Libro Quinto della Metafisica: differenze tra le versioni

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In sintesi ''tutto ciò che è indivisibile viene detto unità''.
Le cose hanno ''unità'' quando sono in relazione con ciò che costituisce un'unità. Ma questa definizione non è molto precisa, perché ha una struttura ricorsiva (ciò nella definizione viene chiamato in causa il termine da definire).
Aristotele comincia a definire l'unità nel suo senso principale, cioè quello di '''unità per sostanza'''. Scendendo un po' più nel dettaglio, è "uno" ciò che ha unità di sostanza per ''continuità'', ''specie'' o ''definizione''. Ma non sempre la continuità è garante di un'unità di sostanza: per esempio le parti di ununa scarpa messmesse in ordine casuale, hanno la continuità (sono tutte parti di un'unica cosa) ma non hanno unità. Ma per essere veramente una scarpa (unica) devono essere disposte secondo un ordine preciso. In alcuni casi, quindi, per garantire l'unità è necessario che ci sia '''unità di forma'''.
 
Aristotele tratta poi dell'uno inteso come ''principio numerico''. Con ciò non vuole intendere che l'uno sia l'inizio della serie numerica, bensì che il principio da cui tutti i numeri derivano.