Massimbona: differenze tra le versioni

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La piccola frazione di '''Massimbona''' è situata a circa 4 km dal centro di [[Goito]], in [[provincia di Mantova]].
 
==Etimologia==
Due ipotesi sono oggi dominanti riguardo all'origine del nome di questa frazione: da una parte esso indicherebbe le brevi soste lungo la via principale, che in latino venivano definite come ''Mansiones'', mentre secondo un'altra ipotesi, il termine deriva dal latino-medievale ''Mansus'', che significa podere, e che, unito all'aggettivo "bona" rimanderebbe ai poderi di terra fertile che dominavano in questo territorio paludoso.
Due ipotesi sono oggi dominanti riguardo all'origine del nome: da una parte esso indicherebbe le brevi soste lungo la via principale, che in latino venivano definite come ''Mansiones'', mentre secondo un'altra ipotesi, il termine deriva dal latino-medievale ''Mansus'', che significa podere, e che, unito all'aggettivo "bona" rimanderebbe ai poderi di terra fertile che dominavano in questo territorio paludoso.
 
==Storia==
L'importanza del borgo nel corso dei secoli è legata alla presenza di due elementi peculiari del suo paesaggio: la [[via Postumia]], dei Romani che, di passaggio nella frazione, rappresentava un collegamento fondamentale tra le città di [[Mantova ]] e [[Verona]], favorendo soprattutto il passaggio di mercanti e pellegrini, e il fiume [[Mincio]], che qui ristagna formando una sorta di [[guado]], e favorì la costruzione di un mulino.
 
Il borgo di Massimbona viene citato per la prima volta nei documenti d'archivio nel [[1279]]<ref name=o/>. Nei archivi del secolo [[XIV secolo]], vengono indicati come possedimenti di alcuni componenti della famiglia [[Gonzaga]]<ref name=o>[http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2007/10/13/news/reportage-centri-spopolati-massimbonaun-mulino-venti-gatti-e-l-osteria-1.69505 ''Reportage/Centri spopolati: Massimbona Un mulino, venti gatti e l'osteria''] su gazzettadimantova</ref>, quando i territori furono di [[Ludovico Gonzaga]], nel [[XIV secolo]] diede un importante contributo allo sviluppo del borgo, dando avvio alla sua sistemazione idraulica e migliorando la gestione agricola della zona. Verso la fine del [[Cinquecento]], a seguito della caduta della famiglia [[Gonzaga]], il territorio passa sotto il controllo di altre casate nobiliari, come i conti Chieppio, Custoza e infine i marchesi Cavriani<ref name=o/> nel 1732: questi ultimi prima riscattarono molti terreni che erano stati sottoposti a vincoli durante il controllo del borgo da parte dei Custoza e ne acquistarono altri, al fine di ottenere il pieno controllo del territorio. Nel periodo del governo di questa casata, la situazione agricola nella località migliorò ulteriormente, venne inoltre favorita l'attività del mulino e abbellita la chiesa di S.Pietro in Vincoli<ref>L'importanza del dominio di questa famiglia per il borgo è anche ben documentata nelle tavole d'estimo dei terreni e prefabbricati nel territorio di Goito redatta nel 1770, oltre che nel catasto lombardo-veneto del 1860</ref>.
Verso la fine del [[XIX secolo]] Massimbona viene poi suddivisa in vari possedimenti di proprietà delle varie famiglie borghesi disperse sul territorio; in seguito, probabilmente nel corso della dominazione austriaca, il borgo diventa [[Comune]], anche se è direttamente dipendente da [[Goito]]