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La Lucchese, con cui era in parola, non si fece più viva; Moro ebbe quindi dal Treviso il nulla osta per cercarsi una squadra, purché fosse disposta a sborsare sei milioni di lire.<ref name=pennacchia42>{{cita|Pennacchia|p. 42}}</ref> Un giorno venne a Treviso [[Duilio Rallo]] per definire la pratica del passaggio, avvenuto l'anno precedente, di [[Raoul Bortoletto]] (di cui Moro fu compagno al Treviso, alla Fiorentina, alla Lucchese e alla Roma) dai biancocelesti ai viola. Rallo convinse anche il portiere: a metà luglio 1947 i due partirono per Milano, dove Moro si accordò con il presidente [[Ardelio Allori]] per un ingaggio di due milioni, oltre ai sei pattuiti con la società trevigiana.<ref name=pennacchia42/><ref>{{cita news |url=http://www.emeroteca.coni.it/bookreader.php?&c=1&f=6863&p=2#page/2/mode/1up |titolo=Moro alla Fiorentina per sei milioni |pubblicazione=Corriere dello Sport |data=15 luglio 1947 |pagina=2 |accesso=7 maggio 2012}}</ref>
Con i suoi nuovi compagni e con l'allenatore Ferrero ebbe subito ottimi rapporti, invece non entrò nelle simpatie del direttore sportivo [[Ugolino Ugolini|Ugolini]].<ref name=pennacchia42>{{cita|Pennacchia|p. 42}}</ref> L'esordio con i viola, il 14 settembre in Fiorentina-Roma 1-0, coincise con il debutto assoluto in Serie A, in cui fu determinante ai fini della vittoria.<ref>{{cita news |url=http://www.emeroteca.coni.it/bookreader.php?&c=1&f=6914&p=1#page/1/mode/2up |titolo=Fiorentina-Roma 1-0 (0-0) |autore=Fulvio Bernardini |pubblicazione=Corriere dello Sport |data=15 settembre 1947 |pagina=1 |accesso=7 maggio 2012}}</ref> Moro si rivelò subito un acquisto indovinato,
Nella seconda parte della stagione, pur continuando a fornire prestazioni molto pregevoli,['''REF'''] Moro mostrò in alcune circostanze la sua propensione verso inspiegabili amnesie ed incertezze,['''REF'''] che costarono punti alla sua squadra. Il 6 giugno 1948, allorché la Fiorentina perse in casa 4-2 contro la Juventus, fu autore di una papera inverosimile: su un colpo di testa di Kincses bloccò agevolmente la palla, per poi lasciarsela sfuggire dentro la propria porta. Moro, insultato in occasione del primo gol bianconero da Ugolini, che era appostato dietro la porta, dichiarò di aver volutamente scagliato il pallone in rete pochi minuti dopo, ancora irritato dalle insolenze ricevute. La società lo mise fuori rosa e gli comminò una multa di 30 mila lire['''REF'''] per il suo evidente calo di forma['''REF'''] e il suo comportamento, ritenuto sospetto.<ref>{{cita|Pennacchia|pp. 42, 43}}</ref> Il procedimento, giudicato eccessivo dai quotidiani,['''REF'''] per il quale il portiere presentò ricorso alla Federazione,['''REF'''] durò una sola settimana e Moro rientrò tra i pali il 20 giugno nella partita Lazio-Fiorentina 5-0, palesando la sua pessima condizione.['''REF''']
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