Francis Dolarhyde: differenze tra le versioni
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Nella versione italiana del libro e del secondo film, l'[[epiteto]] del personaggio è stato cambiato in "''Lupo mannaro''".
È affetto da [[schizofrenia|crisi di identità multipla]], e, dopo aver visto "''[[Grande Drago Rosso|Il grande drago rosso e la donna vestita col sole]]''" di [[William Blake]], si riferisce al suo [[alter ego]] come "''Il Grande Drago Rosso''". Nella sua follia, egli è convinto di trovarsi nel mezzo di
Vi è tuttavia anche una componente sessuale nei delitti dell'uomo; difatti compie atti di [[necrofilia]] sui cadaveri di sesso femminile e si [[masturbazione|masturba]] guardando i filmini da lui stesso girati durante gli omicidi.
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Nel corso del romanzo Dolarhyde inizia una relazione con una donna [[Cecità|non vedente]] di nome Reba McClane, sua collega di lavoro. Tra i due nasce un vero amore, che, in un primo momento sembra calmare gli impulsi omicidi di Francis, dandogli dei momenti di umanità mai provati nel corso della sua vita. Purtroppo la presenza di Reba fa solo infuriare l'altro lato della psiche dell'uomo che, disperato nel tentativo di mantenere a freno se stesso e negare la sua natura violenta, si reca a [[New York]] e divora l'originale dipinto di William Blake, sperando che tale gesto avrebbe distrutto il suo alter ego.
Il piano dell'uomo fallisce e fa solo ulteriormente infuriare il Drago. Francis uccide il collega Ralph Mandy dopo averlo visto innocentemente insieme a Reba davanti alla casa di lei. Dunque rapisce la donna e progetta di uccidersi dando fuoco a casa sua e "portando" Reba
Soccorsa Reba e archiviato il caso, Graham scopre l'infanzia di Dolarhyde ed incomincia a provare molta più compassione per l'assassino, spiegando alla McClane che, in fondo, l'uomo di cui si era innamorata non era un "mostro" ma "un uomo con un mostro sulle spalle".
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