Enrico Mattei: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Le concessioni: CN vari |
|||
Riga 95:
Poiché formalmente si doveva registrare una sorta di "unità nazionale" sul proposito di chiudere l'ente, pur variamente motivata, non era possibile richiedere al governo ulteriori stanziamenti per la ricerca e per il perfezionamento dei mezzi, né certamente avrebbe avuto senso richiedere nuove concessioni, perciò Mattei cominciò a lavorare con intensità per verificare se in taluna delle concessioni correnti vi fosse la possibilità di raggiungere qualche risultato.
{{CN|Riunì quasi segretamente lo staff tecnico, e dopo che lo ebbe ben ammonito sul poco ortodosso motivo dell'iniziativa (che violava le finalità del suo incarico), principiando qui uno stile che presto ne sarebbe divenuto caratteristico, concentrò le forze aziendali su quei siti di ricerca nei quali poteva essere più probabile il ritrovamento di qualche materiale. Richiamò in servizio, pressoché in segreto, l'ingegner [[Carlo Zanmatti]], che era stato epurato perché [[repubblica Sociale Italiana|repubblichino]] e che aveva buona conoscenza dei meccanismi interni dell'ente e dello stato delle ricerche, e ne fece un suo consigliere quasi privato. }}
{{CN|Nel frattempo operò acrobatici artifici contabili per destinare - non proprio palesemente - fondi alla ricerca, attingendoli dagli stanziamenti ricevuti per l'ordinaria amministrazione.}} Chiese ed ottenne, con incontri poi rimasti nell'aneddotica del personaggio, prestiti diretti da parte di alcune banche,<ref>Un ente statale veniva di solito finanziato, al massimo, dalla [[Cassa Depositi e Prestiti]].</ref> che malgrado la sorpresa e alcune diffide di fonte politica furono ben liete di concedergli fiducia e soprattutto denaro, col quale tappò i buchi di bilancio che qualcuno avrebbe poi definito "agghiaccianti".
Divenuto noto l'attivismo del nuovo ''leader'', però, pronte giunsero al governo pressioni poco velate da parte delle compagnie statunitensi, accompagnate peraltro da presunti ''dossier'' spionistici coi quali si insinuava il sospetto che Mattei fosse animato da simpatie social-comuniste forse maturate, si sosteneva, durante la Resistenza;<ref>Negli Stati Uniti stavano per venire gli anni del [[maccartismo]], ma già allora l'accusa suonava gravissima.</ref> si agì dunque a 360º affinché il "pericoloso destabilizzatore" fosse allontanato. Il [[governo]], aprendo a queste pressioni, degradò Mattei a consigliere d'amministrazione e lasciò che gli statunitensi potessero rimescolare a loro piacimento i programmi di concessione, permettendo loro gratuitamente di usufruire degli studi tecnici effettuati dall'Agip che negli anni venti li aveva portati avanti a proprio costo (o meglio, a costo dello Stato).<ref>Dal dicembre 1945 al gennaio 1946 l'Agip consentì, secondo Marcello Colitti dell'Ufficio Studi Economici dell'Eni, a tecnici statunitensi e britannici di accedere ai dati in suo possesso ed alle ricerche in corso. Elmer J. Thomas, del resto, avrebbe in seguito commentato che per il successo nella ricerca del petrolio, le informazioni rappresentavano il 90% del successo. Il rapporto fra Agip e compagnie statunitensi in quel momento era comunque a tutti gli effetti un rapporto di concorrenza.</ref>
|