Luciano Morpurgo: differenze tra le versioni

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Luciano Morpurgo studiò a Venezia presso il [[Liceo Foscarini]], il cui convitto era tradizionalmente frequentato dai giovani dalmati le cui famiglie volevano impartir loro un'educazione in lingua italiana. Laureatosi a [[Università di Padova|Padova]] nel 1907, risalgono proprio a questi anni le sue prime fotografie d'autore.
 
All'entrata in guerra dell'Italia nel 1915, lasciò clandestinamente Spalato - allora nell'[[Impero Austroungarico]] - per Roma, ove iniziò ad occuparsi professionalmente di fotografia. Nel 1919 fondò la ''Società Tipografica Grafia S.E.D.A. – Sezione Edizioni d’ Arted’Arte'' divenuta nel 1924 ''I.F.I. - Istituto Fotografico Italiano''. Nel 1925 fondò la ''Casa Editrice Luciano Morpurgo'', con l’ intentol’intento di pubblicare libri di viaggio e di arte.
 
Agli anni '20 e '30 del XX secolo risalgono alcuni dei suoi più famosi ''reportage'', fra i quali particolarmente significativo rimase un suo servizio fotografico del 1927 sulla [[Palestina]], oltre ad una serie di campagne fotografiche sulle città minori ed i paesi d'Italia.
 
Nel 1938 pubblicò un fortunato libro per l'infanzia, dal titolo ''Quando ero fanciullo'': si è però nel pieno delle leggi razziali e quindi Morpurgo fu costretto a ritirare l'opera. Iniziò un periodo penoso per Morpurgo, che per l'Italia aveva lasciato la sua città natale e che si vedeva da essa ripudiato, impossibilitato a lavorare e a condurre una vita normale. Per i suoi meriti particolari, Morpurgo - che scrisse anche una lettera di supplica a [[Benito Mussolini|Mussolini]] - il 26 ottobre 1941 venne discriminato (e cioè ''escluso'') dall'applicazione piena delle leggi razziali: gli venne quindi consentita la ripresa dell'attività editoriale e la ristampa di ''Quando ero fanciullo'', purché non utilizzasse il suo vero nome ma uno pseudonimo: fu così che nel 1942 riapparve nelle librerie il suo libro, a nome di ''Luciano Spalatino''.
 
Scampato alle persecuzioni naziste successive al 1943, al termine della guerra Morpurgo riprese in pieno la sua attività: nel 1946 pubblicò con la sua nuova casa editrice ''Dalmatia'' un secondo libro autobiografico, ''Caccia all'uomo'', interamente dedicato alla sua storia personale e alla tragica storia degli ebrei italiani e spalatini nel periodo della guerra e dell'annessione di Spalato all'Italia.