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L’'''IRI''' - acronimo di '''Istituto per la Ricostruzione Industriale''' - è stato un [[ente pubblico]] [[italia]]no, istituito nel [[1933]] per iniziativa dell’allora capo del Governo [[Benito Mussolini]] al fine di evitare il fallimento delle principali banche italiane ([[Banca Commerciale Italiana|Commerciale]], [[Credito Italiano]] e [[Banco di Roma]]) e con esse il crollo dell’economia, già provata dalla crisi economica mondiale iniziata nel [[1929]].
 
Nel [[Secondo dopoguerra italiano|dopoguerra]] allargò progressivamente i suoi settori di intervento e fu l'ente che modernizzò e rilanciò l'[[economia italiana]] durante soprattutto gli anni '50 e '60; nel 1980 l'IRI era un gruppo di circa 1.000 società con più di 500.000 dipendenti. Per molti anni l'IRI fu la più grande azienda industriale al di fuori degli [[Stati Uniti d'America]]; nel 1992 chiudeva l'anno con 75.912 miliardi di [[lira italiana|lire]] di fatturato ma con 5.182 miliardi di perdite.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1993/novembre/28/all_IRI_palma_del_fatturato_co_0_93112812062.shtml Archivio storico www.corriere.it]</ref> Ancora nel [[1993]] l'IRI si trovava al settimo posto nella classifica delle maggiori società del mondo per fatturato, con 67.5 miliardi di [[dollaro statunitense|dollari]] di vendite.<ref>''Istituto per la Ricostruzione Industriale'', dal sito [http://www.referenceforbusiness.com/history2/98/Istituto-per-la-Ricostruzione-Industriale-S-p-A.html in inglese.]</ref> Trasformato in [[società per azioni]] nel [[1992]], cessò di esistere dieci anni dopo.
 
==Storia==