Guido Modiano: differenze tra le versioni
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Progettista oltre che stampatore, Modiano ebbe un ruolo determinante nell'evoluzione della veste grafica di ''[[Casabella]]'' realizzata a partire dal 1933 insieme a [[Edoardo Persico]], condirettore della testata insieme a [[Giuseppe Pagano]]. Come critico, nel corso degli anni trenta Modiano pubblicò numerosi articoli sulle principali riviste di settore (da ''Campo grafico'' a ''Graphicus'', da ''Risorgimento grafico'' a ''L'industria della stampa'') in cui sostenne il positivo apporto dell’astrattismo e dell’architettura razionalista all'evoluzione in senso moderno del linguaggio grafico-pubblicitario italiano. Benché i primi scritti risalgano al 1929<ref>Guido Modiano, 'Del nuovo stile tipografico' in ''L'Industria della stampa'' n.9, settembre 1929: 275–280</ref>, nel 1931 Modiano apriva di fatto il dibattito dando avvio a ''Tipografia'', rivista pubblicata per conto della Fonderia Reggiani (di breve durata, solo 3 numeri). Nello stesso tempo progettò e stampò artefatti grafici secondo i nuovi criteri funzionalisti (come il catalogo Compagnia Continentale Sellerie ciclistiche e affini, 1932 o l'opuscolo ''25 anni Olivetti'', 1933).<ref>Una sintesi delle sue posizioni nella cosiddetta ''polemica modernista'' si trova nel lungo scritto pubblicato a puntate su «L’industria della stampa» nel 1941–42.</ref>. Nel 1940, in occasione della [[Triennale_di_Milano#VII_Triennale:_1940|VII Triennale]], fu il principale curatore della Mostra dell’arte grafica, avvalendosi della collaborazione dei migliori progettisti del periodo: [[Erberto_Carboni|Carboni]], [[Carlo_Dradi|Dradi]]/[[Attilio_Rossi|Rossi]], [[Bruno_Munari|Munari]], [[Remo_Muratore|Muratore]], [[Albe_Steiner|Steiner]], [[Luigi_Veronesi|Veronesi]]. Nel 1933 realizzò il disegno del carattere sanserif ''Triennale'' commercializzato dalla fonderia milanese Reggiani.
Richiamato sotto le armi già nel 1935 e destinato ai servizi di contraerea, durante la guerra prese parte alla disastrosa campagna di Russia, perdendo la vita nell'estate del '43 durante il bombardamento di una caserma a Rostock, in Germania. Nell'agosto dello stesso anno a Milano veniva distrutto anche lo stabilimento tipografico, sito in via Panizza 7.
Ebbe una figlia, Franca (nata nel 1924).
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