino al primo febbraio 2002, quando anche il reggimento logistico alloggiato nella Ruazzi chiuse i battenti. In seguito l'area venne anche sdemanializzata.<ref name=segreti/>