Felice Cavallotti: differenze tra le versioni

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[[File:IMG 4976 - Intra - Monumento a Felice Cavallotti - Foto Giovanni Dall'Orto - 3 febr 2007.jpg|thumb|left|Monumento a Felice Cavallotti a [[Verbania]]]]
[[File:Via felice cavallotti, lapide felice cavallotti.JPG|thumb|Targa a Felice Cavallotti nella via a lui dedicata, Firenze]]
[[File:Felice Cavallotti - Fotografia di Tony Frisina - Alessandria - DSC00675.JPG|thumb|left|Il monumento a Felice Cavallotti presso i Giardini Pubblici di Alessandria (opera di [[Giovanni Rapetti]])]]
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===I rapporti con il movimento socialista===
Cavallotti, che nel [[1871]] aveva espresso il proprio appoggio alla [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], mostrava attenzione verso le idee [[marxismo|marxiste]], pur non condividendo fino in fondo l'approccio di classe alla “questione sociale” che peraltro anche lui denunciava da parlamentare. Se i socialisti vedevano nel Partito Radicale una ''sinistra borghese'', nei fatti radicali e socialisti si trovarono insieme nelle lotte per l'emancipazione delle classi subalterne e nell'opposizione al [[Guerra di Abissinia|colonialismo italiano]]. Il primo operaio ad essere eletto parlamentare, nel 1882, tra le file dei radicali fu [[Antonio Maffi]]. E a [[Napoli]], colpita dall'[[epidemia]] di [[colera]], a trovarsi al fianco delle classi popolari nel [[1885]] furono il socialista [[Andrea Costa]], l'[[Anarchismo|anarchico]] [[Errico Malatesta]] e il radicale Cavallotti.
[[File:IMG 4976 - Intra - Monumento a Felice Cavallotti - Foto Giovanni Dall'Orto - 3 febr 2007.jpg|thumb|left|Monumento a Felice Cavallotti a [[Verbania]]]]
 
===I rapporti con la massoneria===
Pur condividendo appieno il carattere [[radicalismo|radicale]] e [[anticlericalismo|anticlericale]] che il [[Gran maestro|Gran Maestro]] [[Ettore Ferrari]] aveva impresso alla [[Massoneria in Italia|massoneria]], Cavallotti non fu mai massone<ref>Alessandro Galante Garrone, I radicali in Italia (1849-1925), Garzanti, Milano, 1973, pag. 252</ref><ref>Aldo A. Mola, ''Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni'' , Bompiani, Milano, 1992, pag. 209</ref>. Fu lui stesso a smentire esplicitamente la sua appartenenza all'ordine, con una lettera al direttore dell'''Italia Reale'' del [[9 gennaio]] [[1895]]: "Per semplice esattezza la prego di ripetere che io non sono mai stato massone, non mi sono mai iscritto a nessuna loggia, non faccio parte di alcuna e non credo e non debbo credere che siasi abusato del mio nome. Se fossi massone non ci vedrei nulla a dirlo. Non essendolo, non mi approprio di una qualifica che non ho"<ref>Rosario F. Esposito,''La massoneria e l'Italia. Dal 1800 ai nostri giorni'', Edizioni paoline, Roma, 1979, pag. 480, n.</ref>.