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L'inizio del [[XX secolo]] fu caratterizzato dalla decisione di poter lasciare effettuare a privati sessioni di scavo, per lo più al di fuori della antica città: questo provvedimento, molto discusso, provocò la perdita di notevoli reperti, ma permise al contempo di ottenere importanti informazioni su opere fondamentali dei pompeiani della città come ad esempio sul [[porto]], che fu individuato tra il [[1899]] e il [[1901]], nei pressi di un canale del fiume Sarno<ref name="1910-61">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1910-1961&idSezione=764&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1910 al 1961|accesso=16-01-2012}}</ref>. Antonio Sigliano divenne direttore degli scavi nel [[1905]] e promosse un importante progetto di esplorazione, che purtroppo non riuscì a concludere: si trattava di una serie di sondaggi sotterranei, per conoscere la storia pre-romana di Pompei ed allo stesso tempo diverse esplorazioni di necropoli nei pressi delle porte Vesuvio, di Nola e di Ercolano, quest'ultime di origine [[Sanniti|sannitica]]. Nel [[1911]] Vittorio Spinazzola divenne il nuovo direttore degli scavi: sotto la sua dirigenza, le indagini
Dal [[1967]], in concomitanza con l'assunzione degli scavi da parte di [[Alfonso De Franciscis]], le indagini subirono una brusca frenata<ref name="1961-97">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=1961-1997&idSezione=768&idSezioneRif=525|titolo=Gli scavi dal 1961 al 1970|accesso=16-01-2012}}</ref>: il patrimonio era diventato molto ampio e tutto il complesso aveva bisogno di continue opere di restauro; fu così che l'attenzione si focalizzò su un aspetto conservativo, mentre nuovi scavi riguardarono solo singoli edifici e non più intere aree, come la Casa di Giulio Polibio, esplorata tra il [[1964]] ed il [[1977]] e la Villa di Fabio Rufo<ref name="1961-97"/>. Un grave colpo fu dato dal [[terremoto dell'Irpinia]] del [[1980]] che provocò notevoli danni alle rovine, rendendo necessaria una totale opera di riassetto; le attività di risistemazione servirono di una grossa documentazione fotografica, iniziata nel [[1977]] e terminata pochi giorni prima del sisma, dove tutte le pitture e le decorazioni, vennero fotografate e catalogate<ref name="Doc 1961-97">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=La%20documentazione%20degli%20scavi&idSezione=769&idSezioneRif=768|titolo=La documentazione degli scavi dal 1961 al 1970|accesso=16-01-2012}}</ref>. Dal [[1987]] gli scavi proseguirono nella zona del regio IX, nei pressi di Via dell'Abbondanza<ref name="1961-97"/>; nel [[1995]] partì l'opera di documentazione di tutto il patrimonio architettonico, analizzando ogni singolo monumento<ref name="Doc 1961-97"/>. Nel [[1997]] l'area archeologica di Pompei, insieme a quella di [[Scavi archeologici di Ercolano|Ercolano]] ed [[Scavi archeologici di Oplonti|Oplonti]], entrò a far parte della [[lista dei patrimoni dell'umanità]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]]<ref>{{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/829|titolo=Scheda dell'UNESCO|accesso=16-01-2012}}</ref>.
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