Josef Noldin: differenze tra le versioni

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Fu avvocato e organizzatore di scuole private durante il [[fascismo|periodo fascista]].
Nel 1906 maturò con lode presso il ginnasio dei Francescani a Bolzano, dopodiché studiò giurisprudenza all'[[Università di Innsbruck]] dove ottenne il titolo di avvocato nel 1912. Nei primi anni lavorò come avvocato a [[Mezzolombardo]] (allora ''Deutschmetz''). Partecipò alla [[prima guerra mondiale]] come ''Kaiserjägeroffizier'', dove fu gravemente ferito e catturato il 16 febbraio 1915 dai russi, che lo deportataronodeportarono in [[Siberia]] (il trasporto durò quasi 8 mesi) quale prigioniero fino al 1920.<ref>"Südtiroler Gestalten" di Karl Wieninger, pag. 357, Athesia 1977 (libro con biografie di personaggi sudtirolesi)</ref>
 
Tornato a [[Salorno]] nel 1921, si rifiutò di dichiararsi italiano. Dopo il divieto delle scuole tedesche, organizzò assieme a [[Michael Gamper]] scuole private per permettere l'insegnamento del tedesco in case private, le cosiddette ''[[Katakombenschule]]n''. Nonostante un ulteriore divieto di queste scuole private, continuò con l'insegnamento, dato che nel resto d'Italia le scuole private tedesche non erano proibite. Nel 1925 fu arrestato per aver organizzato una festa natalizia con i bambini di Salorno. Nel 1927, grazie ad una nuova legge, fu condannato all'esilio a [[Lipari]] in quanto antifascista. Tornato da Lipari, dove fu infetto da una febbre malarica, verso la fine del 1928, gli venne proibito di recarsi all'estero (a [[Karlsbad]]) per cure.<ref>Eduard Widmoser, ''Südtirol A-Z'', vol. III, p. 428, ISBN 3878030071</ref> Anche la richiesta di essere reinserito nell'ordine degli avvocati gli fu negato dal prefetto di Trento il 29 marzo 1929<ref>"Südtiroler Gestalten" di Karl Wieninger, pag. 367, Athesia 1977 (libro con biografie di personaggi sudtirolesi)</ref>. Morì all'età di 41 anni a seguito della malattia.