Fortezza: differenze tra le versioni

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[[File:WWI-French-trench-Hirtzbach-Woods-16-June-1917.jpg|thumb|Un soldato francese osserva da una trincea, [[Haut-Rhin]], [[Francia]], 1917]]
La tipica fortificazione passeggera è la [[trincea]], sostanzialmente uno scavo entro il quale si riparano i soldati e che costituisce esso stesso un ostacolo non indifferente. Essa servì all'inizio anche per approcciare le fortificazioni permanenti nemiche rimanendo abbastanza protetti dall'azione dei difensori. Per avvicinarsi alla fortezza assediata in modo da presentare un angolo favorevole assumeva un percorso complesso detta "a parallele", poi vennero introdotte delle traverse o un tracciato a dente di sega sempre per limitare l'effetto di colpi che l'avessero imboccata nel senso della lunghezza (tiro di infilata). Durante la [[prima guerra mondiale]] l'uso della trincea era diffuso; i sistemi trincerati erano assai articolati in profondità e come complessità, comprendevano anche ricoveri sotterranei e [[bunker]] in cemento data la staticità delle posizioni e l'effetto devastante delle moderne artiglierie. Già nella [[guerra di secessione]], importanti lavori campali avevano abbattuto l'aggressività delle rispettive controparti; molti ''fort'' citati nelle cronache e nella memorialistica in realtà erano dei poderosi trinceramenti estesi anche fuori terra mediante possenti terrapieni a protezione delle artiglierie e dei fucilieri. Nel [[XIX secolo]] infatti il confine tecnico fra opera permanente ed opera campale si fanno sfumati; il tipico forte dell'epoca era di fatto un enorme terrapieno poligonale costituente il fronte rivolto al nemico e che solo su un lato, quello posteriore, aveva dei bunker in muratura, a volte di mattoni e mura in pietrame, quali ricoveri a prova di bomba e spesso elevati di livello per ospitare postazioni in [[casamatta]] per i [[Cannone|cannoni]]. Agli angoli del poligono terrapienato, piccole casematte il cui tetto non superava il bordo del fossato difendevano l'interno di quest'ultimo dagli assalti nemici. Tolte queste possenti parti murarie, altre opere definite campali erano di fatto identiche. A [[Peschiera del Garda]], nel 1866 gli austriaci realizzarono dei "forti" che di fatto non compendiavano alcuna parte architettonica; questo perché il terrapieno garantiva ottima copertura alle sottostanti strutture murarie, ed era facile da erigere e modellare e riparare, fornendo ciononostante un'efficienza tattica a volte superiore ad una complessa fortificazione in pietrame e mattoni.
 
Opere di natura provvisoria erano anche le [[Batteria (militare)|batterie]], a volte dotate di elementi architettonici davvero minimi rispetto ai lavori in terra e tuttavia inserite nel dispositivo organico di difesa permanente. Si prevedeva di trasportarvi i cannoni al momento opportuno, installati sul normale affusto ruotato, al limite fissato a delle piattaforme in cemento con un sistema elastico di bloccaggio, mentre i cannoni da fortezza avevano affusti dedicati spesso fissati definitivamente alla struttura. Le opere come i forti e le batterie costituivano anelli o linee ad arco difensive di città o valichi, e si prevedeva che nei loro intervalli sorgessero, al momento opportuno, opere campali anche imponenti da cui il nome di "campo trincerato" dato alla fortificazione [[Ottocento|ottocentesca]] e del primo [[Novecento]].