Disaster recovery: differenze tra le versioni
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Per '''Disaster Recovery''' (brevemente DR) si intende l'insieme di misure tecnologiche e organizzative/[[logistica|logistiche]] atte a ripristinare [[Sistema (informatica)|sistemi]], [[dati]] e infrastrutture necessarie all'erogazione di servizi di [[business]] per [[impresa|imprese]], associazioni o enti, a fronte di gravi emergenze che ne intacchino la regolare attività.
==Descrizione==
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Le relative funzioni possono rimanere interrotte per un lungo periodo di tempo, con un modesto, o nullo, costo per l'azienda, e si richiede un limitato (o nullo) sforzo di ripartenza quando il sistema viene ripristinato.
Le procedure applicative, il [[software]] di sistema ed i [[file]] che sono stati classificati e documentati come critici, devono essere ripristinati prioritariamente. Applicazioni, software e file classificati come critici hanno una tolleranza molto bassa alle interruzioni. La criticità di applicazioni, software di sistema e dati, deve essere valutata in funzione del periodo dell'anno in cui il disastro può accadere.
Un piano d'emergenza deve prevedere il ripristino di tutte le funzioni aziendali e non solo il servizio ICT centrale. Per la definizione del DRP devono essere valutate le strategie di ripristino più opportune su: siti alternativi, metodi di back up, sostituzione degli equipaggiamenti e ruoli e responsabilità dei team. La prolungata indisponibilità del servizio elaborativo derivante in particolare situazione di disastro, e quindi dei servizi primari, rende necessario l'utilizzo di una strategia di ripristino in sito alternativo.
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Allo stato attuale, la tecnologia offre la possibilità di realizzare varie soluzioni di continuità e Disaster Recovery, fino alla garanzia di fatto di un’erogazione continua dei servizi IT, necessaria per i sistemi (es. finanziari o di monitoraggio) definiti ''mission critical''.
In pratica i sistemi e i dati considerati ''importanti'' vengono [[ridondanza|ridondati]] in un "sito secondario" o "sito di Disaster Recovery" per far sì che, in caso di disastro (terremoto, inondazione, attacco terroristico, ecc.) tale da rendere inutilizzabili i sistemi informativi del sito primario, sia possibile attivare le attività sul sito secondario
Chiaramente quanto più stringenti saranno i livelli di continuità tanto più alti saranno i costi di implementazione della soluzione.
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