Controtransfert: differenze tra le versioni
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Il '''controtransfert''' è una reazione dello [[psicoanalista]] al [[transfert]] del paziente.
Mentre [[Sigmund Freud|Freud]] e [[Jacques Lacan|Lacan]] definirono il "controtransfert" come un ostacolo che si frappone nel normale corso di una relazione analitica, gran parte degli analisti postfreudiani hanno espresso una convinzione opposta.<ref name = "Ctrans" > cite web url=http://studiumcartello.it/ARCHIVIO-B&B/06-1-transfcontrotransf.pdf "Transfert contro Transfert" di Maria Gabriella Pediconi</ref> La letteratura scientifica non produsse molti lavori sulla tematica del "controtransfert" nel periodo intercorso tra gli [[anni 1910|anni dieci]] e gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] del [[Novecento]], quindi le ipotesi formulate da Freud assursero ad un modello di spiegazione "standard" fino alla metà del [[Novecento]].
== Storia del controtransfert ==
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«insorge nel [[medico]] per l’influsso del paziente sui suoi [[sentimenti]] [[inconscio|inconsci]]».
Freud scoprì che l'origine di questa controtraslazione fosse rintracciabile in qualche conflitto inconscio non risolto e quindi considerò il "controtransfert" come una lacuna ("macchia cieca") da parte dell'analista, che ostacola l'analisi<ref name = "Ctrans" />.
Tuttavia nel campo [[analisi|analitico]] si svolgono eventi che non possono venire considerati una risposta dell’analista ad una [[proiezione (psicologia)|proiezione]] del [[paziente]]: ci sono dei momenti in cui è l’analista a dare inizio ad una sequenza interattiva; del resto Freud stesso già nel '21 affermava a proposito della proiezione di parti di sé del paziente nell’analista: «certamente è così; ma non proiettano per così dire nel vuoto, dove non trovano nulla di somigliante; invero si lasciano guidare dalla loro conoscenza dell’inconscio e spostano sull’inconscio delle altre persone l’attenzione che hanno stornato dal proprio».
Secondo l'interpretazione freudiana l'analisi non è un’interazione tra una persona malata ed una sana, bensì quella tra due [[personalità]], ognuna delle quali è costituita da un ''[[io (psicologia)|io]]'' pressato dall’''[[es (psicologia)|es]]'', dal ''[[super-io]]'' e dal mondo esterno;
ognuna delle due dipende dal mondo interno e dal mondo esterno, sviluppa ansie e difese patologiche, contiene anche un lato [[bambino]] con i suoi genitori interni e reagisce dinamicamente ad ogni [[atto]], [[gesto|gestuale]], [[verbo|verbale]], [[emozione|emozionale]], insito nel rapporto psicoterapeutico.
C.Rocchi riprese l'intuizione suggerita da Fosshage (1995) sul "controtransfert" definendolo "l’esperienza che l’analista ha del paziente", ovvero la manifestazione della
realtà psichica dell’analista conseguente all'analisi e dell'influsso del paziente.
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Secondo l'interpretazione [[Carl Gustav Jung|jungiana]] il "controtransfert" e ovviamente anche il [[transfert]] non si manifestano solamente nel rapporto tra lo [[psicoterapeuta]] ed il paziente, ma anche nelle relazioni sociali e interpersonali come quelle tra maestro e allievo, tra sacerdote e adepto, tra genitore e figli.<ref> cite web url = http://geagea.com/48indi/48_10.htm</ref>
Grazie ad una corretta interpretazione del sentimento di "controtransfert" è possibile
recuperare informazioni sulle dinamiche profonde del paziente, altrimenti, difficilmente reperibili.
Nel caso di un rapporto tra uno psicoterapeuta ed un paziente, il "controtransfert" è contraddistinto da una maggiore dose di consapevolezza da parte del terapeuta sulla natura delle sue emozioni provate nel rapporto con il paziente, delle sue paure come quella di deludere il paziente, di essere banale e così via.<br/>
Quindi lo psicoterapeuta deve attentamente vagliare gli effetti che la sua presenza, le sue parole, i suoi atteggiamenti suscitano in questo scambio di sentimenti reciproco.<ref> cite web url = http://www.depressione-ansia.it </ref>
La conseguenza più importante del "controtransfert" risulta essere la manifestazione di [[empatia]], che consente al paziente di sentirsi compreso e accolto e allo psicoterapeuta di immedesimarsi con lo stato di animo del paziente; per raggiungere questo obiettivo il terapeuta deve, almeno in un primo tempo, rinunciare ad alcune sue necessità metodologiche e teoriche per ascoltare il paziente in una condizione mentale libera da pregiudizi e da presupposti "tecnici".<ref> cite web url = http://www.depressione-ansia.it </ref>
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==== Dopo il 1950 ====
L'interpretazione del "controtransfert" subisce qualche innovazione negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] grazie alle opere di due ricercatori, la [[Germania|tedesca]] Paula Heimann e il [[Polonia|polacco]]-[[Argentina|argentino]] Heinrich Racker, che sostennero la necessità e l'ineliminabilità del "controtransfert", attribuendo ad esso una notevole importanza nell'ambito dell'analisi. La Heimann affermò che l'analista non deve difendersi dai sentimenti che prova nei confronti del paziente e quindi deve instaurare una libertà interiore, controllandosi solamente nelle comunicazioni effettuate con l'analizzando<ref name = "Ctrans" />.
La studiosa tedesca analizzò le differenze fra "transfert" e "controtransfert" e la diversa posizione del terapeuta e del paziente, arrivando alle conclusioni che il rapporto
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Heinrich Racker assegnò al fenomeno controtransferale il significato di interprete ed oggetto dei processi inconsci, tramite i quali sia l'analista sia il paziente divengono un oggetto interno al loro interlocutore.
L'americana Lucia E.Tower, nel [[1955]] nella sua relazione sul "controtransfert"
La coppia di psicanalisti argentini Baranger nel [[1990]] introdusse il concetto di campo, preso in prestito dalla [[Gestalt]] per descrivere il processo dinamico dell'analisi. Si tratta di un campo bipersonale, sede delle proiezioni e introiezioni incrociate e delle controidentificazioni fra analista e paziente. Il paziente tende a regredire e l'analista assume il ruolo genitoriale mediando i bisogni del malato.
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== Bibliografia ==
* Heinrich Racker: ''Studi sulla tecnica psicoanalitica. Transfert e controtransfert'', Publisher: Armando Editore, ISBN 8871442709
*{{cita libro|Etchegoyen, Horacio|I fondamenti della tecnica psicoanalitica|1990|Astrolabio Ubaldini| wkautore=Horacio Etchegoyen}}ISBN 8834009908.
*{{cita libro|Brenner, C.|Breve corso di psicoanalisi|1967|Giunti Editore|| wkautore=Charles Brenner|}} ISBN 9788809750036.
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