Utente:Olonia/Sandbox: differenze tra le versioni
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|nome=''Giovanni Acerbi''
|Categoria=cacciatorpediniere
|immagine=RN Acerbi4.jpg
|dimensioni_immagine=300px
|didascalia=Una fotografia della torpediniera.
|bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|tipo=[[cacciatorpediniere]] (1917-1929)<br/>[[torpediniera]] (1929-1941)
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Nella [[notte]] tra il 14 ed il 15 maggio 1917 il [[Canale d'Otranto]] fu oggetto di un duplice attacco austroungarico volto sia a distruggere i ''drifters'', [[peschereccio|pescherecci]] armati che pattugliavano lo [[Blocco del canale d'Otranto|sbarramento antisommergibile del Canale d’Otranto]] (ne furono affondati 14 dalle 4.20 alle 5.47 ad opera degli esploratori austro-ungarici [[SMS Saida|''Saida'']], [[SMS Helgoland|''Helgoland'']] e [[SMS Novara (1912)|''Novara'']]), sia, come [[diversivo|azione diversiva]], a distruggere un [[convoglio navale|convoglio]] italiano diretto in [[Albania]] (nello scontro, protrattosi dalle 3.06 alle 3.45, i cacciatorpediniere austroungarici Csepel e Balaton avevano affondato il piroscafo Carroccio ed il cacciatorpediniere Borea, unica unità di scorta, e danneggiato gravemente il piroscafo verità e più lievemente il piroscafo Bersagliere): alle 4.50 del 15 maggio, in seguito a [[notizia|notizie]] di tali attacchi (giunte 40 minuti prima), uscirono in mare i cacciatorpediniere Rosolino Pilo ed [[Antonio Mosto (cacciatorpediniere)|''Antonio Mosto'']] e l'[[incrociatore leggero]] inglese ''Bristol'', che fecero [[rotta navale|rotta]] per nordest onde intercettare la formazione navale nemica<ref name="Favre"/>. Alle 5.36 partì anche l'Acerbi (che alle 3.30 era con le caldaie accese e pronto a partire entro mezz'ora), al comando del capitano di corvetta Vannutelli, facente parte di una formazione che comprendeva l'incrociatore britanico Dartmouth (nave di bandiera del contrammiraglio italiano Alfredo Acton) ed il cacciatorpediniere Simone Schiaffino, cui si aggregò alle 7.40 anche l'[[esploratore (nave)|esploratore]] [[Aquila (esploratore)|''Aquila'']]<ref name="otranto"/><ref name="Favre"/>. Le due formazioni (Bristol, Pilo e Mosto e Dartmouth, Aquila, Acerbi e Schiaffino) si unirono tra le 6.56 e le 7.12 (non potendo però superare i 24 nodi a causa del Bristol, che necessitava di lavori e non poteva raggiungere la piena velocità), ed alle 7.45 avvistarono, con rotta 035° e velocità di 24 nodi, fumi a poppa dritta, che si rivelarono poi essere lo Csepel ed il Balaton di ritorno dall'attacco al convoglio<ref name="Favre"/>. Alle 8.10 (l'ordine fu dato, a seconda delle fonti, alle 7.50 od alle 8.00) i cacciatorpediniere e l'Aquila furono mandati contro le unità avversrie, mentre le navi maggiori manovravano per tagliare loro la via di fuga verso Cattaro<ref name="Favre"/>. L'Aquila procedeva al centro ed in testa alla formazione, alla velocità di 35-36 nodi, con Mosto e Schiaffino sulla dritta ed Acerbi e Pilo sulla sinistra<ref name="otranto"/>. Alle 8.15 le formazioni avversarie aprirono il fuoco dalla distanza di 11.400 metri: il Balaton venne raggiunto immediatamente da dei colpi, ma l'Aquila venne immobilizzato, dopo di che i due cacciatorpediniere nemici si portarono sottocosta, ottenendo così la protezione delle batterie costiere e distanziando gli inseguitori<ref name="Favre"/><ref name="otranto"/>. Alle 8.45 sopraggiunsero tuttavia sul luogo dello scontro, provenienti da sudovest, Saida, Helgoland e Novara, che diressero verso l'area dove si trovava il danneggiato ''Aquila'', pertanto, verso le 9.05, il ''Dartmouth'', il ''Bristol'', l<nowiki>'</nowiki>''Acerbi'' ed il ''Mosto'' (questi ultimi due unitisi ai due incrociatori britannici portantosi a poppavia del Bristol) si posero tra la [[nave]] immobilizzata e quelle avversarie, aprendo il [[fuoco]] alle 9.30, da 8500 metri<ref name="Favre"/>. Le tre navi austriache ripiegarono verso nordovest e la formazione anglo-italiana si pose al suo inseguimento, a distanze comprese tra 4500 e 10.000 metri, continuando a sparare: in testa alla linea alleata procedeva il Dartmouth, seguito nell'ordine dal Bristol, che tuttavia stava restando indietro, dall'Acerbi e dal Mosto<ref name="otranto"/>. L'Acerbi aprì il fuoco da 9500 metri, dopo di che, agendo su iniziativa del comandante, oltrepassò il Bristol e si portò dietro al Dartmouth<ref name="otranto"/>. A causa della lentezza del Bristol, la distanza tra le due formazioni andò crescendo, dai 6000 metri delle 9.45 ai 7400 delle 10, agli 8800 delle 10.20 ed ai 9800 delle 10.24, ed il peso del combattimento ricadde quasi unicamente sul Dartmouth e sull'Acerbi, unico cacciatorpediniere in posizione adatta per sparare<ref name="otranto"/>. Nello scontro rimasero danneggiate tutte le navi maggiori: il Bristol fu colpito tre volte, il Dartmouth quattro, il Saida una volta, l'Helgoland tre ed il Novara undici<ref name="Favre"/>. Il Dartmouth, giunto vicino al Saida, segnalò alle altre unità di seguirlo, ma l'Acerbi, avendo verosimilmente notato solo la prima bandiera del segnale (forse a causa del fumo che copriva le altre), che da sola significava "attaccare la formazione nemica", si portò a 9500 metri dai tre esploratori austroungarici (il Novara era immobilizzato e ci si preparava a rimorchiarlo) ed aprì il fuoco alle 11.15, continuando a sparare con un ritmo molto intenso ad 8000-9000 metri e serrando le distanze sino a 7300 metri<ref name="otranto">[http://books.google.it/books?id=4NrQnWliFxUC&pg=PA86&lpg=PA86&dq=destroyer+acerbi&source=bl&ots=h9GrlXdN40&sig=gqOjN1FJze5TbsPWjgSL3SSxias&hl=it#v=onepage&q=acerbi&f=false The Battle of the Otranto Straits: Controlling the Gateway to the Adriatic]</ref>. La situazione sarebbe stata favorevole per attaccare se l'Acerbi fosse stato coperto dagli incrociatori britannici, ma tale supporto non vi fu, pertanto il cacciatorpediniere si ritrovò da solo sotto il tiro delle artiglierie di Saida, Helgoland e Novara, e, a causa del fuoco nemico, non poté avvicinarsi a sufficienza per poter lanciare i siluri<ref name="otranto"/>. Successivamente uno dei cannoni dell'Acerbi s'inceppò, pertanto la nave dovette ritirarsi a 10.000-11.000 metri per risolvere il problema; mentre tale opera era in corso, la nave fu sottoposta ad un attacco aereo, ed alle 11.36 venne captato via radio l'ordine del Dartmouth alle altre navi di riunirsi, pertanto l'Acerbi ritornò insieme al resto della formazione, rinunciando all'attacco e riferendo al Dartmouth che uno degli esploratori nemici (il Novara) era immobilizzato<ref name="otranto"/>. La formazione anglo-italiana dovette infatti interrompere l’azione ed allontanarsi alle 12.05, dato che, giunti nei pressi della [[base navale|base]] austroungarica di [[Cattaro]], ne erano usciti in rinforzo agli esploratori nemici anche l'[[incrociatore corazzato]] ''Sankt Georg'' ed i cacciatorpediniere ''Tatra'' e ''Warasdinier''<ref name="Favre"/>. Durante la navigazione di rientro, alle 13.35, il sommergibile austroungarico U 89 (che in realtà era il tedesco UC 25 camuffato) attaccò la formazione (composta dal Dartmouth, dall'Acerbi, dai cacciatorpediniere italiani Impavido, Indomito ed Insidioso e dai cacciatorpediniere francesi Faulx e Casque, questi ultimi aggiuntisi alle 13), che procedeva a 20-25 nodi, colpendo il Dartmouth con un siluro a sinistra, all'altezza della plancia: abbandonato dall'equipaggio alle 14.30, l'incrociatore poté comunque essere rimorchiato a Brindisi, arrivandovi alle tre di notte<ref name="otranto"/><ref name="Favre"/>.
[[File:RN Acerbi3.jpg|thumb|left|300px|L'Acerbi verosimilmente nei primi anni di servizio.]]
Nella notte tra il 13 ed il 14 agosto 1917 la [[nave]] lasciò [[Venezia]] unitamente alle altre unità della propria squadriglia (i gemelli [[Vincenzo Giordano Orsini (cacciatorpediniere)|''Vincenzo Giordano Orsini'']], [[Giuseppe Sirtori (cacciatorpediniere)|''Giuseppe Sirtori'']], [[Francesco Stocco (cacciatorpediniere)|''Francesco Stocco'']]) ed ad altri sei cacciatorpediniere ([[Animoso (cacciatorpediniere 1914)|''Animoso'']], [[Ardente (cacciatorpediniere)|''Ardente'']], [[Audace (cacciatorpediniere 1914)|''Audace'']] e [[Giuseppe Cesare Abba (cacciatorpediniere)|''Giuseppe Cesare Abba'']], che formavano una squadriglia, nonché [[Carabiniere (cacciatorpediniere 1909)|''Carabiniere'']] e [[Pontiere (cacciatorpediniere)|''Pontiere'']], che formavano una sezione) per scontrarsi con un gruppo di navi nemiche, ovvero i cacciatorpediniere ''Streiter'', ''Reka'', ''Velebit'', ''Scharfschutze'' e ''Dinara'' e 6 torpediniere, che avevano appoggiato un'[[bombardamento aereo|incursione aerea]] contro la [[piazzaforte]] veneta (nell'attacco, portato da 32 velivoli, era stato colpito l'[[ospedale]] di San Giovanni e Paolo e vi erano stati 14 morti e circa 30 feriti)<ref name="Favre"/>. Solo l<nowiki>’</nowiki>''Orsini'' riuscì ad avere un breve e fugace contatto con le navi austriache, che dovette tuttavia interrompere in quanto rischiava di essere mandato contro i [[campo minato|campi minati]] avversari: persa di vista, la formazione austroungarica poté allontanarsi senza problemi<ref name="Favre"/>.
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Il 10 febbraio 1918 la nave fu inviata a [[Porto Viro|Porto Levante]] insieme all'esploratore ''Aquila'' ed ai cacciatorpediniere ''Sirtori'', ''Stocco'', ''Ardente'' ed ''Ardito'' (la formazione era al comando del [[capitano di fregata]] Pietro Lodolo, e per alcune fonti ne faceva parte anche il [[MAS 18|''MAS 18'']]) per fornire eventuale appoggio all'[[incursione]] di [[Motoscafo Armato Silurante|MAS]] divenuta poi nota come [[beffa di Buccari]]<ref name="Favre"/>. Le navi, ormeggiatesi a Porto Levante, si tennero pronte ad intervenire per ordine del Comando in Capo di Venezia (per altre fonti incrociarono con funzioni di protezione<ref name="danieleranocchia">[http://www.danieleranocchia.it/naval_history/grande_guerra.htm La Grande Guerra]</ref>), ma il loro intervento non fu necessario<ref name="Favre"/>.
[[File:RN Acerbi5.jpg|thumb|left|300px|L'Acerbi in transito nel canale navigabile di Taranto.]]
Nella notte tra il 13 ed il 14 maggio dello stesso anno l<nowiki>'</nowiki>''Acerbi'', l<nowiki>'</nowiki>''Orsini'', il ''Sirtori'', lo ''Stocco'' e l<nowiki>'</nowiki>''Animoso'', insieme alle torpediniere costiere [[9 PN (torpediniera)|''9 PN'']] e [[10 PN (torpediniera)|''10 PN'']] ed ai ''[[MAS 95]]'' e [[MAS 96|''96'']], fornirono supporto al fallimentare tentativo di attacco del [[barchino saltatore|barchino silurante]] «Grillo» contro la [[base navale|base]] di Pola<ref name="Favre"/><ref name="danieleranocchia"/>. L'operazione, al comando del [[capitano di fregata]] [[Costanzo Ciano]], era già stata tentata ma interrotta nelle notti tra l'8 ed il 9 aprile, tra il 12 ed il 13 aprile, tra il 6 ed il 7 maggio, tra il 9 ed il 10 maggio e tra l'11 ed il 12 maggio<ref name="Favre"/>. Le navi lasciarono Venezia alle 17.30 del 13 maggio<ref name="Favre"/>. I MAS rimorchiavano il barchino «Grillo», il cui rimorchio, giunti nel punto previsto, venne lasciato alle 2.18<ref name="Favre"/><ref name="danieleranocchia"/>. L'attacco del «Grillo» si svolse tra le 3.16 e le 3.18, senza conseguire risultati e portando alla distruzione del barchino<ref name="Favre"/>. I MAS, illuminati dai [[proiettore|proiettori]] alle 3.35 e poi alle 3.40, si allontanarono e si riunirono ai cacciatorpediniere in appoggio alle cinque del mattino, dirigendo quindi per tornare in porto<ref name="Favre"/>.
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