Mezza spada: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
La trattatistica italiana del [[XV secolo]] sulla scherma abbonda di riferimenti all'utilità di manovre a distanza ravvicinata per migliorare l'efficacia dei colpi portati contro un guerriero protetto dalla dall'[[corazzaarmatura a piastre]] tipica dell'uomo d'armi tardo-medievale. Nel confronto con un simile avversario, i colpi risolutivi risultavano essere fendenti ben mirati e molto potenti portati alle parti più vulnerabili: le giunture articolari della corazza deputata a proteggere gli arti e la gola, protetta dalla [[gorgiera]]. Meglio ancora se questi colpi fossero stati utilizzati per spacciare un avversario costretto a terra.
 
La pratica delle manovre a mezza spada, caratteristica della [[Scherma tradizionale Italiana]] insegnata dal maestro [[Fiore dei Liberi]] (prima metà del XV secolo) e dal maestro [[Filippo Vadi]], si suppone possa aver portato ad una modifica nella linea delle spade a due mani. Per facilitare la presa sulla lama, si aumentarono le dimensioni del [[ricasso]]. Questa soluzione arrivò alla sua piena maturità con gli [[Zweihänder|spadoni a due mani]], dotati di un lungo ricasso, spesso coperto da una manica in cuoio, chiuso tra la crociera ed i bracci d'arresto. In altri casi, spade di dimensioni consuete iniziarono ad essere prodotte con lama affilata solo dalla metà superiore (il "debole"), come suggerito dal maestro Vadi nel suo trattato ''[[De arte gladiatoria dimicandi]]''.