Discussione:Alessandro Manzoni: differenze tra le versioni
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Nel [[1805]], Manzoni raggiunge la madre a Parigi, quattro mesi dopo la morte dell'Imbonati (''In morte di Carlo Imbonati''). Il periodo parigino (1805 -1810) gli apre gli ambienti intellettuali, filosofici, letterari della capitale ed il ventunenne Alessandro si imbeve della cultura francese classicheggiante in arte, scettica e sensista in filosofia (i sensi sono alla base della conoscenza; l'illuminismo è la critica razionale della realtà; lotta al pregiudizio e alla tradizione derivata dall'autorità; i problemi religiosi non si basano sull'esperienza, ma sulla superstizione) ed assiste all'evoluzione del razionalismo verso posizioni romantiche. Fondamentale è l'incontro con il critico e filologo [[Claude Fauriel]] (1772-1844) elaboratore delle dottrine romantiche, con Il quale il Manzoni stringe una duratura amicizia. Per mezzo del Fauriel il Manzoni entra in contatto con l'estetica romantica tedesca, prima ancora che [[Madame de Staël]] la diffonda in Italia. Nel 1809, dopo la pubblicazione del suo poemetto ''Urania'', Manzoni dichiara che non avrebbe mai più scritto versi simili, aderendo alla poetica romantica, che sosteneva che la poesia non deve essere destinata ad una colta e raffinata élite, bensì deve essere di interesse generale ed interpretare le aspirazioni e le idee dei lettori. Manzoni è ormai sulla via del realismo romantico; tuttavia non accetterà mai la convinzione propria sia del romanticismo sia dell'amico Fauriel, che la poesia debba essere espressione ingenua dell'anima e quindi non rinuncerà mai al dominio intellettuale del sentimento ed a una controllata espressione formale, caratteristica di tutto il nostro romanticismo.
Nel [[1810]], il Manzoni
Nel [[1810]] Manzoni torna definitivamente a Milano, dove continua la sua attività di scrittore e dove comincia la stesura del suo capolavoro. Nel [[1833]] muore Enrichetta; poco tempo dopo muore anche la primogenita Giulia, moglie di [[Massimo D'Azeglio]]. Nel 1837 lo scrittore sì risposa con Teresa Stampa. Nel 1848 esorta i figli a partecipare alle 5 giornate. Tornati gli Austriaci a Milano rifiuta ogni riconoscimento ufficiale. Nel [[1859]] Vittorio Emanuele concede allo scrittore una pensione che accetta. Nel [[1861]] vota come senatore la Costituzione del Regno d'Italia.
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