BETASOM: differenze tra le versioni

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Furono assegnati a BETASOM 35 ufficiali, compresi 3 ufficiali dell'esercito per i reparti del battaglione San Marco e 426 militari del corpo degli equipaggi della [[Regia Marina]]. In totale, la forza del personale militare e civile assegnato ai servizi della base assommava a circa 800 uomini, compresa la compagnia mitraglieri del battaglione San Marco di 225 uomini addetta alla vigilanza interna della base, mentre esternamente la vigilanza era di pertinenza tedesca. In aggiunta, i Tedeschi avevano installato sei batterie antiaeree da 88 mm e 45 mitragliere da 20 mm e garantivano il servizio antiaereo e la scorta navale lungo la [[Gironde]] e nel [[golfo di Biscaglia]]<ref name=autogenerato1 />.
 
==Le operazioni==
I sommergibili italiani svolsero la prima fase del loro ciclo operativo nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico Settentrionale]] e, successivamente, nella [[equatore|zona equatoriale]]. Dopo l'entrata in guerra degli [[Stati Uniti]], svolsero alcune crociere anche presso le coste [[Nord America|nord-americane]].
 
Nel [[luglio]]-[[agosto]] [[1941]], a causa dell’andamento negativo della guerra nel Mediterraneo, fu ordinato il rientro di una decina di battelli (''Perla'', ''Guglielmotti'', ''Brin'', ''Argo'', ''Velella'', ''Dandolo'', ''Emo'', ''Otaria'', ''Mocenigo'', ''Veniero'' e ''Glauco''). Questa volta, il passaggio attraverso Gibilterra comportò la perdita di un sottomarino, il ''Glauco''.
 
===Il progettato attacco al porto di New York===
[[Immagine:Il Classe CA imbarcato sul Leonardo Da Vinci.jpg|thumb|right|Il Classe CA imbarcato sul [[Leonardo Da Vinci (sommergibile)|sommergibile "''Leonardo Da Vinci''"]] durante le prove, si nota una delle morse che assicurano il CA all'avvicinatore]]
Il comandante della base [[Romolo Polacchini]] da lungo tempo aveva già ipotizzato un attacco contro un porto americano. Inizialmente, in previsione dell'entrata in guerra del [[Brasile]] si era ipotizzato il forzamento del porto di [[Rio De Janeiro]], impiegando il [[Leonardo Da Vinci (sommergibile)|sommergibile "''Leonardo Da Vinci''"]] comandato da [[Gianfranco Gazzana Priaroggia]] come mezzo avvicinatore. In seguito si decise invece di utilizzare il "''Leonardo Da Vinci''" per un progetto ben più ambizioso, l'attacco al [[porto di New York]]. Il sommergibile avrebbe dovuto trasportare fino alla foce dell’[[Hudson]] un piccolo [[sommergibile tascabile]] [[Classe CA|tipo CA]] (fu inviato via [[treno]] a Bordeaux, per l’operazione, il ''CA 2'') in un apposito “pozzo” di circa 10 metri ricavato al posto del cannone prodiero<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', p. 374-375</ref><ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32</ref>. Il [[sottotenente di vascello]] [[Eugenio Massano]] fu inviato appositamente a [[Bordeaux]] dal comandante della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]] [[Junio Valerio Borghese]]<ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32</ref> dove avrebbe dovuto guidare il piccolo [[Classe CA]]; il minisommergibile, con a bordo alcuni «[[uomini gamma]]» ([[subacqueo|sommozzatori]] d’assalto) e 28 cariche esplosive da 20 a 100 kg, si sarebbe portato nel porto per minare delle navi<ref>Giorgio Giorgerini, ''Attacco dal mare. Storia dei mezzi d’assalto della Marina italiana'', p. 107, 114 e 288-289</ref>. I lavori furono effettuati nell’agosto 1942 e in settembre furono svolte le prove di rilascio del ''CA 2'' dal Da Vinci sotto la supervisione del tenente di vascello [[Eugenio Massano]]. Le prove ottennero risultati apprezzabili<ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32</ref> nel corso delle quali il "Da Vinci", in immersione a circa 12 metri riusciva a rilasciare il piccolo CA e a recuperarlo. In realtà il recupero era un'ipotesi molto remota e si era già previsto che gli i membri del [[Gruppo Gamma]] avrebbero dovuto distruggere il mezzo al termine dell'operazione per poi raggiungere la terraferma<ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32-33</ref>.
 
La missione fu rinviata e poi annullata in seguito alla perdita del ''Da Vinci'' il [[23 maggio]] [[1943]].
 
A partire dal [[1943]], alcuni sottomarini italiani vennero utilizzati per operazioni di trasporto di materie prime dall’[[Europa]] al [[Giappone]].
 
==Dopo l'armistizio==
Al momento dell'armistizio presso la base navale di Betasom, comandata dal capitano di vascello [[Enzo Grossi]], che aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]], erano distaccati tre sommergibili oceanici, il [[Ammiraglio Cagni (sommergibile)|''Cagni'']], il [[Giuseppe Finzi (sommergibile)|''Finzi'']] e il [[Alpino Bagnolini (sommergibile_1939)|''Bagnolini'']]. Il ''Cagni'' che era in missione accettò l'armistizio e si reco nel porto Alleato di [[Durban]] dove fu ricevuto con l'onore delle armi. Gli equipaggi degli altri due optarono per l'adesione alla RSI<ref>AA.VV. ''Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna'', Edizioni Ferni, Ginevra, 1973-1974 (18 volumi)</ref> e i due sommergibili operarono per breve tempo sotto le bandiere della [[Repubblica Sociale Italiana]] e la base assunse la nuova denominazione di "''Base atlantica dell'Italia repubblicana''".<ref name=autogenerato2>[[Sergio Nesi]], Decima Flottiglia nostra..., Mursia, Milano, 1986, pag. 66</ref>
Il [[14 ottobre]] [[1943]] i due sommergibili superstiti furono incorporati nella [[Kriegsmarine]]. Cinquanta specialisti rientrarono in Italia e furono incorporati nella [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]].<ref>[[Sergio Nesi]], Decima Flottiglia nostra..., Mursia, Milano, 1986, pag. 60: "Questi uomini furono incorporati nella X Flottiglia M.A.S., in parte come specialisti siluristi ed in parte destinati a vari Servizi e Comandi,"</ref>
Il [[Alpino Bagnolini (sommergibile_1939)|''Bagnolini'']], che imbarcava personale misto italo-tedesco, fu utilizzato per missioni di trasporto di materie prime con il [[Giappone]] e fu affondato nei pressi del [[Capo di Buona Speranza]] l’[[11 marzo]] [[1944]].
 
Gli altri marinai restati a [[Bordeaux]] furono incorporati nella [[Marina Nazionale Repubblicana]] e, integrati da altri marinai provenienti dagli [[Internati Militari Italiani]], furono impiegati come difesa costiera costituendo la "''Divisione atlantica fucilieri di Marina''" che, nel maggio 1945, prese parte alla difesa di Bordeaux.<ref name=autogenerato2 /> Tratto dai ranghi dei "fucilieri di Marina" fu costituito nel 1944 il battaglione ''Longobardo'' che rientrato in Italia fu incorporato nella Xª Flottiglia MAS.<ref>[[Sergio Nesi]], Decima Flottiglia nostra..., Mursia, Milano, 1986, pag. 59: "Furono impiegati a difesa della costa, ad eccezione di un reparto che rientrò in Italia per essere incorporato nella Divisione di FKM della X Flottiglia M.A.S., come battaglione "Longobardo" e poi "Compagnia Volontari di Francia""</ref>
 
==La flotta==
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Questi battelli raggiunsero BETASOM [[Circumnavigazione|circumnavigando]] l’[[Africa]] con l'ausilio della nave cisterna tedesca ''Northmark'', che si occupò del rifornimento in alto mare delle quattro unità (il ''Perla'', sommergibile di piccola crociera, necessitò anche di un altro rifornimento, da parte della [[nave corsara]] tedesca ''[[Atlantis (HSK 2)|Atlantis]]'')<ref name=autogenerato3 />.
 
==Le operazioni==
I sommergibili italiani svolsero la prima fase del loro ciclo operativo nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico Settentrionale]] e, successivamente, nella [[equatore|zona equatoriale]]. Dopo l'entrata in guerra degli [[Stati Uniti]], svolsero alcune crociere anche presso le coste [[Nord America|nord-americane]].
 
Nel [[luglio]]-[[agosto]] [[1941]], a causa dell’andamento negativo della guerra nel Mediterraneo, fu ordinato il rientro di una decina di battelli (''Perla'', ''Guglielmotti'', ''Brin'', ''Argo'', ''Velella'', ''Dandolo'', ''Emo'', ''Otaria'', ''Mocenigo'', ''Veniero'' e ''Glauco''). Questa volta, il passaggio attraverso Gibilterra comportò la perdita di un sottomarino, il ''Glauco''.
 
===Il progettato attacco al porto di New York===
[[Immagine:Il Classe CA imbarcato sul Leonardo Da Vinci.jpg|thumb|right|Il Classe CA imbarcato sul [[Leonardo Da Vinci (sommergibile)|sommergibile "''Leonardo Da Vinci''"]] durante le prove, si nota una delle morse che assicurano il CA all'avvicinatore]]
Il comandante della base [[Romolo Polacchini]] da lungo tempo aveva già ipotizzato un attacco contro un porto americano. Inizialmente, in previsione dell'entrata in guerra del [[Brasile]] si era ipotizzato il forzamento del porto di [[Rio De Janeiro]], impiegando il [[Leonardo Da Vinci (sommergibile)|sommergibile "''Leonardo Da Vinci''"]] comandato da [[Gianfranco Gazzana Priaroggia]] come mezzo avvicinatore. In seguito si decise invece di utilizzare il "''Leonardo Da Vinci''" per un progetto ben più ambizioso, l'attacco al [[porto di New York]]. Il sommergibile avrebbe dovuto trasportare fino alla foce dell’[[Hudson]] un piccolo [[sommergibile tascabile]] [[Classe CA|tipo CA]] (fu inviato via [[treno]] a Bordeaux, per l’operazione, il ''CA 2'') in un apposito “pozzo” di circa 10 metri ricavato al posto del cannone prodiero<ref>Giorgio Giorgerini, ''Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi'', p. 374-375</ref><ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32</ref>. Il [[sottotenente di vascello]] [[Eugenio Massano]] fu inviato appositamente a [[Bordeaux]] dal comandante della [[Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)|Xª Flottiglia MAS]] [[Junio Valerio Borghese]]<ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32</ref> dove avrebbe dovuto guidare il piccolo [[Classe CA]]; il minisommergibile, con a bordo alcuni «[[uomini gamma]]» ([[subacqueo|sommozzatori]] d’assalto) e 28 cariche esplosive da 20 a 100 kg, si sarebbe portato nel porto per minare delle navi<ref>Giorgio Giorgerini, ''Attacco dal mare. Storia dei mezzi d’assalto della Marina italiana'', p. 107, 114 e 288-289</ref>. I lavori furono effettuati nell’agosto 1942 e in settembre furono svolte le prove di rilascio del ''CA 2'' dal Da Vinci sotto la supervisione del tenente di vascello [[Eugenio Massano]]. Le prove ottennero risultati apprezzabili<ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32</ref> nel corso delle quali il "Da Vinci", in immersione a circa 12 metri riusciva a rilasciare il piccolo CA e a recuperarlo. In realtà il recupero era un'ipotesi molto remota e si era già previsto che gli i membri del [[Gruppo Gamma]] avrebbero dovuto distruggere il mezzo al termine dell'operazione per poi raggiungere la terraferma<ref>Giulio Raiola e Carlo de Risio, Obiettivo America, su Storia Illustrata n° 136 del marzo 1969, pag. 32-33</ref>.
 
La missione fu rinviata e poi annullata in seguito alla perdita del ''Da Vinci'' il [[23 maggio]] [[1943]].
 
A partire dal [[1943]], alcuni sottomarini italiani vennero utilizzati per operazioni di trasporto di materie prime dall’[[Europa]] al [[Giappone]].
 
==Dopo l'armistizio==
Al momento dell'armistizio presso la base navale di Betasom, comandata dal capitano di vascello [[Enzo Grossi]], che aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]], erano distaccati tre sommergibili oceanici, il [[Ammiraglio Cagni (sommergibile)|''Cagni'']], il [[Giuseppe Finzi (sommergibile)|''Finzi'']] e il [[Alpino Bagnolini (sommergibile_1939)|''Bagnolini'']]. Il ''Cagni'' che era in missione accettò l'armistizio e si reco nel porto Alleato di [[Durban]] dove fu ricevuto con l'onore delle armi. Gli equipaggi degli altri due optarono per l'adesione alla RSI<ref>AA.VV. ''Vita e morte del soldato italiano nella guerra senza fortuna'', Edizioni Ferni, Ginevra, 1973-1974 (18 volumi)</ref> e i due sommergibili operarono per breve tempo sotto le bandiere della [[Repubblica Sociale Italiana]] e la base assunse la nuova denominazione di "''Base atlantica dell'Italia repubblicana''".<ref name=autogenerato2>[[Sergio Nesi]], Decima Flottiglia nostra..., Mursia, Milano, 1986, pag. 66</ref>
Il [[14 ottobre]] [[1943]] i due sommergibili superstiti furono incorporati nella [[Kriegsmarine]]. Cinquanta specialisti rientrarono in Italia e furono incorporati nella [[Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)|Xª Flottiglia MAS]].<ref>[[Sergio Nesi]], Decima Flottiglia nostra..., Mursia, Milano, 1986, pag. 60: "Questi uomini furono incorporati nella X Flottiglia M.A.S., in parte come specialisti siluristi ed in parte destinati a vari Servizi e Comandi,"</ref>
Il [[Alpino Bagnolini (sommergibile_1939)|''Bagnolini'']], che imbarcava personale misto italo-tedesco, fu utilizzato per missioni di trasporto di materie prime con il [[Giappone]] e fu affondato nei pressi del [[Capo di Buona Speranza]] l’[[11 marzo]] [[1944]].
 
Gli altri marinai restati a [[Bordeaux]] furono incorporati nella [[Marina Nazionale Repubblicana]] e, integrati da altri marinai provenienti dagli [[Internati Militari Italiani]], furono impiegati come difesa costiera costituendo la "''Divisione atlantica fucilieri di Marina''" che, nel maggio 1945, prese parte alla difesa di Bordeaux.<ref name=autogenerato2 /> Tratto dai ranghi dei "fucilieri di Marina" fu costituito nel 1944 il battaglione ''Longobardo'' che rientrato in Italia fu incorporato nella Xª Flottiglia MAS.<ref>[[Sergio Nesi]], Decima Flottiglia nostra..., Mursia, Milano, 1986, pag. 59: "Furono impiegati a difesa della costa, ad eccezione di un reparto che rientrò in Italia per essere incorporato nella Divisione di FKM della X Flottiglia M.A.S., come battaglione "Longobardo" e poi "Compagnia Volontari di Francia""</ref>
 
== Gli affondamenti ==
 
Nel corso delle loro missioni in Atlantico i sommergibili di Betasom affondarono complessivamente 109 navi per 593.864 tonnellate di stazza lorda, così suddivise<ref>i sommergibili sono ordinati per tonnellaggio affondato. Sono incluse solo le navi affondate in Atlantico e non quelle affondate in altri mari (ad esempio, l'incrociatore ''Calypso'', affondato dal ''Bagnolini'' non è contato perché affondato in Mediterraneo. I dati sono presi dalla tabella a p. 690 di ''Uomini sul fondo'' di Giorgio Giorgerini</ref>:
* ''Da Vinci'': 17 navi per 120.243 tsl (il sommergibile non tedesco con maggior successo nel secondo conflitto mondiale<ref>[http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=21636 I Primi 50 Sommergibili Più "vittoriosi" Wwii - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>)