Cheetah Chrome: differenze tra le versioni
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==== Scioglimento ====
Dopo la produzione di un secondo album di scarso successo, ''[[We Have Come for Your Children]]'' (1978), la [[Sire Records]], etichetta produttrice dei Dead Boys, obbligò il gruppo a cambiare il proprio look ed il sound per addolcire un po' la loro proposta musicale e renderla più appetibile commercialmente per il pubblico americano che ancora non seguiva il punk come in Inghilterra già avveniva, e fu anche per questo motivo che la band si sciolse nel [[1979]].<ref>McNeil, Legs. McCain, Gillian. ''Please Kill Me: The Uncensored Oral History of Punk'', Penguin Books, New York, Londra, 1997, pag. 335–336.</ref> Svariate loro esibizioni del 1979 sono visibili nel film del 1980 intitolato ''[[D.O.A.: A Rite of Passage]]''. Qualche mese dopo lo scioglimento del gruppo, la band fu costretta a riunirsi occasionalmente per incidere un album dal vivo e tener fede ai propri obblighi contrattuali. Per vendicarsi sulla Sire Records, Stiv Bators cantò intenzionalmente fuori dal microfono, e le registrazioni non poterono essere utilizzate. Quando nel 1981 il materiale finalmente emerse su etichetta Bomp! Records, Bators ri-registrò le tracce vocali in studio.
A seguito dello scioglimento dei Dead Boys, Cheetah Chrome suonò a New York City (per lo più al ''[[Max's Kansas City]]'') esibendosi con il gruppo degli Stilettos, e anche con la sua propria band Cheetah Chrome and the Casualties. Registrò un singolo per la ORK Records, ''Still Wanna Die/Take Me Home'', prodotto dal co-fondatore della Atlantic Records [[Herb Abramson]]. Poco tempo dopo, suonò nell'album solista di debutto di [[Ronnie Spector]] intitolato ''Siren''. Successivamente apparve in diverse registrazioni durante gli anni ottanta, come "Cheetah Chrome and the Ghetto Dogs" (il brano ''Get Hip'') e in ''I Kill Me'' di [[Jeff Dahl]] (Sympathy For The Record Industry).
==== Reunion ====
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