Luigi Parpagliolo: differenze tra le versioni
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==Cenni biografici==
Scrittore [[Calabria|calabrese]], laureato in [[giurisprudenza]], la fama di Parpagliolo è soprattutto legata all'attività lungamente svolta presso la Direzione per le Antichità e Belle Arti del [[Ministero della Pubblica Istruzione]] (vi entrò dal 1900 per restarvi fin ben oltre gli [[anni 1940|anni
Fra gli innumerevoli saggi di Parpagliolo, trova posto anche il volume ''La difesa delle bellezze naturali d'Italia'' (Società editrice d'arte illustrata, Roma [[1923]]), che viene considerato, al pari della ''Relazione'' di [[Erminio Sipari]], artefice e primo presidente del Parco abruzzese, uno dei manifesti della prima conservazione della natura in Italia. Tale volume, che consta di oltre 230 pagine, affronta temi relativi al movimento italiano a favore delle bellezze naturali e alle prime iniziative legislative in materia, recando in appendice, oltre ad interessanti cenni storici sui [[parchi nazionali]], italiani ed esteri, anche i regi decreti istitutivi del Parco nazionale d'Abruzzo e del [[Parco nazionale del Gran Paradiso]]. Sempre nel solco naturalistico s'inscrivono i suoi saggi comparsi sulla «[[Nuova Antologia]]», quali ''Per le bellezze naturali d'Italia'' ([[16 novembre]] [[1911]]), ''Per una legge che tuteli le bellezze naturali d’Italia'' ([[1º aprile]] [[1914]]) e ''Il parco nazionale dell'Abruzzo'' ([[16 maggio]] [[1918]]).
Ha curato la pubblicazione del ''Codice delle antichità e degli oggetti d'arte'' (2 voll., Loescher, Roma 1913, poi ampliato nelle edizioni del 1932) e della collana in sei volumi ''Italia, negli scrittori italiani e stranieri'' (Morpurgo, Roma 1928-1941).
==Bibliografia==
*L. Piccioni, ''Il volto amato della Patria. Il primo movimento per la protezione della natura in Italia, 1880-1934'', Università degli Studi di Camerino, Camerino 1999, pp. 74-77 e 260-271.
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