Rodolfo III di Borgogna: differenze tra le versioni
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Nel [[993]], alla morte del padre, Rodolfo, all'età di venticinque anni, gli succedette sul trono di Arles o delle due Borgogne.
Secondo la tradizione, fu un re molto debole, che permise agli imperatori della casa di Sassonia di intervenire nelle questioni del regno, rinunciando all'autonomia, che gli costò l'epiteto di ''fannullone'' quando era ancora in vita. Ma, nei primi anni di regno, per la verità, cercò di stabilire e rinforzare un'autorità, che, negli ultimi anni del regno di suo padre, era divenuta precaria. Ne nacque una ribellione da parte dei nobili che Rodolfo non seppe domare, e dovette ricorrere all'aiuto dell'imperatore, [[Ottone III del Sacro Romano Impero|Ottone III]].<br>Nel [[999]], la nonna di Ottone, la vecchia imperatrice
Il successore di Ottone, [[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]], che era nipote di Rodolfo<ref>[[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]] era figlio della sorellastra di Rodolfo, [[Gisella di Borgogna|Gisella]] ([[955]]-[[1006]]).</ref>, si dimostrò subito aggressivo nei confronti del regno di Arles e, nel [[1006]], si impadronì di Basilea che tenne per parecchi anni. Questa azione fu il primo passo verso la fine dell'indipendenza del regno di Arles perché poi Enrico II pretese che Rodolfo lo riconoscesse suo erede.
Nel [[1011]], Rodolfo sposò Ermengarda, parente molto prossima (
Nel [[1016]], i nobili del regno, guidati dal conte di Borgogna, [[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]]<ref>[[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] era la più importante personalità del regno di Arles, possedeva anche la contea di Mâcon, nel regno di Francia ed era il suocero del duca d'[[Aquitania]], [[Guglielmo V di Aquitania|Guglielmo il Grande]], del conte di [[Provenza]], [[Guglielmo II di Provenza|Guglielmo il Pio]] e del conte di [[Nevers]].</ref>, si ribellarono<ref>La ribellione nacque per la nomina del vescovo di [[arcidiocesi di Besançon|Besançon]], che contrappose il re Rodolfo al suo vassallo Ottone Guglielmo, che voleva comandare nella sua contea. Rodolfo impose il suo candidato ma Ottone lo cacciò dalla città ed impose il suo.</ref> e Rodolfo si rivolse all'imperatore [[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]], che, a [[Strasburgo]], ricevette l'omaggio di Rodolfo che lo riconobbe come protettore ed erede, nel caso fosse morto senza lasciare un erede legittimo.
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Ma l'imperatore reagì e nel [[1018]] obbligò Rodolfo ed i nobili più in vista<ref>[[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] non era tra questi, e dato che era il figlio dell'ex re d'Italia, [[Adalberto II d'Ivrea]], non è del tutto da scartare l'opinione di alcuni storici che dicono che Ottone Guglielmo mirasse al trono del regno di Arles.</ref> a sottomettersi completamente<ref>[[Enrico II del Sacro Romano Impero|Enrico II]] condusse una nuova spedizione contro [[Ottone I Guglielmo di Borgogna|Ottone Guglielmo]] di cui non si conoscono gli esiti, ma è presumibile che furono simili a quelli del 1016.</ref> rinnovando solennemente gli impegni presi a Strasburgo.
Nel [[1024]], alla morte dell'imperatore Enrico II, Rodolfo venne spinto dai nobili del regno a revocare l'impegno preso con il medesimo<ref>Rodolfo riteneva che l'impegno di nominare erede e suo successore Enrico decadeva con la sua morte, ma il nuovo re di Germania [[Corrado II|Corrado il Salico]], futuro imperatore, al contrario sosteneva che l'impegno era con l'imperatore e quindi era da mantenere a prescindere dalla persona dell'imperatore.</ref>, otto anni prima. In questa circostanza
Nel [[1025]], il nuovo re di Germania [[Corrado II|Corrado il Salico]], marito di sua nipote [[Gisella di Svevia]]<ref>Gisella era la figlia di sua sorella Gerberga</ref>, occupò [[Basilea]] per forzarlo a confermargli la successione; Rodolfo si sottomise e, nel [[1027]], come un vassallo, si recò a [[Roma]] e assistette all'incoronazione imperiale di [[Corrado II]]<ref> All'incoronazione di [[Corrado II|Corrado il Salico]] era presente anche il re di [[Danimarca]] e [[Inghilterra]], [[Canuto I di Danimarca|Canuto]]</ref>. Corrado, dato che il conte di Borgogna, Ottone Guglielmo, era morto l'anno prima, non aveva che da attendere la morte di Rodolfo e poi prendere possesso del regno di Arles<ref>In quello stesso anno ([[1027]]), a [[Muttenz]], Corrado aveva ricevuto le insegne reali, la corona e la lancia di san Maurizio, ed era stato riconosciuto ufficialmente erede.</ref>.
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