Palazzo Bonet: differenze tra le versioni

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Nel [[1771]] l'ala prospiciente via Sant'Anna venne sopraelevata per realizzare nuove aree per il convento, nell'occasione i due edifici vennero unificati visivamente, nella stessa occasione la torre angolare del palazzo viene trasformata in campanile.
 
Nel [[1823]] Palermo venne colpita da un [[Terremoto|terremoto]], in quell'occasione la chiesa venne fortemente danneggiata e il convento dovette ipotecare le sue proprietà per far fronte alla ristrutturazione, i rilievi sul convento fanno ipotizzare che anche lo stesso venne danneggiato dall'evento.
 
Nel [[XIX secolo]], a causa della crisi economica che aveva colpito il convento vennero divise alcune aree del convento che vennero dapprima affittate e poi vendute a privati. Nell'occasione vennero creati nuovi vani e create nuove aperture.
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Nella prima metà del [[XV secolo]] si iniziano a seguire nuove influenze iberiche tardo-gotiche e temi rinascimentali, in particolare vediamo che alla tradizione locale vengono sovrapposte due differenti correnti, quella lombarda e quella catalana.
 
I documenti non ci danno altresì elementi utili a comprendere in che modo siano stati accorpati fra loro più edifici preesistenti; il cantiere di restauro ci aiuta a ritenere che diversificati corpi di case vennero acquisite ed accorpate, di cui rimasero superstiti quegli elementi ritenuti di pregio, quali i portali ancora rintracciabili nel corpo orientale del palazzo.
 
Riguardo alla matrice tipologica, il palazzo Bonet annovera proprio le costanti “peculiari” dei palazzi quattrocenteschi: l’edificio si presenta come un blocco compatto i cui limiti spaziali sono sottolineati da cantonali in pietra viva; i merli di coronamento, la torre e la colonna con lo stemma araldico angolari costituiscono elementi diffusi e dall’unico significato, quello cioè di significare l’affermazione e il prestigio del proprietario e del suo casato.
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Il cortile centrale, dalla forma pseudo quadrangolare, si qualifica alla stregua di spazio interno determinante sia dal punto di vista distributivo che funzionale; ad esso si accede per mezzo di un andito e di un loggiato, quasi a voler segnalare il passaggio dall’esterno al cuore della casa in modo progressivo e filtrato: dal buio dell'androne alla penombra del porticato. Non è dato con precisione ubicare la sede della scala, giacché non è stata trovata alcuna traccia; l’ipotesi della presenza di una scala escuberta alla catalana viene in parte confutata dal mancato ritrovamento nel cortile di strutture fondali di tale collegamento verticale, anche se ciò appare anomalo perché elemento tipico dell'architettura palaziale del periodo risulta il sistema patio-loggia-scala-salone di rappresentanza. La loggia è contrassegnata da tre archi acuti impostati su pilastri ottagoni; riteniamo utile sottolineare come l’utilizzo dell’arco acuto avvicini la fabbrica più alla corrente lombarda goticheggiante che a quella catalana. L’arco depresso, utilizzato già a [[Palazzo Speciale]] e a [[Palazzo Marchesi]], qui non viene riproposto.
 
La pianta a ''C'' era come riferito chiusa nel lato libero dal muro di cinta di un giardino al quale si accedeva dal cortile. Il piano nobile risulta invece caratterizzato da ampi saloni e da grandi bifore, queste ultime in pietra di intaglio dalla perfetta stereotomia, con esile colonnina centrale in [[marmo di Carrara]]; le foglioline alla base della colonna sono analoghe al motivo decorativo delle colonne del cortile di [[Palazzo Abatellis]], ad ulteriore dimostrazione della derivazione di esso dal modello di riferimento costituito proprio dal Palazzo Bonet.
 
Quanto ai principali caratteri costruttivi, le strutture murarie sono realizzate con calcarenite conchiliare dalla cromia grigio-beige (i banchi più antichi), in conci abbozzatamente squadrati messi in opera con poca malta, mentre per i cantonali, i portali, le mostre di finestre ed altre aperture, gli elementi modanati, si utilizzarono conci di intaglio e con lavorazioni accessorie, gli orizzontamenti di piano erano costituiti da solai a doppio ordito decorati all’intradosso da pitture policrome.
 
Dalla descrizione dei corpi di fabbrica, desumiamo quale fosse la configurazione della fronte principale (sull'attuale via Sant'Anna) a quel momento, infatti si parla di tre porte grandi che corrispondono cioè una per l'entrata della casa, l'altra all'interno della vanella della Correria (attuale ''vicolo dei Corrieri'') e l'ultima nel medesimo giardino che corrisponde nella stessa vanella vicino alla chiesa.
 
Nel cantiere di restauro partito nel [[1996]] vennero ritrovate alcune porzioni dell’originario Palazzo Bonet:
* il loggiato su pilastri ottagoni con archi ogivali;
* l'accesso alla corte dal vicolo dei Corrieri;
* le [[bifore]] del piano nobile e di una delle snelle colonne in marmo di Carrara con capitello e base perfettamente integra e completa;
* un portale con cornice archiacuta;
* le finestre ''alla catalana'' di piano terra con cornice a bastone e decorazione floreale;