Assedio di Metz: differenze tra le versioni

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Nell’agosto del 1870 l’esercito francese era diviso in due corpi principali: l’armata del [[Patrice de Mac-Mahon]], concentrata a Châlons (presso la quale si era trasferito lo stesso [[Napoleone III]]) e l’armata del Reno, guidata dal maresciallo François Achille Bazaine.
 
Dopo aver impedito l’accerchiamento il 16 agosto ([[battaglia di Mars-la-Tour]]), il Bazaine rifiutò di impegare l’interezza delle proprie truppe nella successiva azione prussiana il 18 agosto ([[battaglia di Gravelotte]]), ciò venendo così spinto, pur disponendo acoraancora di forze ingenti, in una posizione strettamente difensiva nella piazzaforte di Metz.
 
Con l’armata del Reno condannata a subire una battaglia di assedio, i Prussiani poteva ora permettersi di indirizzare forze ingenti verso l’armata del Mac-Mahon e lo stesso imperatore Napoleone III.
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[[Federico Carlo di Prussia]].
 
Il fatto che metà dell’esercito francese (140'000 unominiuomini) fosse assediato in Metz, costrinse, in qualche modo, l’altra metà, quella comandata dal Mac-Mahon ed anch’esssa forte di circa 140'000 uomini, a lasciare la propria posizione il 25 agosto ed tentare una Marciamarcia di congiungimento, “ad ogni costo”. Battuto il 30 agosto alla [[battaglia di Beaumont]], il Mac-Mahon venne a sua volta stretto dai germanici ain [[Sedan]], da dove venne impegnato nella disastrosa [[battaglia di Noisseville]] (dal 31 agosto al 1 settembre) da due armate germaniche forti di 240’0000 uomini e 700 cannoni. L’armata così batturabattuta venne costretta alla resa il 2 settembre. Napoleone IIIII, fatto prigioniero, venne portato in una breve cattività a Wilhelmshoehe, nei pressi di Cassel, da dove proseguirà per il suo esilio inglese doveper moriràmorirvi il 9 gennaio 1873.
 
==Le “trattative segrete” del Bazaine==
Dalla caduta di Sedan, Bazaine si trovò a capo dell’unica forza armata francese effettivamente organizzata, e immaginò per sè stesso un ruolo diverso, politico piuttosto che militare, certamente da avevrsazioavversario piuttosto che da sostentiore della neonata Repubblica Francese, erede del secondo impero cessato con l’abdicazione di Napoleone III il 2-3 settembre. In questo quadro, è certo che egli abbia proposto ai Prussiani di impiegare l’armata assediata in Metz per “salvare la Francia da sè stessa”.
I Prussiani, tuttavia, sapevano della debolezza della posizione politica del maresciallo, temevano la mobilitazione in corso nel resto del Paese, che minacciava di costituire una nuova armata forse capace di riequilibrare, almeno un poco, le sorti del conflitto, e miravano, ormai, ad un obiettivo ambizioso: non più solo il consenso francese alla riunificazione tedesca, ma anche un consistente arrotondamento territoriale.
 
La prosecuzione dell’asedio di Metz, tuttavia, offriva ai francesi l’indubbio vantaggio di tenere impegnata la II armata prussiana, mentre il resto dell’esercito invasore era impegnatoconcentrato nell’assedio di Parigi: il fronte meridionale dello schieramento tedesco era relativamente debole, la Repubblica poteva riorganizzare una nuova armata senza eccessiva pressione, la via da sud verso Parigi appariva aperta.
 
==La inopinata resa di Metz==
Il Bazaine era certamente informato di questa situazione e forte, ancora, di una armata imponente. Eppure si arrese, inopinatamente, il il 23 ottobre 1870, consegnando praticamente l’intero est della Francia ai Prussiani.
 
Gli effetti della resa apparirono, da subito, dirompenti: il Federico Carlo di Prussia e la sua II armata furono liberi di affrettarsi verso la valle della Loira, con lo scopo di agganciare l’ultima armata francese. Cosa che, in effetti, accadde nei dintorni di Orléans pochi giorni dopo. Nell’opinione degli storici militari francesi, se la armata del Reno avesse resistito una o due settimane in più, l’armata della Loira avrebbe potuto battere le deboli forze schierate dai Prussiani a sud di Parigi e liberare la capitale dal suo assedio.