Valeriano: differenze tra le versioni

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Valeriano, infatti, informato di una nuova invasione in Oriente, inviò a [[Bisanzio]] il console del [[237]], [[Lucio Mummio Felice Corneliano]] (a protezione del fronte nord del ''[[Pontus Euxinus]]'' contro nuove invasioni [[goti]]che), e si recò in tutta fretta ad [[Antiochia]], dove una volta riorganizzato l'esercito marciò fino in [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]], dove però incontrò la [[peste]] che decimò il suo [[esercito romano|esercito]]. Ciò permise a Sapore I di saccheggiare nuovamente altri territori romani.<ref>[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 36.1.</ref><ref name="Patrizio9">[[Pietro Patrizio]], ''Della situazione politica'', fram. 9.</ref>
{{Quote|Valeriano per debolezza di vita, non riuscì a mettere rimedio a una situazione divenuta ormai grave, e volendo porre fine alla guerra con donazioni di denaro,<ref name="Patrizio9"/> inviò a Sapore un'ambasceria, che fu rimandata indietro senza aver risolto nulla. Il Re dei re chiedeva di incontrarsi invece con l'Imperatore romano.|[[Zosimo (storico)|Zosimo]], ''Storia nuova'', I, 36.2.}}
 
[[File:Bas relief nagsh-e-rostam al.jpg|thumb|250px|Rilievo sasanide a [[Naqsh-e Rustam]] raffigurante [[Sapore I]] che tiene prigioniero Valeriano e riceve l'omaggio di [[Filippo l'Arabo]], inginocchiato davanti al sovrano sasanide.]]
 
Il racconto della fine di Valeriano, giunto a difendere Edessa dall'[[Battaglia di Edessa|assedio persiano]],<ref name="Zonara.XII.23">[[Giovanni Zonara|Zonara]], ''L'epitome delle storie'', XII, 23.</ref> dove i Romani avevano avuto notevoli perdite anche a causa di una pestilenza dilagante, varia molto nelle versioni romane:
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*un'altra fonte suggerisce che Valeriano chiese "asilo politico" al re persiano [[Sapore I]], per sottrarsi ad una possibile congiura, in quanto nelle file dell'esercito romano che stava assediando Edessa, serpeggiavano evidenti segni di ammutinamento.<ref name="Zonara.XII.23"/>
*gli scrittori cristiani [[Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio|Lattanzio]] e [[Paolo Orosio|Orosio]] raccontano, invece, che Valeriano fu punito dal Dio dei Cristiani per le sue ultime persecuzioni e quindi costretto a trascorrere i suoi ultimi giorni in schiavitù. Fu prima utilizzato come sgabello vivente da Sapore, per salire a cavallo,<ref>[[Aurelio Vittore]], ''Epitome de Caesaribus'', XXXII, 5-6.</ref><ref name="OrosioVII,3-4">[[Paolo Orosio|Orosio]], ''Historiarum adversos paganos libri VII'', VII, 3-4.</ref> poi ucciso, scuoiato, riempito di paglia e affisso in un tempio persiano come simbolo del trionfo sui Romani.<ref>[[Lattanzio]], ''De mortibus persecutorum'', 5.</ref><ref>Meijer, Fik, ''Emperors don't die in bed'', Routledge, 2004, ISBN 0-415-31202-7, p. 95.</ref>
 
[[File:Bas relief nagsh-e-rostam al.jpg|thumb|250px|Rilievo sasanide a [[Naqsh-e Rustam]] raffigurante [[Sapore I]] che tiene prigioniero Valeriano e riceve l'omaggio di [[Filippo l'Arabo]], inginocchiato davanti al sovrano sasanide.]]
 
Secondo invece la fonte ufficiale persiana delle ''[[Res Gestae Divi Saporis]]'':