Repubblica Sociale Italiana: differenze tra le versioni

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== Dal Gran Sasso al lago di Garda, passando per la Germania ==
La nascita di un governo fascista nell'Italia occupata dai tedeschi era già stata pianificata dai vertici di Berlino prima della liberazione di Mussolini: inizialmente si pensò ad un governo con [[Alessandro Pavolini]], [[Vittorio Mussolini]] e [[Roberto Farinacci]] - esuli in Germania dopo il 25 luglio - ma nessuno dei tre sembrava dare sufficienti garanzie alla Germania, mentre Farinacci rifiutò ogni incarico<ref name=cospitoneulen10/>. Si ventilò allora la possibilità di affidare il governò a [[Giuseppe Tassinari]]. La liberazione di Mussolini risolse il problema<ref name=cospitoneulen10>{{cita|Cospito, Neulen|p. 10}}.</ref>.
 
La liberazione di Mussolini era stata minuziosamente organizzata dai tedeschi, per diretto ordine di [[Adolf Hitler|Hitler]], e venne realizzata il [[12 settembre]] da truppe scelte guidate da [[Kurt Student]], [[Harald-Otto Mors]] e dal maggiore [[Otto Skorzeny]], che dopo aver preso possesso dei luoghi e liberato il prigioniero, lo condusse a [[Monaco di Baviera]]. Qui Mussolini discusse della situazione del nord Italia in una serie di colloqui (durati due giorni) con Hitler dei quali non è giunto alcun verbale<ref name=cospitoneulen10/>. Inizialmente depresso e incerto, Mussolini fu convinto da Hitler<ref name=cospitoneulen10/>, che sembra aver minacciato di ridurre l'Italia "peggio della Polonia", ed accettò di costituire un governo fascista al nord<ref>Lo storico [[Renzo De Felice]] cita la frase che, secondo [[Carlo Silvestri]], Hitler avrebbe rivolto a Mussolini:"L'Italia settentrionale dovrà invidiare la sorte della Polonia se voi non ridate valore all'alleanza fra la Germania e l'Italia mettendovi a capo dello Stato e del nuovo governo. In tal caso il conte Ciano non vi sarà consegnato. Egli sarà impiccato qui in Germania. O il nuovo governo della repubblica fascista si impernia sul binomio Mussolini-Graziani o l'Italia sarà trattata peggio della Polonia. Peggio, dico, perché la Polonia fu considerata un Paese di conquista; l'Italia sarà considerata il Paese dei traditori senza discriminazioni", in R. De Felice, ''Mussolini l'alleato - La guerra civile'', Einaudi, pp. 60 e 61. Peraltro altre fonti, tra cui [[Frederick William Deakin]], Erich Kuby, [[Giorgio Bocca]], non confermano l'autenticità della frase riferita da Silvestri.</ref>.