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Ferruccio Bellè
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==Carriera==
Nato in provincia di [[Treviso]], si trasferisce per lavoro prima a [[Venezia]] e poi nel paese appenninico di [[Borgo Val di Taro]], in provincia di [[Parma]], dove continua l'attività di commerciante del legname. E' stato iscritto alle sezioni Aia[[Associazione Italiana Arbitri|AIA]] di Venezia e poi di Parma.
Debutta molto presto in [[serie A]], nel 1940, in occasione della partita [[Torino Football Club|Torino]]-[[Genoa Cricket and Football Club|Genova 1893]]. Sarebbe diventato uno dei più importanti arbitri italiani dell'immediato Dopoguerra: si aggiudica il prestigioso "[[Premio Giovanni Mauro]]" alla carriera arbitrale nel 1949, e nelle 173 partite della massima serie affidategli tra il 1940 e il 1955 (data del ritiro dai campi) dirige gare di alto calibro, come i Derby di Roma, Torino, Milano e le sfide "classiche" Juve-Milan e Juve-Inter.<ref>[http://www.wikicalcioitalia.info/varb.php?idarb=268]</ref>
Internazionale tra il 1951 e il 1955, dirige in occasione dei [[Giochi del Mediterraneo]] del 1951 in Egitto.
Dismessi i panni di arbitro effettivo, diventa prima commissario speciale in serie A dal 1957, e poi presidente della Sezione [[Aia]]AIA di Parma e rappresentante AiaAIA presso il Giudice Sportivo della Lega per i Campionati Semiprofessionistici.
A lui si deve la scoperta del talento di grandi arbitri italiani, come i parmensi [[Alberto Michelotti]] ed Arnaldo Prati.
 
Muore il 13 settembre 1969, rimasto carbonizzato sulla propria auto dopo un pauroso incidente stradale.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0019/articleid,0127_01_1969_0215_0019_4961961/]</ref>
 
==Note==