General Agreement on Trade in Services: differenze tra le versioni
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# altri servizi.
Una peculiarità molto importante del GATS è la previsione all'art. I comma 2 di quattro modi di fornitura attraverso cui è possibile commerciare i servizi. In breve i modi in cui può avvenire una transazione internazionale di servizi sono quattro:
* commercio transfrontaliero (''cross-border''): il servizio è fornito in uno Stato, ma è consumato in un altro;
* consumo all'estero: il servizio viene fornito e consumato nel medesimo Stato, in genere quello del fornitore;
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Un'importante caratteristica del GATS è la sua applicazione non solo ai servizi intesi come prodotto, ma anche al fornitore dei servizi. Questo aspetto dà il senso della cesura rispetto al GATT la cui disciplina è essenzialmente incentrata sul commercio transfrontaliero del prodotto ''tout court''.
L'estensione del GATS riflette la particolare natura di molti servizi la cui definizione e valutazione non può prescindere dalle caratteristiche del fornitore del servizio stesso. Ad esempio, il focus degli standard qualitativi di numerosi settori di servizi non è centrato sul prodotto in sé (consulenza legale, cura medica, deposito bancario), bensì sulla formazione, qualifica, solvibilità ecc. del fornitore coinvolto nella transazione (nella fattispecie l'avvocato, il chirurgo, la banca).
Ma fino a quando si può parlare di legittimità dell'applicazione del GATS? L'art. 1 mette i paletti prevedendo che l'Accordo si applica a quelle misure che coinvolgono il commercio dei servizi e che sono decise dai governi e dalle autorità pubbliche nazionali, ma anche da quelle istituzioni non governative delegate però dai governi. Questo significa che le decisioni puramente commerciali prese dagli attori economici senza alcuna ingerenza degli Stati sono fuori dalla portata del GATS.
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Molto spesso si è discusso dell'efficacia dei metodi di negoziazione con particolare riferimento all'assistenza che occorre fornire ai paesi meno sviluppati e ad alcuni paesi in via di sviluppo nella progettazione e implementazione delle riforme nel campo dei servizi. Ogni paese deve infatti determinare l'approccio appropriato alla negoziazione internazionale, e scegliere poi tra due alternative: una è quella convenzionale di richiesta-offerta; l'altra è quella di utilizzare un cosiddetto formulario di liberalizzazione, una sorta di modello preimpostato.
Nell'ambito del commercio di beni i governi hanno talvolta accettato di presentare le proprie proposte di liberalizzazione per mezzo di formulari, tenuto conto del fatto che in quei casi si trattava sostanzialmente di indicare il taglio percentuale della tariffa applicata alle merci. Gli stessi formulari però hanno avuto grande difficoltà ad affermarsi nel campo dei servizi, a causa soprattutto della grande varietà di misure non quantificabili che influenzano l'accesso al mercato.
I paesi in via di sviluppo inoltre, hanno strenuamente sostenuto l'approccio richieste-offerte perché gli permette di decidere in assoluta libertà l'intensità delle liberalizzazioni. È abbastanza chiara la preoccupazione dei PVS secondo cui
Non mancano, tuttavia, le proposte di integrazione fra le varie metodologie di negoziazione, soprattutto per quanto riguarda i modi di fornitura 1 e 4 dove i paesi in via di sviluppo (che negli ultimi anni hanno assunto un ruolo molto importante all'interno dell'OMC) tendono ad avere un vantaggio comparato. Più precisamente, spesso è stata prefigurata la possibilità di integrare il tradizionale processo richieste-offerte con un approccio di liberalizzazione maggiormente coordinato dai Membri come può essere quello basato sui formulari.
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