Angelo: differenze tra le versioni

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[[Arthur Marmorstein]] ritiene che l'interpretazione sulla caduta degli "angeli ribelli" sia i realtà un'acquisizione successiva, influenzata dalle credenze dualistiche sugli spiriti del male non proprie della religione biblica, strettamente monoteistica<ref>{{q|It must be pointed out, however, that the passage Genesis 6:1 ff., although usually quoted as the basis of all subsequent legends of Fallen Angels, has in fact little to do with this concept, as it later developed. Not only is the interpretation of “Nephilim” as Fallen Angels of a doubtful nature (see Num. 13:33), but the text contains no denouncement of the “Benei Elohim” who had married the daughters of men; on the contrary, it stresses that the children of these connections were “the heroes of days gone by, the famous men.” It was only at a later stage, when the dualistic belief in the existence of evil demons had become a firm component of popular religion, that attempts were made to find biblical authority for this concept, contradictory as it was to monotheism.|[[[Arthur Marmorstein]]. ''Encyclopaedia Judaica'' vol.2. NY, Gale, pag.155}} </ref>. <br>
Sempre Arthur Marmorstein ricorda anche che già i primi circoli [[Talmud|talmudici]] avevano criticato questa lettura, proveniente, a loro detta, dai testi apocrifi, intendendo quindi "figli di Dio" solo in un significato profano, ovvero, ad esempio, come figli dei "[[Giudici biblici|Giudici]]"<ref>{{q|Some talmudic circles attacked the interpretation of Genesis 6:1 in the sense that it is found in the Book of Jubilees. On one occasion, R. *Simeon b. Yoḥai interpreted the term “Bene i Elohim” as “sons of the judges” and condemned those who gave it the meaning of“sons of God” (Gen. R. 26:5). Similarly, Midrash ha-Ne’lam (on this passage) interprets the term “Nephilim” as referring, not to the Fallen Angels, but to Adam and Eve who had come into being on earth without having had a father and a mother. Maimonides also states that the term “Elohim” as used in this instance should be taken in its profane sense (ḥol ), the reference being to “the sons of rulers and judges” (M. Gaster, in:Devir, no. 1 (1923), 196).|[[[Arthur Marmorstein]]. ''Op. cit.'', pag.156}}</ref>.<br>
{{cn|Invero l'opposizione riguarda il Salmo 82}} infatti l'interpretazione della ''[[Qabbalah]]'' (ed anche ''Yalkut Shimoni 6:44'' ed il ''[[Targum Yonatan]]''), sul medesimo versetto di Genesi qui analizzato, spiega invece che alcuni angeli si "unirono carnalmente" con alcune "figlie degli uomini" da cui poi derivarono "giganti" o "antichi eroi": secondo questi autori dell'[[esegesi ebraica]] furono gli angeli che dibatterono contro Dio sulla natura dell'uomo, secondo loro non meritevole di essere stato creato perché passibile di commettere peccato facilmente, peccato secondo la loro discussione connaturato all'uomo; Dio, a questa concezione contrario, mise alla prova i due angeli istigatori, Uzae-l e Shamchazai, concedendo loro di giungere in Terra, considerando infatti che gli angeli non sono soggetti al peccato in quanto sempre viventi e coinvolti nel [[Regno celeste]] e sempre sottomessi alla [[Volontà divina]] per loro natura, ma essi non riuscirono a superare la prova infatti "unendosi carnalmente" con le/[alcune] figlie degli uomini che a loro ''piacquero''. Essi vennero così condannati ed esclusi dal Regno divino degli angeli.<br />Nel versetto succitato, secondo alcuni autori, il Tanakh si riferisce agli angeli poi puniti: essi vennero definiti ''figli di Dio''; {{chiarire|secondo un [[Midrash]]}} e le fonti succitate questo episodio avvenne nel periodo del diluvio quando ''Dio "si pentì" di aver creato l'uomo'': quegl'angeli dissero che loro avrebbero potuto essere più meritevoli degli uomini nel caso il mondo fosse dato loro anche se Dio li avvertì che avrebbero fatto persino peggio ed infatti così fu non superando la prova.
 
==== Ordini angelici ====