Io e il duce: differenze tra le versioni
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Edda nel frattempo riuscì a farsi ricevere dal Führer per perorare la causa del marito. Davanti a lui, presenti anche gli sbigottiti Himmler e il piccolo ministro per la propaganda Goebbels, disse senza mezzi termini che oramai era notorio la guerra era perduta (e questo già dal 1943) e che praticamente giustiziare Galeazzo per una guerra persa aveva poco senso. Arrivò anche a offrire a Hitler i famosi diari accennando a grandi guadagni per i diritti d'autore, cosa che fece inorridire Goebbels come poi annotò nei suoi diari. Certamente Edda fu salvata dal cognome che portava se non fece la fine di Mafalda di Savoia. Dopo il colloquio, ci si può giurare, un attacco di collera isterica da parte di Hitler, cosa che di certo non aiutò la condizione di Ciano.
In passato Edda e Galeazzo avevano preso in considerazione che il loro matrimonio era fallito; come già detto molti tradimenti da ambo le parti lo comprovavano. Nello spirito complice della coppia razionale e anticonformista che tanto piaceva a Galeazzo e a Edda, ne avevano discusso e parlato ed erano arrivati alla conclusione che divorziare non potevano, nè legalmente, nè per motivi di immagine politica e d'altronde i figli erano ancora piccoli. Erano arrivati alla conclusione di uno status di lealtà e di buona amicizia che permetteva loro di tirare avanti la famiglia e di essere svincolati: due ottimi amici era il loro nuovo ruolo reciproco.
Nei pochi colloqui in carcere Galeazzo vede Edda, Galeazzo la vede buttarsi anima e corpo per salvarlo... Le domana:"Edda fai questo solo per amicizia?" Gli occhi di Edda gli risposero. Tornò in cella e si mise a piangere, distrutto, commosso; in quel momento di vita supremo, forse per la prima volta si era accorto cos'era amare, cos'era l'amore. Amare disperatamente ad un passo dalla morte è qualcosa che avvicina a Dio e di molto; Galeazzo lo provò in cuor suo.
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