Lo scudo di Talos: differenze tra le versioni
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Ricostruiscono dalle macerie l'antico splendore, ripristinando soprattutto le mura, consapevoli già del fatto che Sparta li avrebbe attaccati per riportarli in schiavitù. Dopo una serie di attacchi che devastano le difese e decimano i combattenti, Talos decide una disperata impresa nel tentativo di salvare almeno la sua gente. Fa scappare da una lato delle mura coloro che non possono combattere, quindi con gli altri si dirige in piena notte verso l'accampamento spartano per portare lo scompiglio e quindi permettere la fuga dei contadini. Poco dopo però gli Iloti si ritirano verso una collinetta designata come punto d'incontro. Gli Spartani avanzano ma vengono fermati da un messaggero che riporta le parole dell'oracolo di Delfi, che ordinava di lasciare andare via liberi i contadini. Difatti poco dopo il messaggero, due ufficiali atenesi prendono in consegna gli Iloti portandoli verso la libertà offerta da Atene. Talos però sparisce e Karas, amico di suo "nonno" Kritolaos, ritrova l'armatura e le armi appoggiate ad un albero. Quindi le riporta verso il luogo segreto ove erano state nascoste, affinché, se ci fosse stato bisogno, Talos il Lupo, avrebbe potuto ritrovarle, indossarle e combattere
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