Vetrego: differenze tra le versioni
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Oltre ai nuovi arrivati anche alcuni vecchi abitanti di Vetrego erano riusciti a diventare proprietari del podere che avevano lavorato per secoli come fittavoli. La situazione socio-economica era cambiata e lo spirito rivendicativo era arrivato a far rompere il cerchio di sottomissione e paura che dai tempi dei monaci di Sant’Ilario, passando per i nobili veneziani e gli ultimi borghesi li aveva tenuti legati alla terra altrui.
Uno dei fatti più significativi, che si inserisce nel contesto nazionale, avvenne il [[15 novembre]] [[1907]], quando tre famiglie, fittavoli del latifondista Guido Della Pozza, si ribellarono. Il proprietario voleva che le tre famiglie che lavoravano i terreni che aveva da poco acquistato se ne dovevano andare per lasciar posto a tre nuove famiglie provenienti da fuori paese. Avuta la notizia i componenti delle tre famiglie, con l’aiuto dei vicini di casa che solidarizzarono con loro, marciarono all’assalto della villa del Pozza a Marano Veneziano [[Mira (VE)]] ), poco lontano dal paese, facendo volare le tegole del tetto.
Per sedare i tumulti dovettero intervenire i [[Carabinieri]] a cavallo, i quali arrestarono diversi dimostranti, compresa una donna in avanzato stato di gravidanza tanto che partorì il figlio durante il periodo dell’arresto.
Della rivolta si dovette interessare il Sindaco di [[Mirano]] Paolo Errera, il Curato di Vetrego, l’ex proprietario
Venne trovato un accomodamento e le tre famiglie poterono continuare l’affittanza per un altro anno agricolo, fino al successivo [[San Martino]] ma diversi rivoltosi rimasero in prigione per diversi mesi in attesa processo. Ancora nel giugno del [[1908]] c’erano ancora ben otto contadini in carcere. Subirono un’istruttoria particolarmente lenta e complessa e ben due processi e solo l’aiuto (legale
=== la Parrocchia autonoma===
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