Teatro alla Scala: differenze tra le versioni
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Dal punto di vista architettonico la Scala si rifà al Teatro della [[Reggia di Caserta]], del [[Luigi Vanvitelli|Vanvitelli]], ma divenne immediatamente il modello di riferimento per il "[[teatro all'italiana]]" a cui si ispirarono molti altri teatri, tra cui [[La Fenice]] di Venezia (rifacimento) ed altri.
[[File:La Scala interior.jpg|thumb|250px|left|L'interno del teatro]]
Il suo interno all'origine era molto differente da quanto si vede oggi: è stato infatti rifatto più volte, con diversi interventi tra cui quello del Canonica e dello scenografo [[Alessandro Sanquirico|Sanquirico]]. Attualmente ha un aspetto che richiama il neoclassico, con le fasce che costituiscono il parapetto di gallerie e palchi in color avorio, e decorazioni in oro. Le colonne che separano un palco dall'altro sono un po' arretrate in modo da migliorare la visione. Inizialmente i palchi erano decorati nel modo preferito dai singoli proprietari, che vi ponevano tappezzerie colorate, mobili, specchi e sedie di loro scelta. Ora le pareti sono state uniformate con del damasco rosso, ad eccezione di un palco (sopravvissuto al bombardamento del 1943) che è stato mantenuto con l'arredo e le decorazioni originarie. Fino a pochi anni fa il pavimento della platea, dei palchi, delle scale e dei corridoi era completamente rivestito di moquette rossa. Dopo la ristrutturazione la platea è stata pavimentata con legno a vista, disposto in strati speciali al fine di migliorare l'acustica. Nei palchi è stato posata della terracotta. L'effetto prima della ristrutturazione era di un ambiente più lussuoso, ma bisogna dire che ora, oltre all'estetica, anche l'acustica risulta migliorata. Le due gallerie non sono presenti nel teatro fin dalla sua inaugurazione: nel 1700, c'erano sei ordini di palchi (4 ancora esisitenti, più due che ora sono le gallerie), e la gente comune sedeva in platea. agli inizi del 1800 viene tolto un ordine di palchi, creando una galleria. Soltanto alla fine del XIX secolo si formerà il tanto temuto "loggione", costituito dalle due attuali gallerie, portando così il teatro all'assetto odierno di 4 ordini di palchi e 2 gallerie.
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La facciata dispone di una soluzione che ha fatto storia: la galleria delle carrozze, subito imitata da altri teatri. Per il resto, nulla di straordinario: una facciata lineare e tipica dell'epoca. Il Piermarini non aveva previsto che si potessero vedere i coppi, perché il teatro ai suoi tempi si apriva su una via relativamente stretta. Con l'apertura di Piazza della Scala vi è l'effetto curioso del [[timpano (architettura)|timpano]] sormontato da coppi.
[[File:20110725 Milano La Scala 5507.jpg|thumb|250px|Panoramica del teatro dopo la ristrutturazione di [[Mario Botta]] dei primi anni duemila, con l'inserimento delle nuovi torri (scenica e ovale)]]
Tra il [[2002]] e il [[2004]] la Scala è stato oggetto di una radicale ristrutturazione, in una prospettiva ben più ampia rispetto a come si era intervenuti su alcuni grandi teatri europei (L'[[Opéra national de Paris|Opera]] di Parigi e il Covent Garden di Londra). Questa ha portato ad aggiungere una torre scenica di dimensioni anche maggiori, e (a lato) una struttura a pianta ovale. Il progetto è dell'architetto svizzero [[Mario Botta]].
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