Morano Calabro: differenze tra le versioni

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=== L'impianto urbanistico ===
L'antico nucleo del [[Urbanizzazione|centro urbano]] si trova arroccato su di un [[collina|colle]] di forma conica alto 694 metri s.l.m. alla cui sommità si trovano i ruderi di un antico maniero di epoca [[Normanni|Normanno-Sveva]]. L'abitato si sviluppa degradando dalla sommità alla base del colle e creando una suggestiva illusione prospettica per cui le abitazioni paiono essere attaccate le une alle altre. Tale [[Piano Regolatore Generale|assetto urbano]] si fa risalire all'epoca romana e medievale: è infatti accertato che l'odierno castello, potrebbe ricalcare un più antico [[Fortezza|fortilizio]] difensivo di epoca romana.
 
Nelle epoche successive, l'abitato si è esteso modellandosi sulla struttura del colle fino a sfociare verso i primi del settecento, nel quartiere di ''via vigna della Signora'', anticamente definito ''lo burgo'', fuori dalla cinta muraria.
 
A seguito delle varie mutazioni socio-economiche del secolo scorso, nella seconda metà degli [[Anni 1960|anni '60sessanta]] ebbe inizio una fase di ampliamento verso il pianoro prospiciente l'antico nucleo cittadino, dove oggi sorgono nuovi moderni edifici.
 
== Cenni storici ==
==== Considerazioni storico-etimologiche ====
[[Immagine:Polla via popilia da reggio a capua.jpg|thumb|220px|[[Lapis Pollae]] (il nome "''Muranum''" appare all'inizio della quinta riga)]]
Sull'origine del nome del borgo non si hanno precise testimonianze storiche, si sono invece ipotizzate incerte e contrastanti teorie. Nel corso degli anni sono state fatte bizzarre congetture, quale ad esempio l'erronea supposizione che il nome "''Morano''" derivi dal fatto che sia stato fondato o abitato dai "''[[Saraceni|mori]]''": questa tesi appare inverosimile, dato che il toponimo è già attestato nel [[II secolo a.C.]] Analoghe teorie volevano che il nome derivasse dalla coltivazione dei [[Morus (botanica)|gelsi mori]] che abbondano nell'agro circostante: anche in questo caso esse vengono considerate infondate, visto che dette coltivazioni sono state impiantate posteriormente all'epoca romana.
Secondo la tesi dello storico Gaetano Scorza, secondo il quale Morano avrebbe origini [[Magna Grecia|magno-greche]], è plausibile ritenere che il suo nome derivi dal verbo greco μερυω, cioè "''raccogliere insieme, cumulare''"<ref>Michela Mele, in ''Morano Calabro, Passeggiate in luoghi d'arte'' pag. 29.</ref>, con riferimento alla singolare struttura urbana, dove gli edifici paiono essere gli uni attaccati agli altri. Anche quest'ultima supposizione appare discutibile, visto che il borgo ha assunto questo assetto posteriormente.
 
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Morano Calabro fu certamente fondata dai romani, come già detto, intorno al [[II secolo a.C.]] La prima traccia significativa del borgo che incontriamo, è infatti nel toponimo latino ''"Muranum"'', comparso per la prima volta in una pietra miliare del [[II secolo a.C.]], la cosiddetta [[Lapis Pollae]] (o ''lapide di Polla''). ''Muranum'' risulta essere stazione della [[Via Capua-Rhegium]], antica strada consolare romana, comunemente denominata ''via Annia-Popilia''. Successivamente, lo ritroviamo con il nome di ''"Summuranum"'' nel cosiddetto [[Itinerario antonino|Itinerario di Antonino]] ([[III secolo d.C.]]) e nella [[Tabula Peutingeriana]] (III secolo d.C.).
 
==== Sviluppi e dominazioni ====
[[Immagine:Morano Calabro fotostorica 1937.JPG|thumb|left|300px| Panorama nel 1937]] In epoca [[Alto medioevo|altomedievale]], durante le [[incursioni]] saracene del [[IX secolo]], venne combattuta fra moranesi e [[saraceni]] una battaglia che vide vittoriosi i primi, la c. d. "''battaglia di Petrafòcu''". Oggi, viene annualmente ricordata come simbolo dell'indipendenza cittadina in una annuale rievocazione storica, la [[Festa della bandiera]], oltre che [[iconografia|iconograficamente]] nello [[stemma]] della città.
 
Nell'età medievale il borgo fu [[feudo]] di Apollonio Morano, dei Fasanella ed Antonello Fuscaldo e nel XIV secolo passò ai Sanseverino di Bisignano.
{{vedi anche|Sanseverino (famiglia)}}
Questa nobile famiglia si sentì molto legata a Morano, lasciando numerose e preziose tracce storico-artistiche che li videro come [[Mecenatismo|mecenati]], quali ad esempio la fondazione in segno di devozione ([[1452]]) del Monastero di [[San Bernardino da Siena]] patrono della città, e dell'ampliamento del [[castello]] ([[1515]]). A testimonianza dell'assiduo legame col borgo, [[Pietrantonio Sanseverino]], maggior esponente della famiglia, accordò ai suoi feudi numerose concessioni grazie al celeberrimo [[Documento|atto]] ''Capitoli e Grazie'', [[ratifica]]to nella città di Morano il [[1º agosto]] [[1530]]<ref>Dicitura tratta da ''Capitoli e Grazie'' ''"Datum in nostra terra Morani 1° mensis Augusti 1530, Ind. XIII"''</ref>, inoltre suo figlio [[Niccolò Bernardino Sanseverino|Niccolò Bernardino]] (ricordato per gli ''orti botanici sanseverini'' di [[Napoli]]), vi nacque nel [[1541]] assumendo in segno di devozione familiare come secondo nome quello del santo patrono.
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=== Il Castello Normanno-Svevo ===
[[Immagine:MoranoCalabro Castello.JPG|thumb|right|220px|Castello Normanno-Svevo]]
Appare in ruderi sulla sommità dell'abitato in posizione strategica da dominare tutta la valle dell'antico fiume ''Sybaris''. Le sue origini risalgono all'epoca romana quando vi fu eretto un fortilizio utilizzato come base per l'attuale castello, edificato nel suo nucleo originario in epoca Normanno-Sveva.
 
Venne in seguito ampliato nel primo quarantennio del [[cinquecento]] per volere del [[feudatario]] Pietrantonio Sanseverino che, nel compiere i lavori volle ispirarsi al modello del [[Maschio Angioino]] che sorge in [[Napoli]]. Il Castello, era dunque la residenza del [[feudatario]] in Morano, insieme al ''Palazzo dei Prìncipi'' che sorge all'ingresso del borgo accanto alla porta sull'antica ''via delle Calabrie''.
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=== Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ===
;Architettura
Sorge sulla sommità dell'abitato nei pressi del Castello Normanno-Svevo. La sua fondazione si fa risalire intorno [[XI secolo|all'anno mille]] (probabilmente al [[1007]]), sebbene abbiano inciso sulla sua architettura interventi di epoche successive: fa però eccezione il campanile in pianta quadrangolare, costruito in epoca medievale ed in posizione visibilmente arretrata rispetto alla chiesa. La [[facciata]] è essenziale nella sua struttura "''a capanna''" con le falde laterali ribassate e sormontata nel [[Timpano (architettura)|timpano]] da una [[nicchia]] con la statua di [[Pietro apostolo|San Pietro]] di [[Carlo I d'Angiò|periodo angioino]]. L'interno in tre navate a [[Basilica|pianta basilicale]] è decorato da delicati [[Stucco|stucchi]] tardo-barocchi (seconda metà del [[XVIII secolo|secolo XVIII]]) recentemente restaurato.
;Opere d'Arte
Pregevolissime opere d'arte vi sono custodite e vanno dal [[XV secolo]] ai primi decenni dell'[[XIX secolo|'800]]. Al XV secolo appartengono un [[sarcofago]] in [[bassorilievo]] appartenente alla famiglia Fasanella (feudatari del borgo fino alla prima metà del [[XV secolo|'400]]); un [[affresco]] raffigurante la ''Vergine delle Grazie'' e proveniente dall'omonima cappella ''extra moenia''; una ''Croce Processionale'' in argento di Antonello de Saxonia del [[1445]]. Risalgono poi al [[XVI secolo]] quattro statue in [[marmo di Carrara]] eseguite da [[Pietro Bernini]], padre di [[Gian Lorenzo Bernini|Gian Lorenzo]], scultore toscano attivo in [[Napoli]] fra la seconda metà del [[XIV secolo|'500]] e la prima metà del [[Anni 1610|'600]]. Le statue raffigurano: ''[[Santa Caterina d'Alessandria]]'' e ''[[Santa Lucia da Siracusa|Santa Lucia]]'' del [[1592]], ''[[Pietro apostolo|San Pietro]]'' e ''[[Paolo di Tarso|San Paolo]]'' del [[1602]]. Sono del medesimo periodo altre opere: la ''Candelora'', statua appartenente probabilmente a Giovan Pietro Cerchiaro; un ''[[San Carlo Borromeo]]'' di Ignoto di [[Pittura napoletana|scuola napoletana]] posto su un ricco altare ([[1654]]) in marmo di Carrara; un ''Compianto sul Cristo morto'' e due tele raffiguranti i ''Santi Pietro e Paolo'' del [[Cristoforo Roncalli|Pomarancio]], anticamente formanti un [[trittico]], appositamente commissionate dall'[[Università del Regno|Università di Morano]] per la congregazione di Santa Maria della Pietà. Importante è la presenza di due [[Pala d'altare|pale d'altare]] del seicento: ''l'adorazione dei pastori'' e la ''Madonna in trono col Bambinello e quattro Santi'', attribuite al calabrese [[Giovan Battista Colimodio]] ([[1666]]). Della seconda metà del [[XVIII secolo|'700]] è il [[Coro (architettura)|Coro]] realizzato fra il [[1792]] e il [[1805]], capolavoro in [[Rococò|stile rococò]] di Mario ed Agostino Fusco.
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[[Immagine:Morano Calabro S.MariaMaddalena di notte.JPG|thumb|right|280px|Facciata di S. Maria Maddalena di notte]]
;Architettura
L'antico nucleo dell'edificio religioso sorgeva al di fuori della cinta muraria medievale come piccola cappella [[Suburbio|suburbana]] del [[1097]]. Visti i limiti architettonici che offriva questa precedente struttura e per agevolare il cresciuto numero di fedeli che si spartivano nelle tre parrocchie cittadine, venne ampliata in [[Pianta (architettura)|pianta]] a croce latina a tre [[Navata|navate]] per volere dell'allora [[parroco|prevosto]] don Giuseppe La Pilosella nella seconda metà del [[XVI secolo]]. Più volte rimaneggiata fino alla prima metà del [[XVIII secolo|'700]], assunse il titolo di ''[[Collegiata]]'' il [[3 febbraio]] [[1737]] con [[Bolla pontificia|bolla]] di [[papa]] [[Clemente XII]]. Nel [[1732]] cominciarono ulteriori lavori di restauro, nel corso dei quali splendide [[Decorazione|decorazioni]] tardo [[Barocco|barocche]] commissionate a Donato Sarnicola conferiscono all'interno un aspetto maestoso, da far ritenere che essa sia uno degli esempi più alti del barocco calabrese.
 
Il [[campanile]] ([[1817]]) e la [[cupola]] ([[1794]]) furono rivestiti di caratteristiche [[Maiolica|maioliche]] in stile campano di colore giallo e verde nel [[1862]].
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{{vedi anche|Battaglia di Campotenese}}
 
Attualmente è meta di gite fuori porta vista l'amena e fresca posizione. Vi si trovano alcune aziende agricole per la produzione di latticini e carni ed un consorzio per la produzione di funghi. Ciò stimola a dare buoni segnali all'imprenditoria locale, anche in campo [[Agriturismo|alberghiero-agrituristico]]. Rappresenta la porta naturale per il Parco nazionale del Pollino, grazie allo svincolo della A3 Sa-Rc.
 
Vi si è conclusa l' 11 tappa del [[Giro d'Italia]] nel [[1980]] vinta da [[Gianbattista Baronchelli]]
 
===Monte Sassòne===
Si trova a circa 4&nbsp;km dal centro abitato sulla [[strada provinciale]] che conduce al borgo di [[San Basile]].
 
Potrebbe trattarsi dell'antica ''Xiféo'', o secondo quanto afferma lo storico romano [[Tito Livio]], della antica cittadella di ''Lymphaeum'', coinvolta durante alcune fasi delle [[guerre puniche]]. Sta di fatto, che sull'antico monte, più simile ad un piccolo altopiano che cade a strapiombo sulla gola sottostante, vi sono ancora le tracce di due muraglioni al suo ingresso, su un piccolo sentiero che si dirama dalla strada per San Basile: questi, sono i resti di una porta che faceva breccia sull'antica [[Mura (architettura)|cinta muraria]]. Essa si estendeva per circa
1.500 metri e con probabilità fu eretta dai [[Longobardi]]. Non si hanno molte notizie circa la scomparsa degli insediamenti di Sassone; talora viene ascritta la sua misteriosa fine al corso del [[XIV secolo]].
 
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== Stemma ==
[[immagineImmagine:Morano Calabro-Stemma.png|left|130px|]]
;Descrizione
Il fondo dell'[[Armi (araldica)|arme]] è di colore azzurro, ove campeggia una testa di [[saraceni|moro]] con il [[fez (abbigliamento)|fez]], la quale rievoca simbolicamente la succitata "''battaglia di Petrafòcu''" del [[1076]], nella quale i moranesi sconfissero i saraceni portando in [[patria]] come [[trofeo]] il capo sanguinante di un loro [[soldato]] o capo di [[guarnigione]]. Tale aneddoto è inoltre richiamato più esplicitamente dall'aulica scritta [[Classicismo (letteratura)|classicheggiante]] "''Vivat sub umbra''" (che stia sotto l'ombra [il moro]). Alla base, sono rappresentati tre monti che sono: Morano, Sant'Angelo (di colloreto) e Pietrafoco.
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===Trasporti e vie di comunicazione===
Morano Calabro è raggiungibile grazie al proprio casello autostradale sulla [[File:Autostrada A3 Italia.svg|20px|A3]] [[Autostrada A3 (Italia)|Salerno-Reggio Calabria]] al km 185.
 
Inoltre è collegata dalla [[File:Strada Statale 19 Italia.svg|40px|S.S. 19]] [[Strada statale 19 delle Calabrie|''delle Calabrie'']] (ora [[Strada Provinciale|S.P.]] 241) nel tratto [[Mormanno]]-[[Castrovillari]]. Nella tratta ferroviaria dalla stazione di [[Sibari]] o [[Sapri]].
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*{{cita libro|AA.|VV|titolo= Contrade|editore= Centro interdisciplinare di studi ed interventi sul territorio|anno= Morano Calabro, 1994| ISBN=}}
 
== Altri progetti ==
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