Niceforo I il Logoteta: differenze tra le versioni
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#costrinse i monasteri e agli istituti di beneficenza a pagare una tassa, il ''focatico''
#gli uomini diventati ricchi all'improvviso venivano esaminati dagli ufficiali e oppressi
#tutti coloro che nei precedenti 20 anni avevano scoperto
#tasse sull'eredità e l'imposizione agli schiavi di una tassa di due nomismata
#l'imposizione da parte dei soldati dei temi marittimi di comprare della terra "per tassarli"
#costrinse gli armatori di Costantinopoli a contrarre prestiti con lo stato di 12 libbre d'oro con un tasso di interesse di 4 keratia per nomisma (16,66 %)
Analisi critiche moderne dei dieci misfatti hanno portato storici moderni come Ostrogorsky a una rivalutazione di Niceforo.<ref>{{cita|Ostrogorsky|pp. 169-172.}}</ref> I provvedimenti di Niceforo contro i monasteri posero certamente l'Imperatore in cattiva luce presso il ceto monastico, di cui Teofane era rappresentante, e dunque nel parlare di Niceforo il cronista non sarebbe oggettivo
Inoltre, anche se l'aumento delle tasse fu gravoso per il popolo, nei fatti l'Imperatore non introdusse nessuna nuova imposta ma semplicemente annullò gli sgravi fiscali di Irene, che avevano reso la basilissa popolare ma avevano danneggiato il sistema fiscale bizantino.<ref>{{cita|Ostrogorsky|pp. 165 e 170.}}</ref>
Sotto il punto di vista [[religione|religioso]] egli seguì le orme dell'imperatrice Irene, restando fedele al culto delle immagini e contrario all'[[iconoclastia]]. Tuttavia la sua politica suscitò sia il risentimento dei monaci (danneggiati dalla sua politica fiscale) sia degli Zeloti, che non avevano approvato la nomina da parte dell'Imperatore del letterato laico Niceforo a patriarca volendo come patriarca il loro capo Teodoro Stilita. La decisione imperiale di riconoscere legittimo il matrimonio tra Costantino VI e Teodota non fece altro che peggiorare i già aspri rapporti tra Imperatore e Zeloti, e questi ultimi finirono per essere perseguitati. ▼
Gli storici moderni infine sottolineano che le deportazioni di abitanti in zone da popolare di coloni romei non avevano nulla di nuovo ma erano già state adottate da Giustiniano II mentre l'imposta sui villaggi, per quanto severa, andava a vantaggio dei ceti bassi e in particolare dei nullatenenti permettendo ad un maggior numero di sudditi di entrare, senza costi, nell'esercito ottenendo comunque uno stipendio e al termine del servizio dei poderi.<ref>{{cita|Ostrogorsky|pp. 171-172.}}</ref>
Per questi motivi la sua figura è stata in parte rivalutata dagli storici moderni che sottolinearono la necessità di migliorare l'efficienza dell'apparato fiscale, deteriorato dalla politica di Irene.
▲Sotto il punto di vista [[religione|religioso]] egli seguì le orme dell'imperatrice Irene, restando fedele al culto delle immagini e contrario all'[[iconoclastia]]. Tuttavia la sua politica suscitò sia il risentimento dei monaci (danneggiati dalla sua politica fiscale) sia degli Zeloti, che non avevano approvato la nomina da parte dell'Imperatore del letterato laico Niceforo a patriarca volendo come patriarca il loro capo Teodoro Stilita. La decisione imperiale di riconoscere legittimo il matrimonio tra Costantino VI e Teodota non fece altro che peggiorare i già aspri rapporti tra Imperatore e Zeloti, e questi ultimi finirono per essere perseguitati.
===Politica estera===
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