Io e il duce: differenze tra le versioni
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Il film "''Io e il Duce''" vuole cogliere proprio la realtà storico - romanzesca di quello che avvenne tra il 25 luglio 1943 e l'[[11 gennaio]] [[1944]], cioè tra la caduta del Fascismo e la fucilazione dei traditori del Gran Consiglio. Fu una tragedia che coinvolse le due più potenti famiglie d'Italia, quella dei Mussolini e dei Ciano.
Genialmente il regista Negrin, pur essendo un attento riportatore dei fatti storici accaduti, vuole però saltare la ripetitività di cronaca di fatti oramai arcinoti e famosi per evidenziare il lato umano di questa storia, che altro non è che una meravigliosa storia d'amore, apolitica, sullo sfondo della tragedia della più sanguinosa guerra mai avvenuta; ed è proprio questa il motivo portante del film, una storia d'amore bella da sembrare un romanzo mai scritto, stupefacente perché vera. Quello che sembrava un matrimonio di regime combinato, si rivelò invece un legame indissolubile di affetti, complicità, coraggio e dedizione estrema che neanche la morte sciolse. Galeazzo ed Edda divisero tutto, anche la più profonda disperazione. Alla sua scomparsa nel 1995, Edda, come da sua decisione, fu tumulata vicino a Galeazzo nel [[Cimitero della Purificazione]] a Livorno e non nella cripta di famiglia a Predappio. Rimase per sempre una Ciano.<ref>Enzo Siciliano - ''Morte di Galeazzo Ciano'' - Giulio Einaudi Editore</ref>.
Mussolini, Edda e Galeazzo Ciano sono i protagonisti di questa «tragedia famigliare», un dramma che non è soltanto la ricostruzione di un momento storico, tra il luglio 1943 e il gennaio' 44, ma, e soprattutto, di un tormento umano che nasce dalla scoperta estrema di legami e affetti che tornano prepotenti nel ricordo quando tutto ormai è perduto, negli ultimi giorni di prigionia nella cella 27 di Ciano, nel carcere di Verona. Dramma intenso dove - sullo sfondo della spietatezza dei tempi nei quali la clemenza o la pietà non hanno piu alcun significato, se non per chi ne soffre mortalmente la mancanza - sfilano le attese, i tormenti, le illusioni, le cadute e le false resurrezioni, le promesse ingannevoli, le angosce di una vita frantumata. Nella cella 27 si consuma una vicenda per la quale nessuno degli attori era stato preparato dalla vita.<ref>Commento integrale dello storico Enzo Siciliano nel suo libro "''Morte di Galeazzo Ciano''"
"Io e il Duce" sembra una sorta di continuazione dei famosi ''Diari di Ciano'' in un momento in cui era difficile scriverli; ecco perché il titolo in prima persona. Il regista Negrin entra così nel punto di vista personale del soggetto principale aumentandone l'ottica e l'efficacia descrittiva.
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