Nicolò Mignogna: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Nicolò Cataldo
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|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità =
|Immagine = NicolòMignogna.PNG
}}
==Biografia==
Nacque a Taranto il 28 dicembre 1808 da Anna Rosa Troncone e dal patriota Cataldantonio intrapese i suoi primi studi assieme a [[Cataldo Nitti]] nel [[Seminario Arcivescovile di Taranto]], passando poi nel [[1828]] agli studi di giurisprudenza fatti a [[Napoli]] dove fece amicizia con [[Luigi Settembrini]]. Nel [[1836]] si iscrisse alla [[Giovine Italia]] e partecipò ai [[Primavera dei popoli|moti del 1848]] finendo per essere processato e condannato nel [[1855]] all'[[esilio]] perpetuo dal [[Regno delle Due Sicilie]], perché era stata trovata una corrispondenza cifrata nella sua abitazione. Andò in esilio a [[Genova]] dove conobbe [[Giuseppe Garibaldi]] che lo nominò tesoriere della [[spedizione dei Mille]] e fece amicizia con Emilio Petruccelli con cui il [[5 agosto]] convocò il comitato d'Azione.
Il [[15 agosto|15]] dello stesso mese il comitato scrisse un comunicato in cui venivano invitati tutti i liberali a convergere a [[Potenza]] dove grazie una rivolta civile fu costituito il governo prodittatoriale nelle persone di [[Giacinto Albini]] e di Mignogna. Il [[4 settembre]] [[1860]] Garibaldi giunse a Fortino di Lagonegro dove fu accolto da Mignogna e da [[Pietro Lacava]], i quali posero gli omaggi del governo lucano e gli consegnarono a nome del popolo seimila ducati devoluta ai soldati borbonici disertori. Mignogna nel [[1862]] seguì Garibaldi in [[Giornata dell'Aspromonte|Aspromonte]] divenendo tesoriere dei Mille nella campagna comandata da [[Benedetto Cairoli]], Visse la vecchiaia sostenuto da cittadini tarantini anonimi. Rifiutò la candidatura alla [[Camera dei Deputati]], ma accettò di far parte del Consiglio Comunale di Napoli. Morì il 31 gennaio 1870 a Giugliano in Campania.
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*[[Tommaso Pedio]], ''Dizionario dei patrioti lucani: artefici e oppositori, (1700-1870)'', Bari: Grafica Bigiemme, 1969-1990.
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