Lucio Anneo Seneca: differenze tra le versioni

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Gli ultimi anni: precisazione sulla morte
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Progressivamente tale rapporto si deteriorò e, verso il [[62]], dopo la morte di Burro, con Nerone ormai avviato alla fase conclusiva del suo regno, Seneca, vista venir meno la sua influenza di consigliere politico, si ritirò gradualmente alla vita privata, dedicandosi ai suoi studi.
 
Inviso ormai e sospetto a Nerone e a [[Tigellino]], nuovo prefetto del pretorio, Seneca fu coinvolto nella congiura di Pisone (aprile [[65]]), di cui era forse solo al corrente, senza esserne partecipe e, nella repressione che la seguì, fu condannato a morte da Nerone e si tolse la vita. Si tagliò le vene, ma poichè il sangue, lento per la vecchiaia e il denutrimento, non defluiva, dovette ricorrere al veleno usato anche dal filosofo Socrate, la cicuta. Tuttavia la lenta [[emorragia]] non gli permise di deglutire; così, secondo la testimonianza di [[Tacito]], si immerse in una vasca di acqua calda per favorire la perdita di sangue e raggiungere una morte lenta e straziante.
 
Centro della riflessione di Seneca è l'uomo e la sua possibilità di raggiungere la serenità e la libertà interiore attraverso il dominio della razionalità sulle passioni. L'elaborazione di un nuovo linguaggio dell'interiorità da lui compiuta fu fondamentale per il pensiero cristiano.