T-cell receptor: differenze tra le versioni
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Il segnale trasmesso dal TCR, affinché il linfocita si attivi, deve essere associato all'amplificazione derivante da specifici co-recettori, noti come [[CD4]] e [[CD8]] che si legano a regioni di MHC, CD4 si lega a MHC di classe II e CD8 a MHC di classe I. Un linfocita T può esprimere o CD4 o CD8 ma mai entrambe, oppure nessuna delle due. In base all'espressione di queste due molecole i linfociti possono essere suddivisi in CD4<sup>+</sup> (helper), CD8<sup>+</sup> (citotossici). Queste due molecole aiutano a stabilizzare il complesso TCR grazie al loro legame con MHC. La trasduzione del segnale avviene ad opera della chinasi Lck che è associata alle code citoplasmatiche di CD4 e CD8 che viene attivata dal legame di TCR con il complesso MHC-antigene. A questo punto Lck fosforila i residui di tirosina delle sequenze ITAM di CD3 e di ς, che a loro volta reclutano ZAP-70. Altre molecole, dette co-stimolatori, partecipano all'attivazione della segnalazione cellulare del linfocita T ma diversamente dai co-recettori non prendono contatto con MHC ma con altre proteine espresse sulla APC. Ne sono esempi la famiglia di CD28, CD2 e i co-stimolatori SLAM.
* '''''CD4''''' è una glicoproteina monomerica transmembrana facente parte della superfamiglia delle
* '''''CD8''''' è una glicoproteina dimerica transmembranam anch'essa facente parte della superfamiglia delle immunoglobuline. E' costituita da un eterodimero formato da una catena α e una catena β strutturalmente simili legate tra loro da ponti disolfuro. A partire dall'N-terminale si distinguono su ciascuna catena un dominio Ig, seguito da una regione cerniera provvista di due ponti disolfuro che la legano alla catena opposta (questa regione è più lunga nella catena α rispetto alla β), una regione transmembrana idrofobica ed una regione citoplasmatica più breve in α che in β, lunga circa 25 amminoacidi. Il dominio Ig di CD8 si lega al dominio α3 dell'MHC di classe I. Alcuni linfociti CD8<sup>+</sup> esprimono un CD8 costituito da un omodimero αα che però non sembra essere funzionalmente attivo.
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