Enrico Teodoro Pigozzi: differenze tra le versioni

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Nell'aprile del [[1936]] venne proposta al mercato francese la [[Simca 5]], copia fedele della [[Fiat 500 "Topolino"]], al costo di soli 9.900 [[franco francese|franchi]]. Fu un successo, bissato dalla [[Simca 8]], [[clonazione (genetica)|clone]] della "[[Fiat 508 Balilla|Balilla 508]]", che verrà venduta in più di duemila esemplari al mese. La produzione venne sospesa durante il periodo bellico e, nel [[1946]], riprese con i medesimi modelli.
 
Ma Pigozzi, ormai, accarezzava l'idea di un'auto tutta sua. Il che si verifica nella primavera del [[1951]], quando appare la [[Simca Aronde|Simca 9 Aronde]], una [[autovettura]] di linea tondeggiante, spinta da un [[Motore a combustione interna|motore]] quattro cilindri di 1.221 [[centimetro cubo|cc]] con 45 [[cavallo vapore|CV]]. Pigozzi ormai sapeva che nel nuovo mercato la sostanza è importante, ma meno dell'immagine. Così organizzò una dimostrazione di affidabilità, facendo percorrere alla sua "Aronde" 100.000 [[chilometro|Km]] in quaranta giorni e quaranta notti di moto ininterrotto, ad oltre 100 [[chilometro orario|Km/h]] sulla [[circuito di Montlhéry|pista di Montlhéry]]. Gli ordinativi cominciarono a fioccare e Pigozzi capì d'essere sulla strada giusta. Eseguì un secondo tentativo sulla stessa pista, facendo salire la media a 112  km/h e, per destare maggiore impressione, fece compiere alla "Aronde" un terzo exploit sulle [[strada|strade]] urbane di Parigi. La stampa seguì con interesse le imprese della Simca e del suo fondatore che venne immediatamente ribattezzano "Henry Théodore", aggiungendo pure l'accento sull'ultima [[vocale]] del cognome; com'era già o sarebbe capitato a [[Amedee Gordini|Gordinì]], [[Ettore Bugatti|Bugattì]], [[Giuseppe Figoni|Figonì]], [[Ovidio Falaschi|Falaschì]] e [[Flaminio Bertoni|Bertonì]]. In ogni caso, "monsieur Pigozzì" divenne l'uomo del momento e, nel [[1952]], la SIMCA vendette 70.000 esemplari di "Aronde 9".
{{quote|La vita è una scala infinita. Un gradino è solo una piccola parte del nostro cammino. Fermarsi significa tornare indietro.|Enrico Teodoro Pigozzi}}
Il passo successivo sembrava dover essere quello di completare la gamma con un modello di lusso. Venne presa in considerazione la possibilità di rilevare ''Ford-France'' e, per meglio valutare la convenienza dell'operazione, Pigozzi chiese la consulenza di alcuni alti dirigenti della Fiat, quali Montabone e [[Dante Giacosa]]. La storia dell'automobile insegna come sia sostanzialmente impossibile avere successo di mercato con un modello costoso che non abbia un grande prestigio sportivo o una solida tradizione tecnologica; tuttavia, la fortuna che lo ha sempre assistito e le rassicurazioni dei consulenti convinsero Pigozzi ad iniziare la produzione della "[[Simca Vedette|Vedette]]", una [[berlina]] di scuola americana spinta da un [[motore a V|motore V8]] di 2.300 cc cm³, che venne presentato alla stampa nel [[1954]]. L'investimento fu notevole e si rivelerà un fiasco colossale, ma le sostanziose vendite della "Aronde 9" e l'ingresso minoritario (15%) della [[Chrysler]] nel [[capitale sociale]] ripianarono la situazione.
 
Imparata la lezione, Pigozzi tornò al vecchio metodo e si rimise all'opera per progettare un nuovo modello: la [[Simca 1000|Simca "1000"]], una berlina di piccola [[cilindrata]] dalle mediocri caratteristiche tecniche, ma dal prezzo convenientissimo. Presentata nel [[1961]], in pochi mesi otterrà un enorme e duraturo successo commerciale, anche in Italia.