Carmine Crocco: differenze tra le versioni

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Intorno a Crocco si avvicinarono numerosi ribelli, perlopiù persone spinte dalla fame e
dalle ingiustizie sociali, nella speranza che un mutamento governativo potesse contribuire a migliorare la loro esistenza.<ref>Tommaso Pedio, ''Archivio storico per la Calabria e la Lucania
, Volume 30'', 1961, p.95</ref> Con il sostegno di parte del clero locale <ref>{{cita|Molfese|p. 124-125}}</ref> e di potenti famiglie legate ai reali borbonici come i Fortunato e gli Aquilecchia di Melfi, Crocco assunse il comando di oltre duemila uomini, che per la maggior parte erano persone nullatenenti e disilluse dal nuovo governo italiano, oltre che da ex militari del regno borbonico. Al comando di 43una bandepossente armata, tra cui spiccavano temuti luogotenenti come [[Ninco Nanco]], [[Giuseppe Caruso (brigante)|Giuseppe Caruso]], [[Caporal Teodoro]] e Giovanni "Coppa" Fortunato, Crocco partì all'attacco sotto il vessillo dei Borbone, sconvolgendo diverse zone del meridione e costituendo un serio pericolo per il giovane stato unitario.
 
===Al servizio di Francesco II===