Andreas Hofer: differenze tra le versioni
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{{Comandanti militari
|nome = Andreas Hofer</br>
|qualifica = [[
|immagine = [[
|soprannome = General Barbòn
|data e luogo di nascita = [[San Leonardo in Passiria]], [[22 novembre]] [[1767]]
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}}
Noto anche come
== Biografia ==
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Nato il [[22 novembre]] del [[1767]], nel maso della famiglia ''Sandhof'', era il minore e l'unico di sesso maschile dei sei figli di Josef Hofer e Maria Aigentler.
La famiglia Hofer gestiva da tempo il maso e l'[[osteria]] ad esso annessa: "alla Corona d’oro" (in tedesco:
Il padre Josef e altri avi di Andreas erano stati anche funzionari dell’amministrazione giudiziaria locale come difensori.
Andreas crebbe in una famiglia praticante. Un avo di Andreas era, addirittura, andato in pellegrinaggio in [[Terra Santa]] ed al ritorno aveva fatto erigere nel suo maso una piccola cappella<ref>Paolo Gulisano, ''Andreas Hofer. Il Tirolese che sfidò Napoleone'', Ancora, p. 52</ref>.
La madre Maria morì quando Andreas aveva solo tre anni ed il padre, nel [[1772]], si risposò con Anna Frick.
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Fu, infatti, mandato in Trentino per poter imparare la [[lingua italiana]], molto utile per il lavoro che avrebbe dovuto svolgere nel futuro. Dapprima lavorò a [[Cles]], il centro più importante della [[Val di Non]], come stalliere e, in seguito, per tre anni, in un albergo a Ballino, un paese situato sulla strada fra Stenico (Trentino) e Riva del Garda.
Raggiunta la maggiore età, Andreas venne in possesso del maso di famiglia. Un suo compaesano, di nome Johann Stafler, così lo descrisse: {{Quote|profondamente onesto e ragionevole, buono, gentile e sereno, delle volte anche spiritoso, ma sempre guidato da un senso pio e cristiano<ref>''Ibidem'', p. 53</ref>}}
Si sposò con Anna Ladurner, una giovane contadina di Lagundo, nel [[1789]]. Ebbe sei figlie e un figlio: Maria Geltrude, Maria Creszenzia, Rosa Anna, Anna Geltrude, Geltrude Giulia, Creszenzia Margarita e Johann Stefan.
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{{vedi anche|pace di Presburgo|Massimiliano I del Sacro Romano Impero}}
Il Tirolo, in seguito alla sconfitta dell'[[Austria]] nella guerra della [[Terza coalizione]] ([[1805]]-[[1806]]), fu assegnato alla Baviera con la [[pace di Presburgo]].
I [[Baviera|bavaresi]] cominciarono a condurre nella provincia tirolese (comprendente le attuali regioni del Tirolo in Austria e Trentino-Alto Adige in Italia) appena acquisita una serie di riforme, tra cui suscitarono particolare indignazione l'inosservanza dell'antico ordinamento militare tirolese (basato sul 'Landlibell' emanato dall'imperatore [[Massimiliano I del Sacro Romano Impero|Massimiliano I]] nel [[1511]]) e la reintroduzione delle riforme religiose promulgate dall'imperatore [[Giuseppe II del Sacro Romano Impero|Giuseppe II]] (ad opera del ministro bavarese Maximilian von Montgelas.<ref>Maximilian von Montgelas ([[Monaco di Baviera|Monaco]] [[1759]] - ivi [[1838]]), di origine savoiarda. Dapprima al servizio di Carlo II Augusto di Palatinato-Zweibrücken e poi segretario di Massimiliano IV Giuseppe il quale lo elesse primo ministro. Il conte di Montgelas mise in atto una serie di riforme: istituì l'eguaglianza fiscale e introdusse un'amministrazione centralizzata dei territorî annessi (a partire dal 1803). Fece prevalere, poi, la sovranità statale sulle questioni ecclesiastiche. La sua politica estera era basata sull'amicizia francese,ottenendo così da [[Napoleone]], l'elezione a regno nel [[1805]] della regione bavarese. Infine, diede, costretto dal principe ereditario Luigi, le dimissioni nel [[1817]]. </ref>
L'introduzione della [[Servizio militare|leva obbligatoria]] e forzata delle reclute condusse infine alla sollevazione che ebbe inizio il [[9 aprile]] [[1809]] nella capitale tirolese [[Innsbruck]].
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Così [[Carlo Botta]] racconta l'inizio dell'insorgenza e descrive Hofer:
{{Quote|Il giorno stesso in cui l'Arciduca Carlo aveva passato l'Oeno, e l'Arciduca Giovanni le strette di Tarvisio, i tirolesi mossi da una sola mente e un solo ardore, si levarono tutti improvvisamente in armi, e diedero addosso alle truppe bavare e francesi, che nelle terre loro erano poste a presidio. Fecero capo al moto loro un Andreas Hofer, albergatore a Sand nella valle di Passeria. Non aveva Andrea alcuna qualità eminente, dico di quelle, alle quali il secolo va preso: bensì era un uomo di retta mente e di incorrotta virtù. Vissuto sempre nelle solitudini dei tirolesi monti ignorava il vizio e i suoi allettamenti. I parigini e i milanesi spiriti, anche i più eminenti, correvano alle lusinghe napoleoniche; povero albergator di montagna perseverava Hofer nell'innocente vita. Allignano in ordinario in questa sorte di uomini due doti molto notabili, l'amore di Dio e l'amore della Patria: l'uno e l'altro risplendevano in Andrea. Per questo la tirolese gente aveva posto in lui singolare benevolenza e venerazione. Non era in lui ambizione. Comandò richiesto non richiedente. Di natura temperatissima, non fu mai veduto, né nella guerra sdegnato, né nella pace increscioso, contento a servire o al principe o alla famiglia. Vide vincitori insolenti, vide pacifici tugurj, vide lo strazio e la strage dei suoi: né per questo cessò dall'indole sua moderata e uguale: terribile nella battaglia, mite contro i vinti, non mai sofferse che chi le guerriere sorti avevano dato in sua potestà, fosse messo a morte; anzi i feriti dava in cura alle tirolesi donne, che, e per sé, e per rispetto di Hofer gli accomodavano di ogni più ospitale servimento. Distruggeva Napoleone le patrie altrui, sdegnoso anche contro gli amici: difendeva Hofer la sua, dolce anche contro coloro che la chiamavano a distruzione e a morte.<ref>Carlo Botta, ''Storia di Italia dal 189 al 1814'', Nistri e Capurro, Pisa, 1824, VIII, XXIV, pp. 17-18</ref>}}
All'insorgenza parteciparono anche ben 18.000 trentini, dei quali 4.000 morirono<ref>G. Faustini, ''Andreas Hofer nella storia'', Publilux, Trento 1985, p. 5</ref>. Lo stesso Hofer emanò un proclama ai "Tirolesi italiani":
{{Quote|Ai tirolesi italiani tanto amati!
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La pace di [[Schönbrunn]] spinse Hofer ad una nuova insurrezione, che portò ad una massiccia chiamata di volontari in tutto il Tirolo nonché in Trentino, sperando nell'appoggio dell'Imperatore d'Austria. Tuttavia, senza l'appoggio austriaco essendo nel frattempo l'imperatore d'Asburgo passato dalla parte di Napoleone per paura e nonostante il coraggio dei volontari tirolesi (che in quattromila volontari armati difesero Innsbruck da un attacco di un esercito francese di oltre ventimila uomini) lo scontro si concluse di fatto il [[1º novembre]] con la sconfitta tirolese sul Bergisel presso il ponte sull'[[Inn]] ad Innsbruck.
Un successivo appello alla resistenza ([[11 novembre]]) ebbe scarso seguito. Hofer dovette fuggire; tradito dal contadino Franz Raffl (soprannominato poi il ''Giuda del Tirolo''<ref>Paolo Gulisano, ''Andreas Hofer. Il Tirolese che sfidò Napoleone'', Ancora, 2010, p. 115</ref>), il [[28 gennaio]] [[1810]] fu preso prigioniero nella baita della malga ''Pfandler'' (un pascolo alpino della fattoria di Prantago di fronte a [[San Martino in Passiria]]).
Un testimone dell'arresto, Sweth, così racconta: {{Quote|Appena un quarto d'ora dalla capanna, noi tre, e cioè Hofer, suo figlio e io, lasciammo delle tracce di sangue sul nostro sentiero, perché al nostro arresto non ci fu permesso di metterci le scarpe o gli stivali e gli altri vestiti. Il nobile Hofer, dal volto del quale scendeva il sangue e la cui barba era ridotta a un ghiacciolo sanguinante, ci ispirava coraggio, guardando devotamente verso il cielo stellato: "Pregate, gridava a noi, siate perseveranti, soffrite con pazienza e offrite le vostre sofferenze a Dio, così potete anche espiare una parte dei vostri peccati". Così parlava ripetute volte l'eroe cristiano che non era adirato contro i suoi nemici, ma che sopportava con pazienza tutte le sofferenze.<ref>F.M. Agnoli, ''Andreas Hofer eroe cristiano'', Res, Milano 1979, p. 96</ref>}}
Condotto a [[Mantova]], fu portato dinanzi a un tribunale militare. La popolazione di Mantova fece una colletta di 5000 scudi per liberare il condannato, ma non riuscendoci il denaro servì per pagare l'avvocato difensore Gioacchino Basevi.
Secondo la testimonianza del padre Antonio Bresciani, in una notte di prigionia una stufa esalò gas tossici. Mentre il carceriere dormiva Andreas Hofer si rese conto del pericolo e salvò il carceriere, nonostante l'occasione di fuga che gli si era proposta<ref>
Scrisse nella sua ultima lettera, indirizzata all'amico Puhler:
{{Quote|Carissimo fratello,
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Le esequie furono celebrate nella chiesa mantovana di San Michele, dove Hofer venne sepolto nel cimitero vicino.
Il canto
La salma di Andreas Hofer giace sepolta dal [[1823]] nella ''[[Hofkirche (Innsbruck)|Hofkirche]]'' a Innsbruck.
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== Bibliografia ==
* P. Gulisano, ''Andreas Hofer. Il tirolese che sfidò Napoleone'', Ancora, 2010
* Aa.Vv., ''Andreas Hofer eroe della fede'', Il Cerchio, Rimini, 1998.
* R. Sarzi, ''Andreas Hofer - A Mantova in catene...: La simpatia popolare per la vittima del dispotismo napoleonico, il processo e la condanna dell'eroe del Tirolo
* G. Faustini, ''Andreas Hofer nella storia'', Publilux, Trento 1985
* F.M. Agnoli, ''Andreas Hofer, eroe cristiano''
* G. Andreis, ''Andrea Hofer e la sollevazione del Tirolo del 1809, Memorie storiche'', Gnocchi, Milano 1856
* I. Caracciolo, ''Andrea Hofer nell'insurrezione antibavarese del 1809'', Zanichelli, Bologna 1928
* H. Fink, ''Zu Mantua in Banden
* K. Paulin, ''Andreas Hofer und der Tiroler Freiheitskampf 1809'' : nach geschichtlichen Quellen (''Andreas Hofer e la lotta tirolese per la libertà del 1809'': secondo le fonti storiche), Tosa-Verlag, Vienna/Wien(A), 1996. - ISBN 3-85001-579-3
* B. Sandbichler, ''Andreas Hofer 1809
== Filmografia ==
* ''Andreas Hofer 1809 – Die Freiheit des Adlers'' (
* ''Bergblut – Die Liebe einer Frau. Das Schicksal Tyrols.'' (
== Voci correlate ==
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