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Nuova pagina: ==Economia== {{Vedi anche|Economia d'Italia}} thumb|250px|[[Palazzo Mezzanotte sede della Borsa di Milano]] Membro del G8, seco...
 
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A causa della dura [[crisi economica del 2008-2010]], nel 2010 il [[tasso di disoccupazione]] in Italia ha raggiunto l'8,4%, vicino di nuovo all'8,6% del 2002 ma lontano dai minimi degli ultimi anni del 6,1% del 2007.<ref>{{Cita news|url=http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCV_TAXDISOCCU&Lang=|titolo=Tasso di Disoccupazione|pubblicazione=sito Istat|accesso=10-11-2011}}</ref>
 
===RisorseStruttura economica===
[[File:PIL Italia III-2009.svg|thumb|200px|Il [[PIL]] del terzo trimestre 2009 suddiviso tra le principali attività macro-economiche (dati [http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/contitri/20091210_00/testointegrale20091210.pdf ISTAT])]]
Di seguito la tabella che riporta il [[PIL]],<ref>{{Cita web|http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/contitri/20110610_00|Dati Istat - Conti economici nazionali|19-9-2011}}</ref> prodotto in Italia ai prezzi correnti di mercato nel 2010, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali attività macro-economiche:
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===RisorseSettore minerarieprimario===
 
====Agricoltura====
[[File:Puglia Mattinata1 tango7174.jpg|thumb|265px|[[Oliveti]] nel [[Gargano]]]]
Nel corso del XX secolo l'Italia si è trasformata da paese prevalentemente agricolo a paese industriale vero e proprio. Di conseguenza, il settore agricolo (comprensivo di [[selvicoltura]] e [[pesca]]) ha visto l'occupazione calare drasticamente, passando dal 43% al 6% del totale,<ref>{{Cita web|http://economia.unipr.it/DOCENTI/ZUPPIROLI/docs/files/01_SAA.pdf|Il sistema agroalimentare|27-6-2011}}</ref> una percentuale minima nel quadro economico nazionale. Bisogna altresì considerare che pur avendo una conformazione prevalentemente montuosa, non adatta per l'[[agricoltura]], al 2009 l'Italia impiega in questo settore una forza lavoro di circa 1,05 milioni di unità.<ref name=CIA/>
 
L'Italia produce grandi quantitativi di cereali, come [[frumento]] (8.951.590 tonnellate), [[mais]] (9.789.401 tonnellate) e [[Oryza sativa|riso]] (1.388.927 tonnellate),<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=9A%7C8A%7C15A%7C18A%7C25A|titolo=ISTAT - Produzione cereali 2008|accesso=8-12-2010}}</ref> di [[soia]] (353.761 tonnellate) e di [[barbabietola da zucchero]] (3.845.791 tonnellate);<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=9A%7C8A%7C15A%7C18A%7C25A%7C29A|titolo=ISTAT - Produzione di soia e barbabietola 2008|accesso=8-12-2010}}</ref> tutte coltivate principalmente nelle regioni del nord. L'Italia contende alla Francia il primato mondiale della produzione di [[vino]] ed è seconda solo alla Spagna per la produzione di [[olio d'oliva]].<ref name=Enc2006>Italia - Economia - Agricoltura, allevamento e pesca su Encarta 2006.</ref> Il meridione è specializzato nella coltura degli ortaggi ([[pomodori]], [[insalata]], [[finocchi]], [[peperoni]], [[cavolfiori]], [[sedano]]), segnatamente la Puglia, che fornisce oltre il 10% della produzione agricola nazionale<ref name=Enc2006/> e il 31,4% della produzione olearia nazionale.<ref>{{Cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=15A%7C21A%7C32A|titolo=ISTAT - Produzione olearia nazionale 2008|accesso=9-12-2010}}</ref> Inoltre è la prima nazione al mondo per la produzione di [[Actinidia chinensis|kiwi]].<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.fao.org/es/ess/top/commodity.html?lang=en&item=592&year=2005|titolo=Major food and agricultural commodities and producers - FAO|accesso=18-2-2010}}</ref>
 
Per quanto concerne gli alberi da frutto il [[Trentino-Alto Adige]] è specializzato nella produzione di [[mela|mele]], la [[Sicilia]] e la [[Calabria]] in [[agrumi]], l'[[Emilia-Romagna]] in [[pera|pere]] e [[Prunus persica|pesche]], la [[Campania]] in [[albicocche]] e [[fichi]], la [[Puglia]] in [[ciliegie]].
 
L'[[allevamento]], soprattutto suino, ovino e bovino, rispettivamente con 9.252.447, 8.175.196 e 6.179.086 capi,<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=15A%7C18A%7C25A%7C29A%7C8A%7C9A|titolo=ISTAT - Consistenza allevamenti 2008|accesso=8-12-2010}}</ref> è praticato in tutta Italia, anche se in quantità e modalità differenti da zona a zona. Tuttavia questa attività non riesce a soddisfare il fabbisogno interno.<ref name=Enc2006 />
 
La produzione complessiva della [[pesca]] marittima e lagunare, comprensiva di crostacei e molluschi, si attesta nel 2009 a 242.431 tonnellate. Oltre il 20% del pescato viene dalla Sicilia, seguita da Puglia, Veneto e Marche.<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/NewDownload.jsp?id=13A&anid=2009|titolo=Agricoltura e zootecnia|accesso=22-9-2011}}</ref> Per quanto riguarda l'[[acquacoltura]], nel 2008 la produzione italiana è stata pari a 237.520 tonnellate.<ref>{{Cita web|url=http://ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5172|accesso=17-10-2011|titolo=Compendio statistico del settore ittico 2009}}</ref>
 
====Risorse minerarie====
{{Vedi anche|Legislazione mineraria italiana}}
Il territorio italiano presenta giacimenti minerari di varia tipologia che, fino al termine del XX secolo, hanno consentito una fruttuosa produzione di [[Mercurio (elemento)|mercurio]], [[antimonio]], [[piombo]], [[zinco]], [[argento]], [[ferro]] e di [[minerali]] quali [[pirite]], [[fluorite]], [[amianto]] e [[bauxite]]. Successivamente, tuttavia, i [[giacimenti]] con un potenziale sfruttamento economico sono diminuiti, e l'attività mineraria rimasta si è concentrata sui [[evaporite|sali evaporitici]], le [[marna (roccia)|marne]] [[cemento|cementizie]], le [[argille]] (principalmente [[bentonite]] e [[montmorillonite]]) e i [[feldspati]], per l'[[ceramica|industria ceramica]] e i [[refrattari]]; sempre attiva l'attività estrattiva, tipica per l'Italia, delle numerose [[Cava (miniera)|cave]] di [[marmo]] ed altre rocce per l'[[edilizia]], l'estrazione di [[pomice]], [[ossidiana]], [[pozzolana]] e [[talco]].<ref>{{cita|Zuffardi||cidAuvari}}</ref>
 
====Energia====
{{Vedi anche|Energia elettrica in Italia|Energia nucleare in Italia}}
[[File:TrivelleRagusaS1.jpg|thumb|220px|Ragusano: pompe di estrazione petrolifera a testa pozzo]]
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Nel 2009 la produzione annua di petrolio si aggira sui 53,5 milioni di barili (a fronte di un consumo annuo di 561 milioni)<ref name=CIA/> ed è stimato che circa 800 milioni di [[barili di petrolio]] si trovino in giacimenti ancora da scoprire.<ref>{{Cita|Fantoni ''et al.''||cidFant}}</ref>
 
===Agricoltura===
[[File:Puglia Mattinata1 tango7174.jpg|thumb|265px|[[Oliveti]] nel [[Gargano]]]]
Nel corso del XX secolo l'Italia si è trasformata da paese prevalentemente agricolo a paese industriale vero e proprio. Di conseguenza, il settore agricolo (comprensivo di [[selvicoltura]] e [[pesca]]) ha visto l'occupazione calare drasticamente, passando dal 43% al 6% del totale,<ref>{{Cita web|http://economia.unipr.it/DOCENTI/ZUPPIROLI/docs/files/01_SAA.pdf|Il sistema agroalimentare|27-6-2011}}</ref> una percentuale minima nel quadro economico nazionale. Bisogna altresì considerare che pur avendo una conformazione prevalentemente montuosa, non adatta per l'[[agricoltura]], al 2009 l'Italia impiega in questo settore una forza lavoro di circa 1,05 milioni di unità.<ref name=CIA/>
 
L'Italia produce grandi quantitativi di cereali, come [[frumento]] (8.951.590 tonnellate), [[mais]] (9.789.401 tonnellate) e [[Oryza sativa|riso]] (1.388.927 tonnellate),<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=9A%7C8A%7C15A%7C18A%7C25A|titolo=ISTAT - Produzione cereali 2008|accesso=8-12-2010}}</ref> di [[soia]] (353.761 tonnellate) e di [[barbabietola da zucchero]] (3.845.791 tonnellate);<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=9A%7C8A%7C15A%7C18A%7C25A%7C29A|titolo=ISTAT - Produzione di soia e barbabietola 2008|accesso=8-12-2010}}</ref> tutte coltivate principalmente nelle regioni del nord. L'Italia contende alla Francia il primato mondiale della produzione di [[vino]] ed è seconda solo alla Spagna per la produzione di [[olio d'oliva]].<ref name=Enc2006>Italia - Economia - Agricoltura, allevamento e pesca su Encarta 2006.</ref> Il meridione è specializzato nella coltura degli ortaggi ([[pomodori]], [[insalata]], [[finocchi]], [[peperoni]], [[cavolfiori]], [[sedano]]), segnatamente la Puglia, che fornisce oltre il 10% della produzione agricola nazionale<ref name=Enc2006/> e il 31,4% della produzione olearia nazionale.<ref>{{Cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=15A%7C21A%7C32A|titolo=ISTAT - Produzione olearia nazionale 2008|accesso=9-12-2010}}</ref> Inoltre è la prima nazione al mondo per la produzione di [[Actinidia chinensis|kiwi]].<ref>{{en}}{{Cita web|url=http://www.fao.org/es/ess/top/commodity.html?lang=en&item=592&year=2005|titolo=Major food and agricultural commodities and producers - FAO|accesso=18-2-2010}}</ref>
 
Per quanto concerne gli alberi da frutto il [[Trentino-Alto Adige]] è specializzato nella produzione di [[mela|mele]], la [[Sicilia]] e la [[Calabria]] in [[agrumi]], l'[[Emilia-Romagna]] in [[pera|pere]] e [[Prunus persica|pesche]], la [[Campania]] in [[albicocche]] e [[fichi]], la [[Puglia]] in [[ciliegie]].
 
L'[[allevamento]], soprattutto suino, ovino e bovino, rispettivamente con 9.252.447, 8.175.196 e 6.179.086 capi,<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/Introduzione.jsp?id=15A%7C18A%7C25A%7C29A%7C8A%7C9A|titolo=ISTAT - Consistenza allevamenti 2008|accesso=8-12-2010}}</ref> è praticato in tutta Italia, anche se in quantità e modalità differenti da zona a zona. Tuttavia questa attività non riesce a soddisfare il fabbisogno interno.<ref name=Enc2006 />
 
La produzione complessiva della [[pesca]] marittima e lagunare, comprensiva di crostacei e molluschi, si attesta nel 2009 a 242.431 tonnellate. Oltre il 20% del pescato viene dalla Sicilia, seguita da Puglia, Veneto e Marche.<ref>{{cita web|url=http://agri.istat.it/sag_is_pdwout/jsp/NewDownload.jsp?id=13A&anid=2009|titolo=Agricoltura e zootecnia|accesso=22-9-2011}}</ref> Per quanto riguarda l'[[acquacoltura]], nel 2008 la produzione italiana è stata pari a 237.520 tonnellate.<ref>{{Cita web|url=http://ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5172|accesso=17-10-2011|titolo=Compendio statistico del settore ittico 2009}}</ref>
 
===Industria===
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Nel [[settore automobilistico]], che assieme al [[petrolchimico]] e al [[siderurgico]] è stato alla base dell'industrializzazione postbellica del Paese, l'Italia risulta agli ultimi posti in Europa per produzione di [[automobili]]<ref>{{Cita news|url=http://www.lettera43.it/economia/4989/italia-al-penultimo-posto-nell-ue.htm|accesso=29-8-2011|titolo=Auto: Italia al penultimo posto in Europa|pubblicazione=Lettera 43}}</ref> (fortemente penalizzata dalla [[delocalizzazione produttiva]])<ref>{{Cita news|url=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201007articoli/56992girata.asp|titolo=Berlusconi a Fiat: "Non delocalizzare a scapito dell'Italia"|pubblicazione=La Stampa|accesso=1-9-2011}}</ref> ma mantiene una grande rilevanza a livello europeo e mondiale<ref>{{Cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/italia/#3attivitindustriali-1|Italia|29-8-2011|opera=Treccani}}</ref><ref>{{Cita web|http://www.sapere.it/enciclopedia/It%C3%A0lia+%28geografia+e+storia%29.html#id_77d62fd8-e52c-3446-9124-2064505e0537|Italia (geografia e storia)|29-8-2011|opera=Sapere}}</ref> grazie alla presenza del gruppo [[FIAT]], azienda [[multinazionale]] che nel 2008 ha prodotto 2.524.325 veicoli in tutto il mondo.<ref>{{en}}{{Cita web|http://oica.net/wp-content/uploads/fiat1.pdf|Cifre di produzione nel 2008 del gruppo FIAT|31-8-2011}}</ref>
 
====Design e moda====
{{vedi anche|Design italiano|Moda italiana|Made in Italy}}
 
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Sul finire degli anni ottanta e nel decennio successivo vari fattori, come [[deregulation]], [[disintermediazione]] e [[innovazione tecnologica (economia)|nuove tecnologie]] hanno spinto, in linea con l'andamento internazionale, i settori bancario e assicurativo a processi di concentrazione e a forme d'integrazione<ref>{{cita web|url=http://www.confindustria.it/studiric.nsf/All/482F60151D154DB0C12567E0002BA3F2?openDocument&MenuID=42257EA28EF90910C1257547003B2F89|titolo=Tendenze del sistema bancario europeo nell'unione monetaria|accesso=28-8-2011}}</ref> normati dalla L. 287/90<ref>{{cita web|http://94.86.40.44/L_naz/L287_90.htm|L. 287/90 - Norme per la tutela della concorrenza e del mercato|27-8-2011}}</ref> contro gli abusi da posizione dominante. Questi gruppi bancari ricoprono, attraverso la partecipazione azionaria in importanti industrie o società di servizi o tramite la presenza nei [[patti parasociali]] aziendali, un ruolo primario nel sistema economico italiano.<ref>{{cita web|http://www.luiss.it/siti/media/8/20090223-storia-dicembre-2008-Battaglia.pdf|Il sistema bancario italiano tra il 1990 e il 2008. Evoluzioni e problemi aperti|28-8-2011}}</ref>
 
===Divario Nord-Sud=Turismo====
[[File:Collage turismo Italia.jpg|thumb|left|250px|Da in alto a sinistra, le [[Dolomiti]], [[Venezia]], i [[Sassi di Matera]] e i [[Faraglioni]] di [[Capri]]]]
{{vedi anche|Questione meridionale}}
{{vedi anche|Turismo in Italia}}
All'indomani dell'[[Unità d'Italia]], il processo d'[[industrializzazione]] e di sviluppo economico si concentra al nord, lasciando le aree meridionali in uno stato di arretratezza economica, politica e sociale e portando alla nascita della [[questione meridionale]].<ref name=QMTrecc>{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/questione-meridionale_%28Enciclopedia_Novecento%29|La questione meridionale|23-10-2011}}</ref> Gli squilibri, mai venuti meno, tra le diverse aree del paese, ridottisi tra gli anni sessanta ed ottanta anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche, l'attuazione delle riforme agraria e scolastica,<ref name=Eur2011>Rapporto Eurispes 2011, p. 97.</ref> l'espansione dell'industrializzazione e le migliorate condizioni di vita della popolazione,<ref name=QMTrecc/> sono invece tornati ad ampliarsi dalla fine degli anni novanta; il PIL del Sud è inferiore al 60% di quello del Centro-Nord e la [[disoccupazione]] è il triplo.<ref name=Eur2011/>
Un settore di primaria importanza per l'economia italiana continua ad essere il [[turismo]]: secondo il ''Rapporto Eurispes 2011'' occupa poco meno di 2.500.000 di addetti, l'incidenza sul PIL è del 9,5% e la sua quota mondiale si attesta al 4,1%.<ref name=Eur2011t>Rapporto Eurispes 2011, p. 64.</ref> Nel 2010 l'Italia, con 43,6 milioni di turisti stranieri annui (in crescita dell'1,2% e dello 0,9% rispetto ai due anni precedenti), è al quinto posto nel mondo dopo [[Spagna]] (52,7), [[Cina]] (55,7), [[Stati Uniti]] (59,7) e [[Francia]] (76,8).<ref name=Turismo>{{en}}{{cita web|http://unwto.org/facts/menu.html|World Tourism Organization|30-1-2010}}</ref>
 
Con 38,8 miliardi di [[Dollaro statunitense|dollari]] nel 2010, l'Italia è al quinto posto per entrate derivanti dal turismo internazionale (in calo del 12% e del 3,6% rispetto ai due anni precedenti), contro i 45,8 della Cina, i 46,3 della Francia, i 52,5 della Spagna ed i 103,5 miliardi di dollari degli Stati Uniti.<ref name=Turismo/>
Tra le ragioni dell'arretratezza economica del Sud, le maggiori difficoltà nel gestire le [[imprese]] e creare posti di lavoro, la mancanza di [[infrastrutture]], l'inadeguata amministrazione dei territori e, in alcune regioni, la presenza di criminalità organizzata. Uno studio del Censis stima al 2,5% la perdita annuale di ricchezza nel Mezzogiorno, nel periodo 1981-2003, dovuta alla presenza pervasiva delle organizzazioni criminali, e valuta che senza di essa il PIL pro-capite del Mezzogiorno avrebbe raggiunto quello del Nord.<ref>{{Cita web|url=http://www.censis.it/10?resource_50=4721|titolo=Senza la mafia il Sud raggiunge il Nord|accesso=18-6-2010}}</ref>
 
====Trasporti====
[[File:Rete autostradale italiana.svg|thumb|180px|La rete autostradale italiana]]
{{Vedi anche|Trasporti in Italia}}
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L'Italia tuttavia non eccelle nel campo dei trasporti, creando dei limiti allo sviluppo e alla competitività, soprattutto nelle regioni del [[Mezzogiorno]]. Vari studi comparativi attestano che il paese sconta un ritardo rispetto a molti paesi europei per dotazione infrastrutturale e trasporti.<ref>{{Cita web|http://www.camcom.gov.it/cdc/id_pagina/26/id_tema/x/id_cp/496/id_ui/3444/id_prov/x/id_ateco/x/t_p/Francesco-Bettoni--Un-Focus-sulle-infrastrutture-italiane.htm|Francesco Bettoni: Un Focus sulle infrastrutture italiane|22-2-2010}}</ref> Le motivazioni si riconducono agli iter particolarmente complessi con cui vengono approvati i progetti, alla [[criminalità organizzata]] molto attiva nel settore delle costruzioni e alla [[corruzione]] della politica locale.
 
===TurismoDivario Nord-Sud===
{{vedi anche|Questione meridionale}}
[[File:Collage turismo Italia.jpg|thumb|left|250px|Da in alto a sinistra, le [[Dolomiti]], [[Venezia]], i [[Sassi di Matera]] e i [[Faraglioni]] di [[Capri]]]]
All'indomani dell'[[Unità d'Italia]], il processo d'[[industrializzazione]] e di sviluppo economico si concentra al nord, lasciando le aree meridionali in uno stato di arretratezza economica, politica e sociale e portando alla nascita della [[questione meridionale]].<ref name=QMTrecc>{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/questione-meridionale_%28Enciclopedia_Novecento%29|La questione meridionale|23-10-2011}}</ref> Gli squilibri, mai venuti meno, tra le diverse aree del paese, ridottisi tra gli anni sessanta ed ottanta anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche, l'attuazione delle riforme agraria e scolastica,<ref name=Eur2011>Rapporto Eurispes 2011, p. 97.</ref> l'espansione dell'industrializzazione e le migliorate condizioni di vita della popolazione,<ref name=QMTrecc/> sono invece tornati ad ampliarsi dalla fine degli anni novanta; il PIL del Sud è inferiore al 60% di quello del Centro-Nord e la [[disoccupazione]] è il triplo.<ref name=Eur2011/>
{{vedi anche|Turismo in Italia}}
Un settore di primaria importanza per l'economia italiana continua ad essere il [[turismo]]: secondo il ''Rapporto Eurispes 2011'' occupa poco meno di 2.500.000 di addetti, l'incidenza sul PIL è del 9,5% e la sua quota mondiale si attesta al 4,1%.<ref name=Eur2011t>Rapporto Eurispes 2011, p. 64.</ref> Nel 2010 l'Italia, con 43,6 milioni di turisti stranieri annui (in crescita dell'1,2% e dello 0,9% rispetto ai due anni precedenti), è al quinto posto nel mondo dopo [[Spagna]] (52,7), [[Cina]] (55,7), [[Stati Uniti]] (59,7) e [[Francia]] (76,8).<ref name=Turismo>{{en}}{{cita web|http://unwto.org/facts/menu.html|World Tourism Organization|30-1-2010}}</ref>
 
Tra le ragioni dell'arretratezza economica del Sud, le maggiori difficoltà nel gestire le [[imprese]] e creare posti di lavoro, la mancanza di [[infrastrutture]], l'inadeguata amministrazione dei territori e, in alcune regioni, la presenza di criminalità organizzata. Uno studio del Censis stima al 2,5% la perdita annuale di ricchezza nel Mezzogiorno, nel periodo 1981-2003, dovuta alla presenza pervasiva delle organizzazioni criminali, e valuta che senza di essa il PIL pro-capite del Mezzogiorno avrebbe raggiunto quello del Nord.<ref>{{Cita web|url=http://www.censis.it/10?resource_50=4721|titolo=Senza la mafia il Sud raggiunge il Nord|accesso=18-6-2010}}</ref>
Con 38,8 miliardi di [[Dollaro statunitense|dollari]] nel 2010, l'Italia è al quinto posto per entrate derivanti dal turismo internazionale (in calo del 12% e del 3,6% rispetto ai due anni precedenti), contro i 45,8 della Cina, i 46,3 della Francia, i 52,5 della Spagna ed i 103,5 miliardi di dollari degli Stati Uniti.<ref name=Turismo/>