Campagna di Russia: differenze tra le versioni
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L'armata del generale Barclay aveva abbandonato Vilna e aveva ripiegato dietro il campo trincerato di Drysa senza combattere per eseguire il piano d'operazione che, dopo lunghe discussioni, era stato proposto dal generale tedesco Phull e approvato dallo zar<ref name="GLFVB1"/>. Secondo questo progetto i generali Barclay e Bagration avrebbero dovuto ripiegare sui fianchi della Grande Armata in avanzata e, concentrandosi sul [[Dnieper]] e soprattutto sulla Dvina nel campo trincerato di Drysa, attaccarla sui lati<ref>{{Cita|Lefebvre2009| p. 430|Lefebvre 2009 |harv=s}}</ref>; ma questo piano si rivelò rapidamente inattuabile a causa della rapidità e della potenza della marcia della Grande Armata. I due generali, intimoriti dalla presenza dell'imperatore e dalla superiorità numerica dei francesi, batterono in ritirata e quando il [[14 luglio]] lo zar lasciò Drysa per ritornare a San Pietroburgo, egli implicitamente autorizzò il generale Barclay a ripiegare ulteriormente se necessario, invitandolo alla prudenza e ricordandogli di salvaguardare al massimo la sopravvivenza dell'armata<ref>{{Cita|Nicolson2001| pp. 66-68|Nicolson 2001 |harv=s}}</ref>.
Nel frattempo Napoleone, dopo aver visto sfuggire da Vilna l'armata del generale Barclay, aveva deciso di organizzare una manovra per attaccare e distruggere l'armata del generale Bagration prima che potesse congiungersi con le forze principali russe. Analizzando attentamente le carte, egli considerò possibile sfruttare l'isolamento della seconda armata russa. Mentre Murat con il II corpo del maresciallo Oudinot e il III corpo del maresciallo Ney si diresse verso nord-est per impegnare l'armata del generale Barclay, il maresciallo Davout con due divisioni del I corpo e forti reparti di cavalleria venne distaccato a sud verso Minsk per prendere sul fianco le forze del generale Bagration che avrebbero dovuto essere attaccate frontalmente da Girolamo con il V e l'VIII corpo d'armata; infine l'imperatore avrebbe marciato su [[Vitebsk]] con il IV e il VI corpo rinforzati da tre divisioni distaccate dal I corpo del maresciallo Davout, incuneandosi tra le due armate russe<ref>{{Cita|Ségur1966| pp. 129-130|Ségur 1966|harv=s}}</ref>. Napoleone diramò i nuovi ordini il [[10 luglio]] da Vilna<ref>{{Cita|Ségur1966| p. 130|Ségur 1966 |harv=s}}</ref>, ma anche questo movimento strategico in teoria ben congegnato, la cosiddetta [[manovra di Vilna]], non raggiunse i risultati decisivi attesi dall'imperatore.
Girolamo e il maresciallo Davout non riuscirono a coordinare i loro movimenti; entrambi si mossero in ritardo e soprattutto il fratello minore di Napoleone non agganciò efficacemente il generale Bagration che quindi, coperto efficacemente dalla cavalleria leggera guidata dai generali [[Matvei Platov]] e [[Ilarion Vasilčikov]]<ref>{{Cita|Lieven2010| p. 161|Lieven 2010 |harv=s}}</ref>, poté ripiegare, inseguito dal I corpo del maresciallo Davout. Questo maresciallo, dopo aver perso tempo a [[Minsk]], sperava di bloccare il nemico a [[Glusk]], ma il generale Bagration riuscì ad attraversare la [[Beresina]] a [[Bobrujsk]] e poi a raggiungere il Dniepr a [[Bykov]]<ref>{{Cita|Ségur1966| p. 132|Ségur 1966|harv=s}}</ref>. L'imperatore, fortemente irritato dalla scarsa energia di Girolamo, rimproverò aspramente il fratello che, umiliato, preferì abbandonare il comando e rientrare nel suo [[regno di Vestfalia]]<ref>{{Cita|Nicolson2001| pp. 71-72|Nicolson 2001 |harv=s}}</ref>. Il maresciallo Davout cercò ancora di bloccare la ritirata dei russi tra il Dniepr e la Beresina, avanzò oltre [[Lida (Bielorussia)|Lida]] e raggiunse [[Mahilëŭ|Mogilev]] dove sbarrò il passaggio al generale Bagration che risaliva lungo la riva destra del Dniepr<ref>{{Cita|Ségur1966| pp. 132-133|Ségur 1966|harv=s}}</ref>. L'[[battaglia di Mogilev|attacco russo a Mogilev]] venne duramente respinto dalle truppe francesi del maresciallo Davout; temendo la possibile presenza di Napoleone<ref name="DS133">{{Cita|Ségur1966| p. 133|Ségur 1966|harv=s}}</ref>, il generale Bagration preferì ripiegare e attraversare il fiume a Bykov da dove sfuggi in direzione di [[Smolensk]], senza che il maresciallo Davout potesse impedire questa nuova ritirata<ref name="GLFVB1"/>.
[[File:Raevsky saltanovka.jpg|thumb|left|270px|Contrattacco russo alla [[battaglia di Saltanovka|battaglia di Mogilev]].]]
Napoleone era fortemente deluso per il mancato accerchiamento dell'armata del generale Bagration, di cui attribuì la responsabilità ai suoi luogotenenti che apparivano troppo prudenti; la sua presenza diretta sul posto diventava sempre più indispensabile per raggiungere il successo e per far progredire le operazioni<ref name="DS133"/>. Egli rimase a Vilna fino al [[16 luglio]]; l'imperatore, nonostante il fallimento delle sue complesse manovre, continuava tuttavia a mostrarsi fiducioso e manifestò in una occasione anche la sua volontà di arrivare fino a Smolensk per poi ritornare a Vilna per stabilire i quartieri d'inverno; l'imperatore interpretò la continua ritirata dei russi e l'evacuazione senza combattere del campo di Drysa da parte del generale Barclay come un segno di debolezza e incapacità<ref>{{Cita|Nicolson2001| pp. 72-75|Nicolson 2001 |harv=s}}</ref>.
Mentre il maresciallo Davout cercava di intercettare l'armata del generale Bagration, l'imperatore, dopo aver lasciato il II corpo del maresciallo Oudinot a fronteggiare il generale Wittgenstein sulla Dvina, aveva ripreso la marcia con Il [[25 luglio]] la cavalleria di Murat raggiunse finalmente, pochi chilometri ad ovest di Vitebsk, la retroguardia dei russi; in un primo momento Napoleone sperò che il generale Barclay avesse deciso di combattere in campo aperto; in realtà nella stessa giornata Murat, sostenuto dal IV corpo del principe Eugenio, affrontò e respinse la retroguardia nemica nel piccolo [[battaglia di Ostrovno|scontro di Ostrovno]], e il giorno seguente l'imperatore si portò personalmente sul campo e fece concentrare le sue truppe, mentre l'esercito russo sembrava fermo e schierato per la battaglia. Il [[27 luglio]] invece il generale Barclay, ritenendosi troppo debole numericamente per affrontare la Grande Armata e consapevole che l'armata del generale Bagration, ancora lontana oltre 240 chilometri, non avrebbe potuto raggiungerlo in tempo, decise di ritirarsi di nuovo, abbandonò Vitebsk e si mise in movimento verso [[Smolensk]]; la ritirata, coperta con efficacia dalla retroguardia di cavalleria comandata dal generale [[Peter von der Pahlen]], si svolse con ordine e disciplina<ref>{{Cita|Lieven2010| p. 165|Lieven 2010 |harv=s}}</ref>. Napoleone entrò a Vitebsk il [[29 luglio]]; la città era stata abbandonata dai suoi 20.000 abitanti, ma non era stata distrutta e lentamente l'armata e le colonne di rifornimento furono raggruppate. Le condizioni dell'esercito stavano peggiorando, i malati si moltiplicavano e l'assistenza e il rifornimento dei soldati erano sempre più precari<ref>{{Cita|Nicolson2001| pp. 76-77|Nicolson 2001 |harv=s}}</ref>.
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